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The Son sta per arrivare al cinema e ci chiediamo: perché Hugh Jackman non è stato candidato all'Oscar?

Il 9 febbraio arriva al cinema The Son, notevolissima opera seconda di Florian Zeller, che non è stata considerata nei premi, soprattutto dall'Academy. Con una straordinaria interpretazione di Hugh Jackman, anche lui escluso.

The Son sta per arrivare al cinema e ci chiediamo: perché Hugh Jackman non è stato candidato all'Oscar?

Le vie del cinema sono infinite, per non parlare di quelle della critica e dei premi che, ci si continua a illudere, riconoscono i migliori, mentre spesso sono solo effetto di calcolo, interesse, amicizie, lobby. Il grande escluso da tutti i palmarès quest'anno è indubbiamente The Son, opera seconda del drammaturgo francese Florian Zeller, il cui The Father – Nulla è come sembra due anni fa, in piena pandemia, vinse l'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e quello per il protagonista Anthony Hopkins, oltre a ricevere il BAFTA e numerosissimi altri premi e candidature. The Son, che non è il seguito ma un altro film tratto da una premiata pièce di Florian Zeller, sceneggiato dal suo collaboratore, Christopher Hampton, presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, è stato praticamente ignorato dai principali premi, incompreso dalla critica (con le debite eccezioni, vedete sotto la recensione del nostro Mauro Donzelli) e soprattutto snobbato dall'Academy, che tra i 10 film candidati ne ha infilati alcuni francamente risibili (non entriamo qua nel merito) ma soprattutto ha ignorato la straordinaria performance di Hugh Jackman nel ruolo principale.

The Son e Hugh Jackman snobbati dall'Academy per gli Oscar

The Son è un film profondo e bellissimo: lineare nella narrazione, perché così richiede la storia, parla della malattia mentale, di quei casi in cui l'amore non basta a salvarti, dell'impossibilità da parte dei genitori di accettare che il bambino allegro e spensierato che hai cresciuto sia un adolescente a rischio suicidio, del rapporto genitori figli e di molto altro. Lo vedrete al cinema e sicuramente lo amerete. Hugh Jackman, che ha avuto una sola candidatura all'Oscar per Les Misérables in tutta la sua carriera, non è rientrato nella cinquina di quest'anno, mentre aveva avuto una nomination, non concretizzata, ai Golden Globe. Gli è stato preferito il giovane attore irlandese Paul Mescal, bravissimo per carità, nell'indipendente Aftersun, ma a parer nostro con un vero e proprio sgarbo nei suoi confronti. Capace di passare senza problemi dal ruolo del supereroe al musical, dalla commedia al dramma, Jackman a 53 anni dimostra una maturità di interprete che chiunque ami l'arte della recitazione e vedrà il film non potrà ignorare. Mentre seguiamo il dramma che si svolge sullo schermo, leggiamo tutto il vissuto di questo padre disperato nel suo volto e nella sua postura, ci dimentichiamo dell'attore per immergerci con lui in questa storia piena di presagi, dove non succede mai quello che ci aspettiamo. L'Academy ha preferito a The Son il divertissement lisergico di Everything Everywhere All at Once e le mirabolanti acrobazie milionarie di Top Gun: Maverick. Forse quest'anno c'era voglia di ridere e divertirsi e il film è stato ritenuto deprimente (non lo è, come ogni storia raccontata con grande sensibilità e sguardo cinematografico), ma che The Son non abbia avuto nemmeno una candidatura grida vendetta (la sola scena tra Hugh Jackman e il padre Anthony Hopkins da sola varrebbe la visione) e soprattutto ci risulta incomprensibile che si sia scelto di ignorare la miglior performance della carriera dell'attore australiano. E non crediamo che saremo gli unici a pensarla così, quando avrete visto The Son, al cinema dal 9 febbraio.

Leggi anche The Son: la recensione del dramma di Florian Zeller con Hugh Jackman in concorso a Venezia

The Son: la trama

Due anni dopo il divorzio dei genitori, il diciassettenne Nicholas non riesce più a vivere con sua madre. Il male di vivere che sente è diventato una presenza costante e il suo unico rifugio sono i ricordi dei momenti felici di quando era bambino. Decide quindi di trasferirsi dal padre Peter, che ha appena avuto un figlio dalla sua nuova compagna. Peter prova a occuparsi di Nicholas pensando a come avrebbe voluto che suo padre si prendesse cura di lui, ma nel frattempo cerca di destreggiarsi tra la sua nuova famiglia e la prospettiva di un’allettante carriera politica a Washington. Tuttavia, mentre cerca di rimediare agli errori del passato, perde di vista il presente di Nicholas.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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