Beetlejuice Beetlejuice, il montatore esclude una Director's Cut: "Al cinema c'è già la versione che Tim voleva"
Jay Prychidny, che ha cominciato a lavorare come montatore di Tim Burton sulla serie Mercoledì, si è occupato anche di Beetlejuice Beetlejuice ora in sala. Racconta com'è stato il metodo di lavoro con Burton, se paragonato a quello di altri autori. Director's Cut? Non ce n'è bisogno.
Beetlejuice Beetlejuice è in sala, in un generale apprezzamento del pubblico specialmente negli USA: Bloody Disgusting ha parlato con il montatore del film Jay Prychidny, che ha conosciuto Tim Burton lavorando sulla serie Mercoledì, e che ha ricevuto il compito di contribuire a questo sequel storico, se non altro per i corposi 36 anni trascorsi dall'uscita del prototipo. Prychidny spiega il metodo di lavoro che hanno tenuto con Burton sul film, e leva ogni dubbio su una possibile Director's Cut del lungometraggio, a suo dire non necessaria. Leggi anche Beeltejuice Beetlejuice, la morte di un personaggio è una paura recondita di Tim Burton! [SPOILER]
Jay Prychidny, il montatore di Tim Burton per Beetlejuice Beetlejuice, esclude la Director's Cut
Dopo una gavetta in tv durata vent'anni, il montatore Jay Prychidny ha ottenuto la sua promozione cinematografica con Scream VI di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, dopo aver già incrociato Tim Burton per la serie Mercoledì, ottenendo l'onore di montare Beetlejuice Beetlejuice. A questo proposito, c'è somiglianza nel modo di lavorare di questi autori? "Hanno stili specifici che sono quasi all'opposto, Matt e Tyler girano un sacco, tante angolazioni diverse, tante versioni, ti danno un'incredibile libertà al montaggio. [...] Tim non gira così. Gira molto meno, si dà molte meno opzioni. Hai sempre libertà creativa, ma non allo stesso modo. Non puoi cambiare completamente una scena da com'è stata pensata. Devi rendere le scene il più possibile rifinite all'interno di quei confini".
Ma come ha affrontato il montaggio di un film così strano? "Una cosa che si è evoluta nel montaggio è stata la struttura: quando ci sono così tanti personaggi, è inevitabile che si salti da un mondo all'altro. [...] Beetlejuice, il personaggio, è anarchico, esagitato, selvaggio, a volte ho preso ispirazione da lui per la sensazione che il montaggio doveva trasmettere."
Director's Cut in vista? Per Jay avrebbe poco senso: "Per me è troppo figo che un film così personale abbia avuto questa risonanza nel mercato, con questo marchio artistico così particolare. È Tim allo stato puro, con tutte le imperfezioni e tutta la gloria. Credo che sia un film divertente, fresco, atipico, diverso da tanti altri sequel in giro. [...] La versione in sala è già quella che Tim voleva fare. Sostanzialmente è già la sua Director's Cut."