Atto di Forza e Robocop, i remake non sono piaciuti a Paul Verhoeven, e spiega perché
Paul Verhoeven, regista degli originali Total Recall e Robocop, ha parlato con Metrograph dei remake di due suoi film amatissimi realizzati tra gli anni Ottanta e Novanta. Cosa c'è per lui che non va nei due remake moderni?

Total Recall - Atto di Forza e Robocop sono stati due recenti remake di film di Paul Verhoeven: con gli originali il regista olandese conquistò Hollywood tra gli anni Ottanta e Novanta, non risparmiandosi sulla violenza e la visionarietà un po' grottesca, lavorando con Arnold Schwarzenegger nel primo caso e con Peter Weller nel secondo. Nessuno dei due rifacimenti è andato bene al boxoffice: intervistato da Metrograph, Verhoeven dà un suo parere sui motivi, evitando lamentele generiche su Hollywood e andando al nocciolo del problema in entrambi i casi. Leggi anche Benedetta di Paul Verhoeven a New York scatena le proteste dei cattolici oltranzisti
Paul Verhoeven spiega perché i remake di Total Recall e Robocop non hanno funzionato
Regista da poco del forte Benedetta, coprodotto di nuovo in Europa tra Francia, Belgio, Olanda, Paul Verhoeven sembra essersi lasciato alle spalle la Hollywood che pure scosse con lavori come Basic Instinct. Ha però idee molto chiare sul motivo per cui Total Recall - Atto di forza e Robocop, remake rispettivamente dei suoi Atto di forza (1990) e Robocop (1987), possano non aver funzionato. Certo, siamo in un'epoca diversa che ha paura di quel tasso di violenza o erotismo, ma a conti fatti per Paul, ora ottantacinquenne, i difetti di quei remake sono concreti e intrinsechi a delle decisioni prese in sceneggiatura. Spiega:
Mi rendo conto che [il nuovo] Total Recall aveva un sacco di effetti speciali, ma il mistero - è tutto vero oppure no? - io quello non l'ho sentito più. La cosa interessante del film originale è che, quando alla fine Rachel Ticotin dice "Baciami velocemente prima che ti svegli", ancora non sai se è tutto reale. E poi c'era un grandioso compositore, Jerry Goldsmith. Ero così contento di quei motivi al pianoforte. Senza tutto questo, cosa ti rimane? [...]
Il problema [del nuovo Robocop] è che lui è proprio conscio di aver perso tutte le braccia e le gambe. Lo sa sin dall'inizio. La cosa bella del Robocop originale, quello che non lo rende una pura tragedia, è che lui davvero non lo sa più. Gli arrivano un paio di ricordi come flash, quando torna nella sua vecchia casa, ma Robocop non è una figura tragica. Certo, viene ucciso in modo orrendo all'inizio. Ma quando lo rivediamo come robot, non dà quell'idea. [...] Nel nuovo, siccome ricorda tutto, è una figura molto più tragica. Noi volevamo che lo accettaste sin dall'inizio come un poliziotto robotico. È quello che gli hanno fatto. A mio modo di vedere, è stato problematico renderlo una figura più tragica.