Cos'hanno in comune Indiana Jones 2 e Star Wars Episodio V? Un'intuizione di George Lucas (e i dubbi di Spielberg)
Anche Steven Spielberg può sbagliare! Al momento di realizzare Indiana Jones e il Tempio Maledetto, George Lucas ebbe un'idea che non convinceva il regista di Jurassic Park, ma che si rivelò vincente. Di cosa si tratta? Della stessa all'origine de L'Impero colpisce ancora!
Di George Lucas potremmo parlare per ore ed ore. Il regista, sceneggiatore e produttore, che il 14 maggio ha compiuto 80 anni, è l'ospite d'onore del giorno a Cannes 2024. Nel pomeriggio, infatti, riceverà la Palma d'Oro onoraria, in omaggio alla sua eccezionale carriera. Per l'occasione, vi raccontiamo una divertente curiosità sul papà di Star Wars e, in particolare, sul suo legame artistico con un'altra icona di Hollywood: Steven Spielberg.
Mettiamo da parte per un momento Jedi e Sith e concentriamoci su un altro iconico franchise: Indiana Jones. Il primo capitolo della saga con protagonista Harrison Ford, cominciata nel 1981, vide dietro la macchina da presa proprio il regista di Jurassic Park. I Predatori dell'Arca Perduta riscosse un successo stratosferico, affermandosi negli Stati Uniti come il maggior incasso stagionale ed eguagliando il miglior incasso dell'anno precedente, ovvero L'Impero colpisce ancora.
Lucas e Spielberg si misero dunque al lavoro sul capitolo successivo: Indiana Jones e il tempio maledetto (1984). Chiunque abbia visto il film - che è di fatto un prequel de I Predatori dell'Arca Perduta - avrà certamente notato che il tono del film è molto diverso da quello, più giocoso, del suo predecessore. L'atmosfera de Il Tempio Maledetto è più cupa e anche la storia, incentrata sul sanguinario culto della dea Kali, presenta uno spiccato lato oscuro (si perdoni l'involontario gioco di parole). Possiamo affermare che, tra i due titoli, intercorre un rapporto analogo a quello tra Guerre Stellari e L'Impero colpisce ancora.
Nel 2006, intervistato da Empire, Steven Spielberg ha ammesso che fu soprattutto Lucas a spingere per conferire un tocco dark a Il Tempio Maledetto. Quelle vibes, in effetti, non erano molto in linea con quella che era allora la poetica del regista di Schindler's List.
Penso che Il Tempio Maledetto fosse in anticipo sui tempi per la mia sensibilità e perfettamente in linea con i tempi per quella di George. George stava attraversando un periodo buio. Sicuramente ha ispirato Irvin Kershner [regista de L'Impero colpisce ancora, ndr] a girare un secondo atto molto oscuro nella prima trilogia di Star Wars e voleva che il secondo Indiana Jones fosse molto, molto oscuro. E io non ero lì. Sono certamente presente ora nel mio cinema, come probabilmente hai visto sin dai tempi di Schindler's List. Prima di ciò, era un po’ una lotta contro il buon senso diventare così oscuri come abbiamo fatto noi.
Nella stessa intervista, George Lucas ha confermato che quell'oscurità che ha insistito per infondere nel prequel di Indiana Jones era connessa al difficile momento che stava attraversando emotivamente. "In parte era perché stavo divorziando - ha dichiarato - Steven si era appena lasciato e non eravamo di buon umore, quindi abbiamo optato per qualcosa di un po' più tagliente. Alla fine è risultato più oscuro di quanto pensassimo. Una volta usciti dal nostro cattivo umore, che è andato avanti per un anno o due, abbiamo guardato il film e ci siamo detti: 'Mmmh, sicuramente l'abbiamo portato all'estremo'. Ma è più o meno quello che volevamo fare, nel bene e nel male".
Lo scetticismo di Spielberg non aveva evidentemente ragion d'essere. Il Tempio Maledetto fece il boom al box office, incassando 333,1 milioni di dollari. Una cifra non distante dai 367,4 milioni di dollari de I Predatori dell'Arca Perduta. Paradossalmente, fu proprio quell'inaspettata dose di cupezza a rivelarsi uno dei punti di forza del film, perché permise a Spielberg di esplorare un lato inedito della personalità di Indy. Seguire il cliché dei primi due capitoli di Star Wars non è stata dunque una cattiva idea per il franchise. L'intuizione di Lucas, sebbene ispirata da un evento personale doloroso, ha fatto centro!
Il terzo capitolo della serie, Indiana Jones e l'ultima crociata (1989) ha ritrovato in compenso la cifra spensierata e divertente delle origini. Anche in questo caso, l'accoglienza fu monumentale. Con i suoi 474,2 milioni di dollari al botteghino globale, fu il film col maggiore incasso del 1989.