Elio, le registe e le voci italiane: "Siamo più distanti che mai, ecco un film per riavvicinarci"
Elio, l'ultimo lavoro della Pixar, è stato presentato a Roma dalle registe Domee Shi e Madeline Sharafian, in compagnia della producer Mary Alice Drumm e delle voci italiane Alessandra Mastronardi e Adriano Giannini. Una fiaba di fantascienza per superare le nostre solitudini.

- Elio, la scintilla e la genesi del film Pixar Disney
- Elio, la missione di una storia che va oltre le solitudini
- L'esperienza del doppiaggio di Elio, parlano Mastronardi e Giannini
- Elio, ispirazioni e spirito di corpo
Elio, il nuovo film di animazione targato Pixar, è nei nostri cinema dal 18 giugno: è stato presentato a Roma dalle sue due registe Domee Shi e Madeline Sharafian, accompagnate dalla producer Mary Alice Drumm e da due delle voci italiane, Alessandra Mastronardi e Adriano Giannini (in ruoli minori, nella nostra versione ci sono anche Neri Marcoré e Lucio Corsi). È la storia di un bambino orfano, Elio Solis, che in crisi con la zia mamma affidataria, sogna di essere rapito dagli alieni: accade sul serio, si spaccia per il leader della Terra e diventa amico di Glordon, figlio di un signore della guerra galattico, Grigon. Tra fantasia e considerazioni molto... reali, leggiamo cosa è stato detto in conferenza stampa.
Elio, la scintilla e la genesi del film Pixar Disney
Come nasce una storia così bizzarra? Domee Shi, coregista di Elio insieme a Madeline Sharafian, ci spiega che tutto è nato da un'idea di Adrian Molina, autore di Coco: cosa succederebbe se il ragazzino più strambo della Terra fosse rapito dagli alieni e considerato il leader della Terra? Quando Molina ha lasciato il film per lavorare su Coco 2, alla loro entrata Domee e Madeline hanno alzato la posta, suggerendo che essere rapito dagli alieni potesse essere in effetti il suo sogno. "Ma una volta che abbiamo modificato la storia così, dovevamo capire perché volesse lasciare così tanto la Terra. Qual è la sua sofferenza, la paura che non sta affrontando e che lo spinge a volerla lasciare? E lì abbiamo pensato alla solitudine". Molto interessante il metodo di lavoro che Domee illustra: "Quando cominci a scrivere una storia, non parti sempre dal tema. Magari vuoi sederti e dire: scriverò una grande storia sul senso della vita, sulla solitudine o sulla condizione umana. Ma è dura cominciare così in grande. Devi sempre partire da un luogo più intimo, piccolo. Cominci col protagonista, poi ti allarghi." Secondo la producer, Adrian, Domee e Madeline hanno infuso nel personaggio la loro stessa solitudine provata in giovane età, prima di capire che la strada artistica poteva far provare loro un senso di appartenenza.
Elio, la missione di una storia che va oltre le solitudini
Stabiliti storia e temi, si comprende quale possa essere l'ambizione di un film come Elio. Domee ci dice: "La cosa che mi piace tanto dei film sullo spazio, specialmente nel caso del nostro, è che usiamo lo spazio come simbolo di speranza, curiosità, connessione. Qui in sostanza si parla di un ragazzino solo che impara a instaurare legami con gli altri. In questo momento storico ci sentiamo tutti un po' più distanti dal prossimo, speriamo che il film possa ispirare la gente a ritrovare quel legame. [...] All'inizio del film Elio non cerca nemmeno di legarsi alle persone che lo circondano, speriamo che nel corso del film, mentre guardiamo Elio che dà alla Terra una seconda possibilità, in una visione appena più speranzosa, il pubblico si unisca a lui. Noi non vogliamo che la gente consideri la Terra una causa persa, c'è ancora tanto da salvare!" In quest'ottica, le autrici vedono Elio non solo come intrattenimento, ma anche come potenziale conforto. Elio non deve riscoprire solo l'amore di chi sulla Terra lo conosce, ma deve anche capire che sulla Terra tante persone si sentono nella sua stessa condizione.
Alessandra Mastronardi (zia Olga) pensa che sia stato quell'elemento a commuoverla così tanto durante la proiezione: "Trovarsi in una situazione in cui non sai quale sia la tua casa, lì a domandarti a quale mondo davvero appartieni, è un tema universale, per tutte le età". Adriano Giannini (Lord Grigon) si stupisce ancora di come a volte l'animazione riesca a veicolare queste emozioni profonde, a volte meglio che un film dal vero: "Rimarrà per me sempre un mistero."
Questa commozione si ottiene sapendo rinunciare anche a una cultura che ci voglia sempre necessariamente "forti", così come Lord Grigon, con una letterale corazza, come spiega Domee: "La bellezza dell'animazione è il poter usare le immagini come metafore delle idee di cui vuoi parlare. [...] A suo modo Grigon ama Glordon. Dice: non credo di capirti, ma ti vorrò bene sempre. Oggigiorno per me è un sentimento molto reale, tra genitori e figli."
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L'esperienza del doppiaggio di Elio, parlano Mastronardi e Giannini
Adriano Giannini, di certo non nuovo al doppiaggio (ricordiamo il Joker di Heath Ledger, su tutti), ci dice che l'esperienza sull'animazione è a prescidere più faticosa, con un maggiore sforzo vocale per inseguire situazioni che nelle opere dal vero non si verificano. In particolare il suo Lord Grigon di Elio è stato ancora più faticoso perché tendenzialmente... furioso! Adriano ha chiesto al direttore del doppiaggio Massimiliano Manfredi di diluire le sessioni proprio per consentirgli di non perdere la voce.
Per Alessandra Mastronardi era la prima volta al doppiaggio di un personaggio animato, così ha ritenuto di seguire con precisione l'impostazione originale di Zoe Saldana: "Mi ci sono approcciata con molta umiltà. Lo rifarei? Certo che sì, ma non dipende da me!"
Domee Shi e Madeline Sharafian hanno poi raccontato il diverso tipo di lavoro sulle voci originali: come qualcuno saprà, le voci inglesi sono registrate prima dell'animazione, "sul nero", come si dice in gergo, quindi l'apporto del cast a volte può modificare i dialoghi. È successo puntualmente con i piccoli attori che interpretavano Elio e Glordon, perplessi da alcune battute che avevano preparato per loro: "Remy, la voce di Glordon, a un certo punto ha cominciato a chiedersi persino come dovesse essere la giornata tipo di Glordon: conosceva ormai il personaggio meglio di noi!"
Elio, ispirazioni e spirito di corpo
In quanto film di fantascienza, seppur fiabesco e cartoon, Elio è intriso anche di citazioni e ispirazioni allo stile di grandi registi del genere, come Ridley Scott (Alien), John Carpenter (La cosa) e Steven Spielberg (Incontri ravvicinati del terzo tipo, dove il personaggio di Richard Dreyfuss è ossessionato dagli alieni più di Elio). "Anche la prima volta che appare Glordon nel film, stiamo decisamente ammiccando ad Alien".
Ma è facile far nascere scene e gag dalle passioni comuni, perché - come ci fa notare Madeline - la Pixar è uno degli ultimi studi di animazione rimasti negli Stati Uniti dove si svolga l'intera lavorazione di un lungometraggio nello stesso luogo, con i membri del team letteralmente fianco a fianco. "E sono grata del fatto che tutti noi che abbiamo lavorato su Elio, vicini come siamo stati, siamo rimasti amici. Non si sono abbattuti ponti. Secondo me il film è migliore, perché siamo stati tutti insieme." Prevedibile che la domanda sull'uso dell'IA nell'animazione a questo punto lasci perplesse le autrici. Domee considera: "Per creare un film come questo ci vogliono artisti, tecnici, sceneggiatori, esseri umani reali. L'AI è sempre più presente nel mondo, penso che sicuramente la vedremo utilizzata sempre di più nel settore dell'animazione. Ma quello che amo di più dell'arte realizzata dagli esseri umani è che è il riflesso delle imperfezioni della vita e degli esseri umani. L'AI è perfetta. Non penso che potrebbe davvero aiutarci a parlare in modo profondo dei temi e delle storie che ci interessano."