Harry Potter, J.K. Rowling avrebbe 'minacciato' di boicottare Warner Bros: "per gli Studi lei conta quanto Spielberg"
Spunta online un report che svela dettagli inaspettati sul modo in cui J.K. Rowling controlla ancora oggi il franchise di Harry Potter. La scrittrice, a quanto pare, durante le riunioni tende a cedere all'emotività e a dare in escandescenze contro i vertici Warner.

Harry Potter è un personaggio che ha radicalmente influito tanto sul mondo della letteratura quanto su quello cinematografico. Il maghetto occhialuto nato dalla penna di J.K. Rowling si è rivelato una vera e propria miniera d'oro per entrambi gli universi creativi e, a 23 anni dall'uscita del primo dei sette volumi, vanta milioni di fans in tutto il mondo. L'autrice esercita un saldo controllo sul franchise, pur avendo venduto i diritti alla Warner Bros.
L'accordo, tuttavia, includeva una serie di clausole che permettono alla scrittrice di avere una notevole influenza sul modo in cui Harry Potter viene rappresentato sullo schermo. Al tempo stesso, i vertici della compagnia tengono la 58enne in enorme considerazione. Un report diffuso dal Wall Street Journal ha reso noto che la Warner vede J.K. Rowling come una delle sue più importanti risorse, eguagliata soltanto da Clint Eastwood e Steven Spielberg.
Probabilmente la sua figura conta persino un pizzico in più dei due mostri sacri. L'autrice e sceneggiatrice, infatti, potrebbe avere ancora molto da offrire agli studi in termini artistici. Il leggendario Eastwood, dopotutto, ha ormai 93 anni e il papà di Jurassic Park, recentemente, ha orientato le proprie collaborazioni verso altri studi.
Al tempo stesso, la Rowling non intende mollare di un millimetro la presa. Secondo le indiscrezioni, avrebbe nominato un rappresentante che, nel caso in cui la 58enne morisse, continuerebbe ad esercitare sul brand un controllo analogo al suo. Un passaggio peculiare del report, inoltre, descrive l'approccio della scrittrice inglese alle riunioni come decisamente appassionato, per usare un eufemismo.
Sembra che, durante gli incontri con i dirigenti, ribattezzati dalla Rowling 'riunioni del Ministero della Magia', non manchino drammi e toni accesi. L'autrice, a quanto pare, è molto rigorosa durante i meeting, che si tengono ogni sei mesi e possono durare anche diverse ore. In quell'arco di tempo, qualunque esso sia, mantiene massima concentrazione e non dà nemmeno un'occhiata al cellulare.
Al tempo stesso, però, può capitare che si lasci andare alle emozioni. A quanto pare, alcune delle conferenze biennali sarebbero sfociate in lacrime ed urla. Il Wall Street Journal non ha approfondito le ragioni a monte di queste crisi né ha precisato chi sia stato il primo a scaldarsi. Ha però snocciolato qualche aneddoto. La Rowling presterebbe un'attenzione maniacale ad ogni piccolo dettaglio del suo impero. In che modo?
In un'occasione, ad esempio, sarebbe arrivata a chiedere perché il cioccolato venduto nel parco a tema Harry Potter a Orlando non fosse un commercio equo e solidale. Si dice anche che non fosse affatto entusiasta dei giochi per cellulare di Harry Potter. Temeva, infatti, che i giovani si sentissero costretti ad acquistare componenti aggiuntivi. È nota, inoltre, la sua avversione per le action figures legate ai film. Gira voce, infine, che, durante gli incontri più tesi, abbia minacciato di boicottare la Warner Bros. e la serie TV basata sui romanzi di Harry Potter.
È fuori di dubbio che J.K. Rowling sia una figura controversa. Negli ultimi anni si è ritrovata spesso e volentieri al centro di polemiche per via delle sue drastiche opinioni sui diritti dei transgender. Come se non bastasse, si è espressa in sostegno di personalità che sono state emarginate per aver condiviso tali opinioni. Le sue esternazioni hanno generato dure reazioni anche da parte dei protagonisti degli otto film tratti dalla saga letteraria, ovvero Daniel Radcliffe e Emma Watson.
La Rowling è molto protettiva nei confronti del franchise e, evidentemente, profondamente consapevole del proprio potere contrattuale. Non dimentichiamo che le è stato concesso il veto su qualsiasi "sequel scritto da non autori", e questo vale per i libri quanto per i prodotti audiovisivi. Probabilmente è una delle ragioni per cui la serie procede a rilento. Non rimane che attendere per scoprire cosa ne sarà dell'ambizioso progetto televisivo, che, si rumoreggia, potrebbe essere il più costoso mai prodotto prima dalla compagnia.