Star Wars: una scena eliminata svela un colpo di scena sul Conte Dooku e la madre di Anakin

A quasi 20 anni dall'uscita di Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith (2005), scopriamo che dal film è stato tagliato quello che avrebbe potuto essere uno dei colpi di scena più oscuri della saga. A svelarlo è un dettaglio tratto dal libro The Making of Star Wars: Revenge of the Sith, il quale rivela che George Lucas aveva pensato di dare al Conte Dooku di Christopher Lee un ruolo molto più personale e sinistro nella caduta di Anakin Skywalker (Hayden Christensen).

Il papà di Star Wars, che ha scritto e diretto Episodio III, voleva che Dooku, durante il duello finale, venisse smascherato come colui che aveva orchestrato la morte della madre di Anakin, Shmi Skywalker (Pernilla August), avvenuta in Episodio II. La scena, tuttavia, è stata tagliata dal film per scelta dello stesso Lucas e per una ragione ben precisa.

Il piano del Conte Dooku per uccidere la madre di Anakin

The Making of Star Wars: Revenge of the Sith rivela che una prima versione di Episodio III includeva una scena in cui Palpatine (Ian McDiarmid), durante il duello, avrebbe rivelato che il Conte Dooku era responsabile del rapimento e della morte di Shmi Skywalker. La scena, originariamente, avrebbe quindi dovuto smascherare Dooku come colui che aveva pagato i Tusken, feroce tribù di predoni, per rapire e uccidere la madre di Anakin.

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Una rivelazione tanto drammatica avrebbe benissimo potuto innescare la spirale emotiva che porta Anakin verso il Lato Oscuro. Tuttavia, la scena è rimasta sul pavimento della sala di montaggio e non è mai arrivata sullo schermo. Per quale motivo? George Lucas ha scelto di rimuovere la scioccante confessione perché, a suo dire, che avrebbe indebolito i conflitti interiori di Anakin. Se Skywalker avesse saputo che Dooku era responsabile della morte di sua madre, la sua vendetta sarebbe diventata comprensibile e persino giustificata.

Nel film, invece, l'uccisione di Dooku da parte di Anakin, manipolato da Palpatine, è una trasgressione morale: rappresenta la caduta di un Jedi che cede alla rabbia e alla vendetta. Episodio III ha mantenuto la trama de L'Attacco dei Cloni, in cui i Sith non hanno nulla a che vedere col tragico destino di Shmi, rapita e torturata dai Tusken. La morte della donna è un momento cruciale nell'arco narrativo di Anakin, perché innesca il massacro che dà il via alla sua parabola discendente.

La vendetta dei Sith: la scena eliminata avrebbe idebolito la narrazione

La morte di Shmi è un momento che segna profondamente Anakin, che non si dà pace perché avrebbe voluto (e potuto) salvare la madre. L'evento segna un punto di non ritorno nella saga e solleva un tema importante di Episodio III. Vale a dire, l'incapacità degli altri Jedi di comprendere il dolore di Anakin. Nessuno nell'Ordine riesce a connettersi davvero con lui in questo momento e ciò permette a Palpatine d'insinuarsi ancora di più.

La scena eliminata, sebbene non canonica, spinge i fan ad interrogarsi: avrebbe rafforzato o indebolito la narrazione? Di certo, l'idea del Conte Dooku che muove nell'ombra i fili del destino di Anakin è avvincente. Il suo piano avrebbe aggiunto un tassello al piano decennale di Palpatine per trasformare Skywalker in Darth Vader. George Lucas, però, temeva di forzare la mano e ha deciso di sacrificare Shmi senza fare accenno ad alcuna cospirazione. Il genio diabolico di Palpatine, del resto, sta nel permettere agli altri di autodistruggersi con le proprie mani.

La confessione di Dooku avrebbe anche messo in discussione la percezione del personaggio: il Jedi freddo e disilluso, trasformatosi in malvagio Sith, ha una propria integrità e non si sarebbe mai abbassato ad ordinare l'omicidio di una donna innocente. Un gesto tanto atroce avrebbe probabilmente sottratto al Conte complessità e carisma.