Simulant, Robbie Amell svela come è diventato un robot per il film
Robbie Amell è il protagonista di Simulant, un nuovo film fantascientifico in cui interpreta un uomo che si risveglia robot.

Robbie Amell tornerà a breve in un thriller di fantascienza dove interpreterà un personaggio dapprima uomo e poi robot. Protagonista di Simulant, l’attore ha raccontato come è riuscito ad immedesimarsi nel ruolo e quanto è stato importante mostrare anche l’umanità del suo personaggio. Simulant, diretto da April Mullen e scritto da Ryan Christopher Churchill, include un cast di tutto rispetto. Oltre a Robbie Amell, infatti, coinvolge anche Simu Liu, attore ben noto per Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli nell’universo Marvel e a breve al cinema con Barbie, e Sam Worthington, tornato di recente al cinema come protagonista di Avatar: La via dell’acqua.
Simulant, Robbie Amell racconta quando ha capito di poter interpretare la sua versione robot
In Simulant, Robbie Amell (Upload) scopre di essere diventato una versione androide di se stesso, a seguito di un incidente. La sua compagna Faye ha voluto quindi riportarlo in vita, seppur ormai come un robot. Il film, però, ruota attorno ai ricordi umani di Evan, che rifiuta la sua nuova natura androide e vorrebbe tornare con tutte le sue forze ad essere un semplice essere umano. Come ha affrontato questo ruolo? L’attore ha raccontato il processo a Screen Rant:
Ho letto la sceneggiatura ed ero molto interessato. Ho parlato con April e siamo stati subito d’accordo sul tono e sulla versione del film che voleva realizzare. La mia più grande domanda era: ‘Quanto è robotico questo ragazzo nella sua forma androide?’. Mi ha risposto: ‘Non del tutto. Ci sono momenti strani per lui in cui non può aprire una porta, ma quelle sono restrizioni. Non le mette in discussione, le cataloga solo come stranezze e poi va avanti’. E a quel punto ho pensato: ‘Ok, posso farcela allora’. Come attore, voglio interpretare un essere umano, anche se questo essere umano in realtà è un robot. Penso che l’unico modo per convincere le persone ad interessarsi a questa persona sia renderle reali e mostrare cosa possono vedere in lui o nei loro amici. Mi sono anche trovato a simpatizzare con Evan, con i Sims e con il personaggio di Jordana, Faye. So che se perdessi qualcuno com’è successo a lei e se non avessi la possibilità di dirgli addio e avessi questo simulante in stand-by, probabilmente lo accenderei anche io. Me ne pentirei, non saprei cosa fare e non riuscirei a spegnerlo. Per questo l’ho trovato interessante. Alcune persone penseranno che le decisioni prese non siano quelle giuste e questo lo rende una buona narrazione. È giusto che le persone discutano su questo.