28 anni dopo, Aaron Taylor-Johnson sul futuro del suo personaggio: "Ha perso il controllo"
Aaron Taylor-Johnson affronta il futuro del suo personaggio dopo quanto accaduto in 28 anni dopo e anticipa un cammino di redenzione nel sequel.

Ambientato circa tre decenni dopo quanto accaduto in 28 giorni dopo, 28 anni dopo ha introdotto una nuova dinamica attraverso nuovi personaggi. Il mondo distopico presentato tempo fa è soltanto peggiorato con il passare degli anni e tra i nuovi protagonisti proposti sul grande schermo non è passato inosservato Aaron Taylor-Johnson. La trama ruota attorno ad un gruppo di sopravvissuti che vive su un’isola collegata alla terraferma soltanto attraverso una lingua di strada, ben sorvegliata per evitare spiacevoli sorprese. Tra i sopravvissuti c’è Jamie, interpretato da Aaron Taylor-Johnson, padre di Spike a cui insegna come difendersi. Sua moglie Isla, invece, è afflitta da una malattia sconosciuta e sarà suo figlio Spike a condurla sulla terraferma alla ricerca di un dottore. Il finale di 28 anni dopo potrebbe aver sconvolto il pubblico, incluso Aaron Taylor-Johnson. Quest’ultimo, infatti, ha cercato di processare quanto accaduto ragionando sul futuro del suo personaggio.
28 anni dopo, Aaron Taylor-Johnson sul futuro del suo Jamie: “Vorrà riscattarsi”
A seguire faremo riferimento a quanto accaduto in 28 anni dopo, per cui chi non desidera anticipazioni dovrebbe tornare in un secondo momento alla lettura di questo articolo. In 28 anni dopo Jamie è stato presentato e percepito come una sorta di guerriero leader sull’isola, un uomo sempre in controllo. Per questo potrebbe aver affrontato con negazione le condizioni di sua moglie. Molto legato alla sua famiglia, la consapevolezza di aver perso moglie e figlio potrebbe spingerlo verso una strada di redenzione, come anticipato da Aaron Taylor-Johnson. Ai microfoni di Screen Rant, l’attore ha ragionato sul futuro che lo attende nel franchise horror:
Immagino che non si riesca a percepire appieno questo senso, vero? Credo che ci sia molta paura e senso di colpa, e la sensazione di aver perso il controllo. È un personaggio che sente di avere tutto sotto controllo e di aver trovato uno scopo su quest'isola, su quest'Isola Sacra, all'interno di questa comunità. È un po' un guerriero, uno che si spinge fino alla terraferma. È molto utile in quello che fa. Ma sì, credo che suo figlio significhi tutto per lui, e credo che lo significhi anche sua moglie, ma credo che lui neghi molto la sua condizione e credo che forse abbia messo troppa pressione e abbia proiettato molto su suo figlio. Credo che una volta perso il controllo, credo che si trovi in un momento in cui probabilmente vuole in qualche modo riscattarsi. Non voglio fare spoiler [per il prossimo film], ma non so se ci sia ancora arrivato in quel momento, perché Spike va avanti e prende l'iniziativa in ciò che deve fare per sua madre.
Aaron Taylor-Johnson tornerà anche nel sequel The Bone Temple, che cambierà regista seguendo le nuove direttive di Nia DaCosta. Il film in questione è stato già girato contemporaneamente a 28 anni dopo e nel cast ci sarà anche Jack O’Connell e anche il ben gradito ritorno di Cillian Murphy, protagonista di 28 giorni dopo.