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La rivoluzione femminista di Diva futura: la parola a Giulia Steigerwalt, Barbara Ronchi e Pietro Castellitto

Un uomo irriverente e in cerca di un sogno fatto di desiderio e amore per le donne. La parabola di Riccardo Schicchi e delle sue pornostar come Cicciolina, Eva Henger e Moana Pozzi è raccontata in Diva futura opera seconda di Giulia Steigerwalt.

La rivoluzione femminista di Diva futura: la parola a Giulia Steigerwalt, Barbara Ronchi e Pietro Castellitto

La rivoluzione del porno in cerca di poesia, addirittura femminista nel mettere in primo piano le dive e il loro piacere. È l’avventura di Riccardo Schicchi e della sua agenzia, Diva futura, che fra anni ’80 e ’90 incise nei costumi di un’Italia perbenista e ancora un po’ bigotta. È una visione portata avanti dalla sceneggiatrice e regista Giulia Steigerwalt, all’opera seconda dopo l’apprezzato esordio con Settembre. Diva futura è in uscita in sala dal 6 febbraio per PiperFilm, in una versione rimontata rispetto a quella presentata in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

“Volevo facilitare un flusso emotivo all’interno del film”, ha spiegato le ragioni delle modifiche la regista, incontrando la stampa, “con un inizio pop coinvolgente e un approfondimento più emotivo delle storie sul finale. Volevo accompagnare lo spettatore senza difficoltà nel seguire i salti temporali, fruibile il più possibile per tutti, pur rimanendo fedele all’animo del film, un po’ scombinato come lo erano loro.”

Riccardo Schicchi è interpretato ottimamente da Pietro Castellitto, insieme a Denise Capezza (Moana Pozzi), Tesa Litvan (Eva Henger) e Ilona Staller “Cicciolina” (Lidija Kordić). Ragazze della porta accanto che “diventano all'improvviso dive di fama mondiale nel mondo del porno ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Viene coniata l'espressione pornostar, segnando l'inizio di una nuova era”. La storia è raccontata attraverso lo sguardo di una giovane segretaria, Debora Attanasio, interpretata da Barbara Ronchi, il cui libro su quegli anni, Non dite alla mamma che faccio la segretaria, ha ispirato il film.

Come ha dichiarato Giulia Steigerwalt, “l’arena in cui si svolge è un pretesto per raccontare una serie di storie divertenti ed emozionanti. Il motivo per cui ho voluto girare Diva futura è la sua prospettiva spontanea rivolta alle donne, un messaggio positivo condiviso da Schicchi, che aveva una visione poetica della donna che voleva innalzare, sublimare, non mortificare, poi degenerata anche in altro. È ambientato nel mondo della pornografia ma, forse perché l’ha diretto una donna, il focus è rivolto alle storie personali, ai sentimenti e ai drammi che hanno vissuto. In un approccio, il loro, anticonvenzionale, giocoso e irriverente. Un pezzo di storia del costume italiano, che è uscito rivoluzionato dal perbenismo precedente. Mi sono trovata di fronte a un caleidoscopio di storie, tanti personaggi ognuno con storie interessanti a livello personale. Sono partita dal libro e poi ho approfondito molto incontrando le varie persone, che mi hanno raccontato la parte privata”.

L’anima istrionica e pura di Schicchi è resa con maestria dal talento di Pietro Castellitto. “Era importante mettere in scena l’essenza di Riccardo Schicchi”, ha detto. “Per me appartiene a quella categoria di persone del passato, che non esistono più, in cui ill pensiero è molto aderente al corpo. Basta vedere le sue interviste fluviali, in cui gli fanno una domanda e inizia a parlare senza smettere più. Aveva tantissimi pensieri dentro e quantità di vita. Il mondo che ha creato era abitato di tutte le domande che si faceva. Quella rivoluzione inizialmente è scaturita dall’intimità ed era occupata da persone che la pensavano come lui, condividendo lo spirito, poi si è allargata prendendo una deriva, facendosi sempre meno domande. Se non una: oggi tendenzialmente il porno ti chiede solo se hai 18 anni. Una rivoluzione compiuta senza troppe ideologie, per necessità. Caratterialmente era fatto così, è qualcosa che ho notato leggendo il suo libro. Già da piccolo sembrava destinato a creare Diva futura. Aveva una passione su cui ha improntato l’intera esistenza. Non esisteva quel mestiere, per cui ha dovuto creare un mondo in cui metterlo, quel mestiere. C’è tanta naturalezza in quello che ha fatto, una rivoluzione vera, che metteva in conto anche la possibilità di fallire, tanto che si è scontrato con la censura. Un’avanguardia che ha incontrato molte difficoltà e dietro alla quale c’era tanto sacrificio, non una rivoluzione mirata come quelle odierne. Creava avventura, era dinamico dentro, piegava la realtà al suo dinamismo e alla sua voglia, mentre oggi facciamo il contrario, ci pieghiamo a quello che c’è, anche se non ci piace".

La segretaria che ci permette di entrare in questo universo eccentrico è interpretata da Barbara Ronchi, già protagonista dell’esordio della regista, Settembre. “Debora è la testimone di quegli anni, ha tenuto un diario per i dieci anni in cui è stata in Diva futura, diventato poi un libro. Non era una delle protagoniste della storia, quelle dive ammirate e giudicate, ma le ha viste nel profondo e da vicino. Aveva il sogno di fare la giornalista, poi si è trovata per ragioni economiche a continuare a lavorare lì dentro, però ha visto un sogno, quello dell’amore libero e di un erotismo in cui la donna fosse davvero centrale nel piacere, al di sopra di ogni cosa. Gli uomini, nei loro film porno, quasi non te li ricordi. Un messaggio potente di femminismo da parte di Riccardo Schicchi. All’interno dell’agenzia, ma anche nel panorama televisivo e culturale dell’Italia, erano delle dive, invitate e guardate come irraggiungibili. Ancora oggi Debora li ricorda come gli anni più belli e matti della sua vita. Hanno vissuto davvero, quelle persone”.

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