E se a dirigere Flashdance fosse stato... David Cronenberg? "Me l'hanno chiesto, perché ho detto no"
David Cronenberg ha svelato di esser stato ad un passo dal dirigere Flashdance, famosissimo film musicale con protagonista Jennifer Beals. Il maestro del body horror ha tuttavia declinato l'offerta, con le sue buone ragioni.
Anche chi non è cresciuto a pane e cinema, probabilmente, ha visto almeno una volta Flashdance. O, quantomeno, conosce l'iconica scena dell'audizione di Alex, alias Jennifer Beals, sulle note di What a Feeling. Una sequenza parodiata recentemente anche da Francesco Pannofino in Boris 4. Forse il nome del regista del cult del 1983, Adrian Lyne, sfuggirà ai meno esperti. Ma una cosa è certa: volendo tirare a indovinare chi ha diretto il film musicale, il nome di David Cronenberg finirebbe certamente in fondo alla lista. Eppure, recentemente, il celebre autore canadese ha rivelato (via Variety) che la sceneggiatura, a suo tempo, arrivò sulla sua scrivania, con tanto di proposta ufficiale.
Ospite del Marrakech Film Festival per presentare la sua ultima fatica, The Shrouds, Cronenberg ha ammesso di aver rifiutato la regia di Flashdance. Nei primi Anni Ottanta, il maestro del body horror cominciava a farsi un nome, grazie a titoli quali Il Demone sotto la Pelle (1975) e Brood - La Covata Malefica (1979). La storia dell'affascinante saldatrice che di notte si esibisce nei nightclub e sogna di diventare una ballerina, già allora esulava non poco dalle velleità di Cronenberg. Tuttavia, Don Simpson e Jerry Bruckheimer, produttori di Flashdance, non la pensavano così.
Potreste rimanere sorpresi dal fatto che Simpson e Bruckheimer fossero totalmente convinti che io fossi la persona giusta per dirigere. Davvero, non so perché lo abbiano pensato, e alla fine ho dovuto dire di no. Gli ho detto: "Se sarò io il regista, distruggerò il vostro film"!
È tanto divertente quanto improbabile immaginare che piega avrebbe preso la storia d'amore tra Alex e Nick (Michael Nouri) se, dietro alla macchina da presa, ci fosse stato il papà di A History of Violence. O dove sarebbero andate a parare le ambizioni artistiche della protagonista. L'avremmo vista danzare e trasformarsi, lentamente, in una creatura mostruosa? Non lo sapremo mai. Cronenberg, di lì a poco, avrebbe firmato gioiellini quali Videodrome (1983), La mosca(1986) e Il pasto nudo (1991), affermandosi come uno degli autori più interessanti e originali del cinema contemporaneo.
Il regista, orgogliosamente, ha definito il suo lavoro "depravato", affermando: "I miei film sono stati attaccati per essere orribili, decadenti e depravati, tutte cose positive. Mi sono definito il Barone del Sangue. Ma almeno non ho detto di essere il Re: ero molto modesto." Quanto al body horror, ha riflettuto: "L'idea di genere era un modo per vendere un film. Era una questione di marketing soprattutto, perché, se facevi un film d'autore come Crash o Inseparabili, poteva essere molto difficile capire a che tipo di pubblico potesse essere destinato. In un certo senso, sei protetto dal genere".
A proposito di The Substance, che proprio negli ultimi mesi ha riportato alla ribalta il genere, ha aggiunto, parlando con IndieWire, che "stanno succedendo un sacco di cose interessanti" nell'attuale panorama del body horror. "Devo dire che ce ne sono molti e, naturalmente, alcuni di loro sono registi che hanno detto di essere stati influenzati da me. Quindi è piuttosto interessante e mi fa piacere".