Dune Parte Due, vedremo le scene tagliate? Risponde il regista
Nonostante duri 2h e 45m, Dune 2 ha visto come ogni produzione tagli di diverse scene al montaggio: Denis Villeneuve spiega a Collider se avremo la possibilità di vederle, magari in una versione estesa.

Ora che Dune - Parte Due è al cinema, i fan più accaniti si domandano già: vedremo in futuro versioni estese di questo o del film precedente, com'è usanza fare a Hollywood, occasione che alcuni registi colgono al volo? Risposta breve: no. Denis Villeneuve infatti non rientra nel gruppo di autori che ama mostrare al pubblico le scene che ha deciso di cestinare al montaggio, non importa quanto l'esclusione gli sia pesata, per il bene del ritmo narrativo che aveva in mente. Ha spiegato come la vede a Collider. Leggi anche Dune 3, la Legendary interessata a Dune Messiah dopo Dune - Parte Due
Denis Villeneuve, Dune 2 e le scene tagliate: "Non riporto in vita quello che ho ucciso"
Denis Villeneuve è perentorio: non ha la minima intenzione di condividere con il pubblico le scene che ha tagliato da Dune e Dune - Parte Due, compresa la presenza di Tim Blake Nelson nei panni di un personaggio non rivelato (l'attore ai microfoni di Movieweb si è detto dispaciuto, anche se comprende le necessità di scelte difficili). Non è una decisione legata al progetto in sé dell'adattamento del romanzo di Frank Herbert. È proprio una prassi per il regista canadese, che dà valore al percorso che un'opera compie in post-produzione, per raggiungere il pubblico così com'è. E la durata, che per giunta nel caso di Dune 2 è di ben 2h e 45m, non conta. Conta l'equilibrio, come spiega. E per quell'equilibrio bisogna fare sacrifici, anche spietati.
Lo credo fermamente: quello che nel film non c'è... è morto. A volte rimuovo delle inquadrature e mi dico: "Non riesco a credere che la sto tagliando". Mi sento come un samurai che si squarcia le budella. Fa male, quindi non posso poi tornare indietro e metter su una creatura di Frankenstein, cercando di rianimare le cose che ho ucciso. Fa troppo male. Quando una cosa è morta, è morta, ed è morta per una ragione. È un processo doloroso, ma è il mio lavoro. Il film ha la precedenza. Sono molto severo al montaggio. Non penso al mio ego, penso al film... uccido le mie creature, mi fa male. [...]
Ho fatto film nella mia vita che duravano 75 minuti, questo dura due ore e mi pare quarantacinque minuti, una roba del genere. Non conta la durata, conta la narrazione, sentivo di dover creare un crescendo. Cercavo un'energia nel film che mi entusiasmasse, ho pensato che questa fosse la durata perfetta... Anche un film di cinque minuti può annoiarti.