Borg McEnroe: la vera e leggendaria rivalità tra due campioni di tennis raccontata nel film
Janus Metz Pedersen nel film del 2017 con Shia LaBeouf e Sverrir Gudnason ci riporta sui campi dove si sfidarono tra gli anni Settanta e Ottanta Bjorn Borg e John McEnroe, due campioni dal temperamento opposto.
Nel 2017 il film del danese Janus Metz Pedersen Borg McEnroe ha raccontato una delle più grandi rivalità sportive del ventesimo secolo, quella tra il tennista americano John McEnroe - interpretato da Shia LeBeouf . e lo svedese Björn Borg, interpretato dal connazionale Sverrir Gudnason (molto somigliante al campione), all'opposto come temperamento, stile e modo di affrontare lo sport agonistico. I protagonisti sono stati allenati, per risultare credibili, da due ex tennisti professionisti finlandesi, Jarkko Nieminen e Velo Paloheimo. Nel film, la cui trama si concentra sulla storica finale di Wimbledon del 1980, il famoso attore svedese Stellan Skarsgard interpreta l'allenatore di Borg, Lennart Bergelin, mentre proprio il figlio del campione svedese, Leo Borg, è suo padre tra i 9 e i 13 anni. Gli attori non indossano loghi sulle magliette e sui calzoncini, probabilmente per un mancato accordo per i diritti, ma tutti sanno che Borg indossava Fila e McEnroe (uno dei primi a firmare un contratto esclusivo di sponsorship) Sergio Tacchini. Anche chi era ragazzo all'epoca e non era particolarmente appassionato di sport in generale, e di tennis in particolare, negli anni Settanta e Ottanta sapeva praticamente tutto di questi campioni e della loro leggendaria rivalità, che il film ci racconta e che qua vogliamo riassumere.
Bjorn Borg, l'uomo di ghiaccio
Björn Borg, nato a Stoccolma il 6 giugno 1956, ha vinto tra il 1974 e il 1981 11 titoli del cosiddetto Grande Slam, che comprende le gare internazionali più importanti (Australian Open, Roland Garros, Torneo di Wimbledon e U.S. Open) ed è stato numero 1 al mondo dal 1977 al 1981. Al tennis si affaccia appena adolescente: a soli 15 anni viene scelto per la squadra svedese che parteciperà alla Coppa Davis. Nel 1973, al primo anno da professionista, raggiunge la finale agli open di Montecarlo contro il grande campione rumeno Ilie Nastase, più grande di lui di dieci anni. Viene sconfitto agli Open di Francia dal nostro Adriano Panatta, ma la sua ascesa è inarrestabile: riesce a raggiungere la finale dei tornei più importanti, batte il veterano americano Jimmy Connors, perde con l'argentino Guillermo Vilas (tennista e poeta, altra rockstar del tennis) e a 17 anni, pur non avendo vinto alcun titolo, col suo gioco freddo e regolare è 18esimo nel ranking mondiale. Le cronache mondane si occupano di lui per i suoi matrimoni, il primo con la tennista rumena Mariana Simonescu e il secondo con la cantante Loredana Berté, con cui inizia una relazione nell'estate del 1988. L'anno successivo il campione tenta il suicidio ed è proprio la moglie a salvarlo. Pochi mesi dopo si sposano e sono sempre sotto i riflettori, in un matrimonio turbolento e tempestoso, che termina nel 1992 dopo un altro tentato suicidio (di lei).
John McEnroe, l'irascibile
Nato il 16 febbraio 1959 nell'allora Germania dell'Ovest (dove il padre americano era di stanza), McEnroe ha vinto 7 titoli al Grande Slam, ed è stato il numero 1 mondiale dal 1981 al 1984. Anche lui inizia a giocare a tennis da bambino, per proseguire coi tornei nazionali juniores. Nel 1977, dilettante diciottenne, partecipa al torneo di Wimbledon dove viene però battuto da Jimmy Connors in semifinale. L'anno dopo diventa professionista e nel 1979 inizia la grande sfida col rivale Bjorn Borg. Anche di lui si occupano le cronache mondane nel 1986 per il matrimonio con l'attrice Tatum O'Neal, figlia di Rian O'Neal, da cui ha due figli prima del divorzio nel 1994. McEnroe ha pubblicato una autobiografia di grande successo nel 2018, anno in cui gli è stato anche dedicato il documentario John McEnroe – L'impero della perfezione.
Borg-McEnroe: La grande sfida
I due campioni si sfidano sul campo 14 volte in 4 anni (mai su campi in terra battuta, in cui Borg era favorito) e il risultato è di parità: 7 a 7. I loro match appassionano per la bravura dei due nello sport e divertono anche i profani per il loro comportamento esattamente all'opposto. Borg, da bravo nordico, è freddo, non contesta mai e non si lascia andare a gesti di esultanza se non a volte, dopo una vittoria importante, inginocchiandosi e alzando le braccia al cielo. Viene soprannominato per questo Ice Man, con un facile gioco di parola Iceborg e anche Bear, visto che proprio questo, orso, significa in svedese il suo nome di battesimo, Björn. I suoi capelli lunghi, lisci e biondi trattenuti da una fascia, la divisa immacolata, la barba e i baffi da vichingo che a volte sfoggia, contribuiscono al suo fascino sul pubblico, specialmente femminile. Mancino, maestro nel servizio e nella volée, in netto contrasto con Borg, John McEnroe ha un temperamento più mediterraneo, si infuria, batte in piedi, getta la racchetta e protesta in modo plateale contro gli arbitri (feccia e idiota incompetente sono gli epiteti più leggeri). Resta celebre la sua battuta, che darà il titolo alla sua autobiografia, “You Can't Be Serious” (stai scherzando!), rivolta all'arbitro di sedia dopo che non gli aveva concesso un Ace. Con Borg lo lega tutt'oggi – come spesso accade ai rivali più accaniti – una lunga amicizia. Sul campo i suoi “nemici” storici sono stati Jimmy Connors e il cecoslovacco Ivan Lendl, anche se le sue sfide con Borg, che il film di Pedersen ci racconta, restano nella leggenda, così come due campioni sportivi agli antipodi per gioco e carattere, venerati come due autentici divi, che all'epoca divisero il pubblico in due fazioni: chi amava la freddezza e la compostezza dell'uomo di ghiaccio e chi tifava per l'incontenibile e capriccioso ragazzo, che di fair play non aveva neanche l'ombra.