Netflix usa l'IA per creare gli sfondi di un corto anime, è scontro
Il cortometraggio Dog and Boy di Ryotaro Makihara, anime prodotto da Netflix Japan e condiviso su Twitter, ha suscitato polemiche... professionali in Giappone. I suoi fondali sono stati infatti realizzati con l'aiuto di algoritmi di intelligenza artificiale. I giorni degli artisti in carne e ossa sono contati davvero?
C'è un buon motivo per non perdere di vista la polemica suscitata in Giappone dal cortometraggio animato Dog and Boy, prodotto da Netflix Japan, diretto da Ryotaro Makihara e diffuso su Twitter: i suoi evocativi fondali pittorici sono stati infatti realizzati con l'aiuto dei sempre più diffusi algoritmi di Intelligenza Artificiale. Un nome come Netflix legato a questa pratica ha fatto insorgere non tanto il pubblico, quanto gli stessi addetti ai lavori. Leggi anche Suzume no Tojimari in concorso alla Berlinale: è la prima volta in 20 per un film anime nipponico
Dog and Boy, il corto anime realizzato con l'aiuto di algoritmi di IA
Dog and Boy è un corto fiabesco/distopico in puro stile anime, dove un bambino diventa amico di un cane-robot, ma le loro strade finiscono per dividersi allo scoppio di una tragedia. Non è stato però il contenuto poetico del racconto a suscitare discussioni in Giappone, quanto lo sbandierato uso di algoritmi di Artificial Intelligence per la creazione dei fondali del breve cartoon, che potete vedere qui in basso. La produzione fa parte di un programma particolare di Netflix chiamato "Anime Creators Base", per scovare in terra nipponica nuovi talenti e creare prodotti animati di qualità.
Netflix アニメ・クリエイターズ・ベース×技術開発のrinna株式会社×WIT STUDIOによる共同プロジェクトアニメ『犬と少年』のショートムービー。
— Netflix Japan | ネットフリックス (@NetflixJP) January 31, 2023
人手不足のアニメ業界を補助する実験的な取り組みとして、3分間の映像全カットの背景画に画像生成技術を活用! pic.twitter.com/GYuWONSqlJ
C'è da dire che, come chiaramente suggeriscono i titoli di coda, per la creazione degli sfondi si è partiti da layout a mano, con due passaggi successivi di intervento IA, e ritocco finale nuovamente a mano. Insomma, non parliamo proprio delle immagini generate da app online, a partire da semplici descrizioni testuali dell'utente, qui l'Intelligenza Artificiale ha sostenuto una creatività di fondo del tutto umana. Ma non è bastato a spegnere gli allarmi.
La polemica si è articolata, come ci racconta Cartoon Brew, su due fronti. Molti degli impiegati nel vasto settore dell'animazione giapponese lamentano paghe molto ridotte e sfruttamento: la prospettiva di una sostituzione totale (o parziale) con algoritmi non è certo di buon auspicio per queste rivendicazioni. Allo stesso tempo, a gennaio due delle principali ditte che si occupano di algoritmi del genere, Stability AI e Midjourney, sono state querelate da un gruppo di artisti per furto di proprietà intellettuale: nei fatti l'Intelligenza Artificiale "impara" esaminando e campionando immagini preesistenti, non crea dal nulla.
La sensazione è che, con il diffondersi di questi esperimenti, le polemiche saliranno, in parallelo alla necessità di una regolamentazione legale di qualche tipo. Di certo gli autori del corto hanno semplicemente considerato l'IA come un altro strumento a loro disposizione.