Hayao Miyazaki ha "minacciato" Harvey Weinstein con una spada da samurai? Cosa c'è di vero nella famosa leggenda
Fra le tante leggende che circolano in quel di Hollywood, ce n'è una clamorosa che coinvolge lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki, Harvey Weinstein e... una spada da samurai! Qual è la verità dietro alla famosa leggenda?

Gli appassionati di anime e, in particolare, dello Studio Ghibli, avranno sicuramente sentito parlare della famosa disputa tra lo studio d'animazione di Hayao Miyazaki e il controverso produttore hollywoodiano Harvey Weinstein. È una delle leggende più chiacchierate della storia del cinema e narra che il produttore, all'epoca a capo della Miramax, chiese di apportare ampie modifiche al film Principessa Mononoke (1997), prima di acconsentire alla sua distribuzione negli Stati Uniti (datata 1999). In tutta risposta, negli uffici della Miramax sarebbe stata recapitata una spada da samurai con la scritta "No Cuts" (ovvero, nessun taglio).
Per anni, questo gesto audace è stato attribuito allo stesso Miyazaki, rafforzando la sua reputazione di autore intransigente. Tuttavia, nel 2005, il regista giapponese ha svelato ai microfoni di The Guardian la verità dietro alla leggenda, che è ben diversa. Il gesto non è partito da lui, ma è opera di Toshio Suzuki, produttore e figura importantissima per lo Studio Ghibli.
Studio Ghibli contro Harvey Weinstein: il famoso conflitto per Principessa Mononoke
La leggenda del "No Cuts" ha inizio durante le trattative per l'uscita americana di Principessa Mononoke. Siamo alla fine degli Anni Novanta e Harvey Weinstein, noto per il suo approccio drastico al montaggio cinematografico, intendeva tagliare molti elementi del film, convinto che una versione più breve e semplice fosse più adatta ad intrattenere il pubblico occidentale. Questa richiesta si scontrava direttamente con la filosofia dello Studio Ghibli di preservare l'autenticità e la visione dei propri film.
Secondo la leggenda, la spada da samurai inviata dallo Studio Ghibli era un messaggio diretto a Weinstein, che non lasciava spazio a negoziazioni. Sebbene Hayao Miyazaki sia passato alla storia come l'autore di questo atto coraggioso, il vero eroe è Toshio Suzuki, co-fondatore, ex presidente e produttore dello Studio Ghibli.
Leggi anche Avatar, James Cameron si è ispirato ad uno dei film più amati di Studio GhibliIn realtà, è stato il mio produttore [Toshio Suzuki] a farlo. Anche se sono andato a New York per incontrare quest'uomo, questo Harvey Weinstein, e sono stato bombardato da attacchi aggressivi, da tutte queste richieste di tagli.
Questa interazione tra l'originale iniziativa di Suzuki e il confronto calmo ma fermo di Miyazaki mette in luce la forza dello Studio Ghibli, che risiede nell'impegno condiviso nei confronti della propria arte. Come ha affermato Miyazaki con un sorriso malizioso: "L'ho sconfitto" .
Toshio Suzuki: l'eroe non celebrato dello Studio Ghibli
Il contributo di Toshio Suzuki allo Studio Ghibli va ben oltre questo incidente. Come produttore e co-fondatore dello Studio, ha avuto un ruolo determinante nel facilitare i processi creativi di Miyazaki e Isao Takahata. Ha gestito con dedizione incrollabile il lato commerciale della produzione cinematografica e protetto i registi da interferenze inutili. È in buona parte merito suo se Ghibli ha prodotto capolavori che hanno avuto risonanza globale, liberi da compromessi commerciali.
Oltre al messaggio audace inviato a Weinstein, Suzuki ha anche stretto legami fondamentali con partner commerciali internazionali come la Disney. Nel suo tentativo di globalizzare lo Studio Ghibli, ha persino nominato Steve Alpert - animatore e produttore che lavorava ai Walt Disney Studios - a capo di una nuova divisione internazionale dello Studio. La sua filosofia, insieme a quella di Miyazaki e Takahata, ha fatto sì che Ghibli si guadagnasse una fedele base di fan in tutto il mondo, anche a costo di correre rischi finanziari.
Leggi anche Principessa Mononoke: il capolavoro di Hayao Miyazaki ha quasi mandato in bancarotta lo Studio GhibliIl rifiuto di piegarsi alle richieste di Weinstein non ha solo preservato l'integrità di Principessa Mononoke, ma anche stabilito le linee guida per future collaborazioni, garantendo che la visione creativa dello Studio Ghibli rimanesse intatta.