Frankenstein, Guillermo del Toro e il suo approccio: "Una storia di genitori e figli, non un horror"
A Cannes per un incontro col compositore Alexandre Desplat, il regista Guillermo del Toro ha spiegato quale sia il suo approccio al nuovo adattamento di Frankenstein, in arrivo su Netflix in autunno.

Come sappiamo, sta proseguendo la collaborazione tra il regista Guillermo del Toro e Netflix: entro l'autunno dovremmo vedere il suo nuovo Frankenstein, interpretato da Oscar Isaac. Anche questo film, come altri dell'autore messicano, presenta una colonna sonora firmata da Alexandre Desplat: il compositore è stato protagonista al Festival di Cannes 2025 di un incontro proprio col regista, che ha colto l'occasione per spiegare al pubblico quale sia l'impostazione di questo nuovo adattamento del capolavoro letterario di Mary Shelley. Decisamente la sua idea è non andare nella direzione più scopertamente orrorifica, anzi. Leggi anche Frankenstein di Guillermo del Toro: ecco Oscar Isaac in una nuova foto del film Netflix
Guillermo del Toro sta creando un Frankenstein "molto personale ed emotivo"
Con l'ultimo Pinocchio per Netflix in stop-motion, Guillermo del Toro ha vinto l'Oscar per il miglior film di animazione: la colonna sonora di quel lungometraggio era firmata da Alexandre Desplat, che è in questi giorni a Cannes perché collaboratore di un altro riconoscibile autore, cioè Wes Anderson, per il quale Desplat ha musicato anche l'ultimo La trama fenicia. Del Toro, ospite di un incontro col musicista, ha toccato la loro prossima collaborazione, cioè Frankenstein, dove il dottore è portato sullo schemo da Oscar Isaac. Gli adattamenti del romanzo di Mary Shelley del 1818 sono innumerevoli, a partire da un film muto del 1910, passando per i due classici di James Whale (Frankenstein e La moglie di Frankenstein, 1931 e 1935), il Frankenstein di Mary Shelley con Branagh e De Niro (1994) e arrivando a un film come Povere Creature!, che in maniera chiara ne rilegge la suggestione principale. È un mito sempre vivo, ma Del Toro sente di aver trovato una sua personale strada interpretativa:
Una persona l'altro giorno mi ha chiesto: ci saranno scene che faranno molta paura? Per la prima volta ho realizzato che per me è una storia che tocca il cuore. Estremamente personale. Mi pongo domande sull'essere padre, sull'essere figlio... non sto facendo un horror, assolutamente no. Non ci sto nemmeno provando. [Preparando La forma dell'acqua], sapevo già che avrei vendicato la creatura, dopo aver visto Marylin Monroe che esce dal cinema con Tom Ewell in Quando la mogle è in vacanza, e dice che la creatura aveva soltanto bisogno di qualcuno che le volesse bene. M'innamorai di Marilyn e m'innamorai della creatura in quella scena, sin da piccolo. E pensai che troppo spesso le persone si guardano reciprocamente in modo sbagliato. Succede sempre così nel mondo.