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Fuori, ovvero nessuno si salva senza l'immaginazione: Mario Martone, Valeria Golino, Elodie e Matilda De Angelis a Cannes

Oggi è un gran giorno per il cinema italiano, perché viene presentato al Festival di Cannes Fuori, il film di Mario Martone con Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie. Regista e attrici hanno incontrato la stampa poche ore fa.

Fuori, ovvero nessuno si salva senza l'immaginazione: Mario Martone, Valeria Golino, Elodie e Matilda De Angelis a Cannes

Oggi al Festival di Cannes è la giornata dell'unico film italiano in concorso, un film per cui facciamo il tifo, e lo diciamo spudoratamente, perché a dirigerlo è stato uno dei nostri registi preferiti, e cioè Mario Martone, che ha già partecipato al festival con Nostalgia e con L'amore molesto. Quest'ultimo, tratto dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante, aveva come protagonista una donna. Succede anche in Fuori, che si sofferma su un momento molto particolare della vita di Goliarda Sapienza: l'estate del 1980. La scrittrice era stata in carcere per un furto di gioielli e quella permanenza si era trasformata per lei in un esercizio di libertà e di energia anche creativa grazie all'incontro con due donne ancora più anarchiche e in continua trasformazione: Roberta e Barbara. Come molti sanno, l'esperienza in prigione di Goliarda è diventata il libro "L’Università di Rebibbia", che la per sceneggiatrice Ippolita Di Majo è stato il punto di partenza, insieme a "Le certezze del dubbio", per un soggetto che ha folgorato Mario Martone. È stato lo stesso regista a spiegarlo durante un incontro con la stampa italiana. Al suo fianco, presso l’Italian Pavilion, c'erano Valeria Golino, che ha interpretato Goliarda Sapienza, Matilde De Angelis (Roberta) ed Elodie (Barbara). "Con Ippolita Di Majo pensavamo di fare un film biografico su Goliarda Sapienza già 5 anni fa e di avere come protagonista Valeria Golino" - ha detto Martone. "Quando ne abbiamo parlato ai nostri produttori, ci hanno detto che i diritti de ‘L'arte della gioia’ erano stati appena acquistati per diventare una serie diretta proprio da Valeria, ma noi non volevamo fare un film da ‘L'arte della gioia’, quindi l'incrocio è stato a dir poco magico. Sono passati gli anni, Valeria ha realizzato la sua meravigliosa opera e con Ippolita abbiamo continuato il nostro viaggio. Io non avevo le idee molto chiare, ma ero convinto che il film su Goliarda dovesse mostrare la società intellettuale dell'epoca. Un giorno, però, Ippolita ha cominciato a parlarmi di un soggetto diverso, al quale continuavo a opporre la mia ottusa rigidità maschile. Poi l'ho letto e ho detto: 'Questo è il film che voglio fare!'. Mi sono sentito come liberato, perché il soggetto di Ippolita sfuggiva alle molte imposizioni del film biografico. Era una storia di amicizia fra donne, un road movie fra le strade di Roma e il carcere di Rebibbia. Insomma, mi trovavo di fronte un film in cui nulla doveva veramente accadere ma tutto doveva essere molto vivo".

Sono passati 6 anni da quando Valeria Golino si è tuffata nella vita e nelle opere di Goliarda Sapienza, e l'attrice è ancora inebriata dalla personalità, dall'anima e da tutto ciò che un'artista che sfugge ad ogni definizione le ha lasciato in eredità. E infatti Fuori ha rappresentato per lei il coronamento di un sogno: "Il nostro è stato un incontro a tappe durato 40 anni. Ho conosciuto Goliarda quando avevo 18 anni, quindi il nostro primissimo incontro è avvenuto 'nella verità'. Lei era una signora che all'epoca aveva meno anni di quanti ne ho io adesso, ma a me sembrava comunque una signora anziana, però con una testa di ragazza. Era molto curiosa di me, quindi le raccontavo tantissime cose. Ci siamo incontrate 2 o 3 volte a settimana per un paio di mesi perché il suo ex marito Francesco Maselli mi aveva portato a casa sua, la stessa casa dove 40 anni dopo sarei rientrata interpretandola, quindi è chiaro che l'esperienza di questo film mi ha profondamente toccato e ancora mi emoziona, perché dà un senso a quello che faccio e all’insensatezza della vita. Con Goliarda ci siamo dunque innamorate quando ero ragazza e ci siamo fidanzate durante L'arte della gioia, per cui mi sono dovuta immergere nella sua letteratura ricchissima, disordinata, piena di intuizioni fulminanti ma anche di cose non immediatamente comprensibili e soprattutto molto scabrosa, perché Goliarda è stata una scrittrice capace di emozionare ma anche di mettere a disagio il lettore. Alla fine di questo percorso, che aveva già cominciato a ripagarmi di tutte le fatiche che avevo fatto, ho cominciato a recitare nel film a cui ero legata già da anni, e interpretare Goliarda è stata un'altra cosa ancora, che non riguardava più l'intellettualità. Significava essere Goliarda, e quindi il suo corpo, i suoi modi di fare, la sua maniera di guardare le cose, i suoi rapporti interpersonali, e quindi mi sono liberata di certe cose ma ho dovuto trattenerne altre, e per me è stato come sposarla. Adesso siamo una coppia di fatto e spero che lei sia contenta".

Che sul set di Fuori ci sia stato un grande scambio di energie lo si capisce dalla passione con cui Matilda De Angelis parla del film e del suo personaggio. Roberta è stata un'amica importante per Goliarda, con la sua irruenza, la sua romanità chiassosa e la sua fragilità che di tanto in tanto faceva capolino: "Roberta è una persona che è realmente esistita, che ha fatto parte della vita di Goliarda, però è chiaro che a un certo punto è quasi diventata anche un suo personaggio letterario, e quindi la cosa che mi ha emozionato di più è stata l'idea di interpretare Roberta attraverso gli occhi di Goliarda, e quegli occhi si portavano dietro l'amore, la sensibilità, la dignità, il rispetto, la bellezza con cui lei la guardava. Inoltre sono stata guardata da Mario e da Ippolita, e sono stati sguardi d'amore fortemente ricambiati. Il dentro e il fuori di questo film spesso si sovrapponevano, ed è stata una cosa molto speciale e anche molto rara da vivere, tanto che ad oggi Roberta è forse il personaggio più bello che mi sia stato regalato, e ciò che mi appassiona davvero di questo film è che, anche in qualità di spettatrice, ho sempre l'idea di spiarle queste due piccole amiche, queste solitudini che si incontrano, è come sedersi in un bar di fianco a due persone e sentire un pezzo della loro conversazione".

Fuori non è la prima esperienza cinematografica di Elodie, che ricordiamo in Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa e in Gioco pericoloso di Lucio Pellegrini. Fuori è stato tuttavia particolarmente speciale per lei. La cantante è visibilmente emozionata quando incontra la stampa, e dice di essere infinitamente grata al suo regista: "Mi sono innamorata della dolcezza di Barbara, della sua inconsapevolezza di sé e del suo atteggiamento materno anche nei rapporti di amicizia. Ho amato la sua apprensione, e anche la gelosia nei confronti di Goliarda, con cui ha vissuto un momento che è stato importante per tutte e due, e per questo sono rimaste amiche, e trovo che la loro amicizia sia di grande ispirazione, nel senso che spero che accada anche a me qualcosa di così bello. Volevo tanto ringraziare Mario Martone per avermi dato la possibilità di raccontare una storia importante, perché i rapporti umani sono l'unica cosa che ha veramente un senso. Girare questo film e anche guardarlo, perché c’ero ma mi sentivo anche un po’ fuori, è stato bellissimo, e poi ho avuto la possibilità di assaporare l'amore per questo mestiere, la professionalità e la passione per un progetto. Sono felice e orgogliosa di essere qui a Cannes a festeggiare Fuori".

Di Fuori colpisce anche lo stile, che al realismo affianca quasi il sogno, la magia, come se i personaggi in alcuni momenti galleggiassero dentro a una bolla di sapone o chiudessero intenzionalmente fuori dal loro mondo tutto ciò che sembra superfluo: che siano le convenzioni, le difficoltà della vita o la realtà: "Per me Goliarda è una scrittrice realista perché è molto specifica in quello che racconta" - dice Mario Martone. "Spesso parla di cose vere, come ne 'L'università di Rebibbia', ma il fatto straordinario è che lei, partendo da questo realismo, scatena invece l’immaginazione. Quanti giorni è stata Goliarda in carcere? Non si sa, perché lei diceva una cosa, altre fonti un'altra. Realtà e immaginazione giocano una grande partita nella scrittura di Goliarda Sapienza, e ho voluto che diventasse una partita importante del film nonché la partita più importante per noi essere umani, nel senso che nessuno si salva da solo, e questo lo sappiamo ed è una grande frase che non dobbiamo dimenticare, ma nessuno si salva senza l'immaginazione, cioè l'immaginazione è quello che in qualche modo ti restituisce a te stesso quando ti sei perso nella tua prigione interiore. L’immaginazione ha dato a Goliarda Sapienza la spinta a vivere, e per me è un fatto anche politico".

Fuori arriva nelle nostre sale il 22 maggio. Il 21 ci sarà una grande anteprima presso l'Ariston di Sanremo alla presenza del regista e del cast e con 170 sale italiane collegate.

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