Endurance - Alla ricerca della nave leggendaria, il documentario sulla spedizione di Shackleton e la sua nave ritrovata
In streaming su Disney+ un film che mette in parallelo la storia incredibile della sfortunata ma fenomenale vicenda dell'ultimo dei grandi esploratori, Sir Ernest Shackleton, e quella della ricerca della sua nave, l'Endurance, colata a picco in Antartide nel 1915 e ritrovata due anni fa.

Era il marzo del 2022 e il National Geographic diffondeva alcune fotografie di straordinaria bellezza e di incredibile rilevanza storica: erano le immagini di una nave affondata più di un secolo prima, inabissatasi a 3000 metri di profondità sul fondo fondo al mare di Weddell, in Antartide. La nave in questione è l’Endurance, quella della leggendaria, grandiosa e disastrosa spedizione dell’esploratore britannico Ernest Shackleton.
Siamo nel 1914. Tre anni prima Roald Amundsen era riuscito nell'impresa di raggiungere per primo il Polo Sud; due anni prima Robert Falcon Scott era morto di fame e freddo con quattro suoi compagni di spedizione dopo aver emulato il norvegese, ma avendo fallito di tornare sulla costa antartica sano e salvo. Shackleton, che con Scott aveva lavorato in precedenti spedizioni, decise di cimentarsi in una nuova spedizione per realizzare quello che sarebbe stato uno storico attraversamento dell'Antartide da costa a costa, la cosiddetta “spedizione imperiale trans-antartica”.
Shackleton non arrivò nemmeno lontanamente vicino alla realizzazione di quella che sarebbe stata un’impresa sensazionale; non riuscì nemmeno a mettere piede sul suolo antartico prima di capire che le cose stavano precipitando, poiché la sua nave - l’Endurance, appunto - rimase intrappolata nel ghiaccio mentre navigava nel mare di Weddell, a 80 miglia nautiche dalla costa antartica. Per dieci mesi l’Endurance rimase prigioniera e portata alla deriva dal pack, fino a che, il 21 novembre del 1915, il suo scafo cedette alla pressione crescente del ghiaccio e si inabissò.
Questo, però, per Shackleton fu solo l’inizio dei veri problemi: perché da lì in avanti, compreso che tentare la spedizione sarebbe stato un un suicidio, l'esploratore cercò di portare in salvo il suo equipaggio, composto da 28 uomini. Non fu cosa facile, anzi. Fu una vera e propria lotta per la sopravvivenza che aveva dell'incredibile, considerato che tra mille peripezie e difficoltà straordinarie - basterebbe pensare anche solo alle condizione climatiche, con temperature che oscillavano tra i -20 e i -45 - i membri della spedizione vennero condotti in salvo solo nell’agosto del 1916.
L’avventura di Shackleton ha esattamente questo di particolare e di straordinario: il fatto di essere stata una fallimento dal punto di vista dei suoi obiettivi iniziali, ma al tempo stesso un’impresa eccezionale di coraggio, perseveranza, determinazione a sopravvivere e far sopravvivere. A questa storia è dedicato un libro meraviglioso, scritto da Alfred Lansing, ma una sua versione più compatta, e comunque emozionante, è raccontata in un documentario che trovate in streaming su Disney+ e che si intitola Endurance, come il libro di Lansing), ma che non casualmente ha anche come sottotitolo “Alla ricerca di una nave leggendaria”.
Nel film documentario - diretto da Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi, quelli di Free Solo e non solo, assieme a Natalie Hewitt - si raccontano infatti in parallelo le due vicende: l’impresa di Shackleton, le sue disavventure, le sue incredibili vicende da un lato, e i lunghi e complessi tentativi di una nuova spedizione, battezzata Endurance22, che con l’utilizzo di tecnologie avanzatissime e una determinazione umana inesauribile è riuscita in un’altra impresa, ovvero quello di identificare sul fondo di uno dei mari più ostili e inaccessibili del pianeta il relitto di quella nave entrata nella leggenda.
Chin e Chai Vasarhelyi, con i loro precedenti documentari, avevano già dimostrato le loro capacità di narratori, e la loro abilità nel tirare fuori il meglio, e tantissima suspense, da imprese sportive o umane che richiedono tempo, pazienza, dedizione e concentrazione. Qui alternano il racconto del presente, e gli stati d’animo dei membri della spedizione Endurance22, con le foto e video di repertorio di quella di Shackleton, mescolate a ricostruzioni (sia realizzate ex novo, che da qualcun altro in precedenza).
Se è vero che, paragonato a quello che Shackleton e i suoi sono riusciti a fare per sopravvivere (qualcosa che ha davvero dell’incredibile e del superumano), la vicenda del presente corre il rischio di impallidire, Endurance - Alla ricerca di una nave leggendaria riesce a caricare di una certa epica anche questa. Tanto più che, quando finalmente l’avanzatissimo robot sottomarino controllato dagli scienziati individua e fotografa quel relitto perfettamente conservato, l’emozione è fortissima: non solo perché si tratta di immagini di per sé evocative e magiche, ma perché un cerchio - anche narrativo, e ancora di più storico, e anche un po' cinematografico, si chiude.
Si chiude un cerchio e ci si chiede anche un po’ come mai, allora come ieri, le risorse nascoste dentro l’essere umano, e la sua capacità di raggiungere l’irraggiungibile e superare l’insuperabile, oggi sembrano essere declinate solo secondo coordinate egoistiche, miopi, perfino meschine, mentre la dimensione di un bene più grande, collettivo, plurale e altruistico sembra il più remoto, nascosto e introvabile dei relitti del nostro inconscio.