Regression, Emma Watson nel thriller horror: "E' un puzzle che dovete ricomporre"
Emma Watson, Ethan Hawke e il regista Alejandro Amenábar parlano dell'inquietante Regression.
Regression, film del 2015 di Alejandro Amenábar è un thriller investigativo dai risvolti horror, interpretato da Emma Watson ed Ethan Hawke. L'inquietante vicenda racconta del detective Bruce (Hawke), che indaga sulla violenza subita dalla giovane Angela (Watson): per scavare sotto le colpe di suo padre John, si fa aiutare da uno psicologo (David Thewlis), che metterà in gioco la tecnica per far riaffiorare i ricordi di un paziente.
Emma Watson, nel 2015 nella fase post-Harry Potter della sua carriera, ha spiegato così in varie interviste il suo impegno nel film.
E' stata un'esperienza molto intensa ed estrema. Non è di certo qualcosa che ho provato di persona, quindi ha richiesto una certa quantità di studio: come avrei potuto rendere questa ragazza reale, credibile? [...] Ogni sera leggevo le mie battute per il giorno dopo e mi chiedevo: come riuscirò a farlo? Sembrava così implausibile, surreale. [...] Fortunatamente mia madre aveva appena preso un master in psicologia, e ho passato ore a parlare con lei della terapia della regressione. [...] Dovreste assolutamente vedere il film, perché 1) Avrete molta paura, e questo diverte sempre; 2) Dopo averlo visto, vorrete parlarne per mezz'ora, cercando di ricomporre il puzzle. Crederete di sapere come finisce, ma invece non sapete nulla: è uno di quei film così.
Sullo spirito di fondo che anima il messaggio della storia, Ethan Hawke ha un suo punto di vista chiaro.
In generale alla gente piace avere ragione, una delle cose più interessanti per me del film è che noi tutti vogliamo avere sempre ragione: anche se a volte la verità ci si para davanti e ci contraddice, insistiamo nel non voler abbandonare l'idea di avere ragione. Diventa molto importante per noi rimanere saldi sull'idea, e secondo me uno dei problemi di Bruce in questo film è che lui pensa di avere ragione su Angela e comincia a non vedere alcuni fatti, perché ha il desiderio di confermare quello che pensa.
Sull'argomento Emma Watson gli fa eco: "Mi piace il senso di mistero che c'è nella vita, non dovrebbero esserci punti di vista fermi per qualsiasi cosa. Mi piace l'idea di non sapere perfettamente come funziona il mondo".
Amenábar si è invece approcciato al progetto più che altro attirato dalla rielaborazione di un genere che ama.
Volevo fare un film sul diavolo, volevo tornare al genere con cui avevo cominciato, l'horror. Poi abbandonai l'idea perché non riuscivo a trovare un approccio interessante. A un certo punto ho letto di una violenza durante un rituale satanico e la cosa ha attirato parecchio la mia attenzione, perché tra le altre cose mi consentiva di esplorare come la mente possa farci brutti scherzi. E così il film è diventato un thriller, un'indagine.