Tom Hanks preoccupato dall'IA: "Potrei continuare a recitare anche da morto"
In un podcast Tom Hanks, ringiovanito digitalmente nel prossimo Here di Robert Zemeckis, via Intelligenza Artificiale, ha raccontato come si stia muovendo Hollywood per far fronte a questa nuova (pericolosa?) tendenza.
Tom Hanks è preoccupato per l'IA a Hollywood e per le moderne tecniche di riproduzione dell'immagine di attori e attrici al di là della loro presenza fisica sul set: nonostante lui stesso sia pronto ad affrontare il processo di ringiovanimento digitale, per la sua rimpatriata con Robert Zemeckis nel prossimo Here, ha espresso diverse perplessità sulla questione, chiacchierandone nel podcast di Adam Buxton. Leggi anche Il regista di Avengers contro l'Intelligenza Artificiale, l'allarme di Joe Russo
Tom Hanks sull'IA: "Chiunque può ricreare se stesso a qualsiasi età"
L'abbiamo visto in film come il primo Ant-Man (dove toccò a Michael Douglas), lo rivedremo tra poco nei primi veniticinque minuti di flashback in Indiana Jones e il Quadrante del Destino con Harrison Ford: Hollywood può ringiovanire gli attori e lo fa, sempre più spesso. Algoritmi di Intelligenza Artificiale applicati alla postproduzione digitale sono in grado di riproporre versioni più giovani di interpreti ormai anziani se non passati a miglior vita, come successe a Peter Cushing in Rogue One: A Star Wars Story. La stessa "sorte" attende Tom Hanks nel prossimo Here, che lo vedrà ancora collaborare col suo amico Robert Zemeckis, in una storia che segue gli abitanti di una singola stanza attraverso gli anni. Hanks ha accettato, però non sminuisce i paradossi di questa tendenza, che è addirittura in corso di regolamentazione.
Potrei davvero, in questo momento, se volessi, proporre una serie di tipo sette film in cui avrei 32 anni, da oggi fino alla fine dei tempi! [...] Chiunque può ricreare se stesso a qualunque età, con l'IA o la tecnologia del deep fake... Potrei essere falciato da un bus domani e schiattare, ma le mie performance potrebbero continuare. [...] Se non nel caso in cui ti venisse proprio detto che una cosa è fatta tramite AI o deep fake, non ci sarebbe nient'altro a farti capire che quello non sono io. Sembrerà vero. [...] Posso dirvi che ci sono discussioni in corso in tutti i sindacati, in tutte le agenzie e in tutti gli uffici d'avvocatura, per stabilire le ramificazioni legali della mia faccia, della mia voce e di quelle di chiunque altro. Sono la nostra proprietà intellettuale.