Queer: Luca Guadagnino e Daniel Craig presentano a Venezia il film dal controverso romanzo di William S. Burroughs
All'ottantunesima Mostra del Cinema di Venezia è la giornata di Queer di Luca Guadagnino, dal libro dello scrittore della Beat Generation William S. Burroughs. Il regista lo ha presentato insieme al protagonista Daniel Craig, che ha accettato di buon grado di recitare in scene piuttosto esplicite.
A pochi mesi da Challengers, che ha ottenuto un ottimo risultato al boxoffice, Luca Guadagnino presenta il suo Queer in concorso all'ottantunesima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. Il film, come spesso accade per il regista italiano trapiantato negli Stati Uniti, ha diviso i critici e i giornalisti del festival, ma nella sala delle conferenze stampa sono stati in molti a fare i complimenti più sinceri al filmmaker. Queer è l’adattamento dell'omonimo romanzo breve di William S. Burroughs da noi intitolato "Checca" o anche "Queer". Scritto fra il 1951 e il 1953, è stato pubblicato nel 1985, e se Guadagnino lo ha trasformato in immagini, chiamando a scrivere la sceneggiatura il drammaturgo Justin Kuritzkes, è per via un desiderio che affonda le radici nella sua adolescenza e di cui parla ai giornalisti in sala. "Ho letto il romanzo quando avevo 17 anni. Da ragazzo volevo cambiare il mondo attraverso il cinema, e la descrizione su pagina delle caratteristiche dei due personaggi principali - e quindi l'assenza di giudizio, il romanticismo e l'amore folle - mi ha cambiato per sempre. Così mi sono detto: 'Voglio essere fedele al giovane che ero e portare il libro al cinema. Mi oiacerebbe che il pubblico, dopo la visione, riflettesse su questa domanda: Chi siamo noi quando siamo soli? Chi stiamo cercando? Chi siamo quando restiamo soltanto con l'idea di come ci siamo sentiti insieme a un'altra persona?".
Queer è certamente un film complesso, con una sua cifra stilistica ben precisa e un'intensità che ci catapulta immediatamente nel mondo di Burroughs, o meglio dei mondi, perché ogni sua opera è un universo a sé. In più Luca Guadagnino ha lavorato con un attore molto ambito come l'ex James Bond, cosa di cui ancora non si capacita e che magari sulle prime lo ha reso un po' ansioso: "È stato sorprendentemente semplice e lineare realizzare questo film accompagnato da 2 attori fantastici come Daniel Craig e Drew Starkey, un momento di gioia e nello stesso tempo di malinconia. Abbiamo girato a Cinecittà, dove abbiamo creato un vero e proprio universo. Il nostro è stato un viaggio bello e gioioso, e credo che questo sia davvero l'adattamento di un'opera di Burroughs, che è un autore che ha creato dei mondi secondo i propri canoni, e infatti esiste l’'ggettivo burroughsiano. Se ci fossimo staccati da questi mondi, avremmo tradito il romanzo. Queer non è un film in costume ma film burroughsiano, che ci porta fra i libri dello scrittore. I suoi universi, però, erano fatti di parole, a cui dovevo aggiungere le immagini. Nel farlo, ho pensato ai registi Michael Powell ed Emeric Pressburger, che hanno inventato mondi epici, e mi sono chiesto: 'Che film farebbero se dovessero trasformare in un film il romanzo Queer?'. Con il costumista Jonathan Anderson, con cui ho lavorato per Challengers, ci siamo quindi concentrati su questa posizione intellettuale. Tornando a Daniel, ammiravo questo signore seduto vicino a me da tantissimo tempo e avevo intuito che poteva essere perfetto per il film. Avevo tuttavia soffocato il sogno di lavorare con lui perché sono un regista pragmatico. Lui però si è dimostrato tutt'altro che pragmatico, perché ha accettato la mia proposta. È stato un privilegio averlo sul set".
La parola passa a Craig, che volentieri ha accettato di essere parte di Queer: "Ho detto di sì al film per via di questo grande uomo che ho qui al mio fianco, a cui già 20 anni fa avevo detto che avremmo lavorato insieme. Spero di aver reso il mio personaggio accessibile. Ne ho parlato a lungo con Luca, che è un regista che vuole conoscere le opinioni degli altri, che poi è una cosa molto liberatoria. Penso alla gioia del film che abbiamo fatto, non alle sfide. Alla fine di Queer c'è una canzone cantata da Caetano Veloso e con le parole di Burroughs. A un certo punto sentiamo: 'Il nostro amore crescerà ancora più vasto degli imperi'. Ecco, dovevamo capire perché questa storia d'amore fosse più grande degli imperi, e più in generale cosa significa veramente amare".
Immancabile, nell'appuntamento con i giornalisti, la domanda a Craig sulle scene intime del film, che sono molto esplicite: "Ovviamente c'era un intimacy coordinator, ma abbiamo fatto molte prove prima di arrivare sul set. Non c'è niente di intimo in una scena di sesso per il cinema, perché ci sono duemila persone che ti guardano. Con Drew, che è un attore fantastico, volevamo fare qualcosa di toccante, commovente, realistico e il più naturale possibile. Abbiamo parlato molto per cercare di trovare la libertà di cui avevamo bisogno e sprigionare la felicità che sentivamo".
Il protagonista di Queer non è certo uno stinco di santo. Ha diverse dipendenze ed è ossessionato da dal personaggio di Drew. Craig, per farlo proprio, ha dovuto scavare sotto la superficie: "In molte interviste William S. Burroughs parla in modo misurato, forse per difesa. Quando ho letto Queer ho pensato: ‘Dobbiamo scovare l’altro Burroughs. Queer è un libro corto ma emotivamente forte, che parla di amore, perdita e desiderio, che poi è tutto ciò che cerco in un personaggio”.
Queer sarà distribuito in Italia da Lucky Red ed è interpretato anche da Jason Schwartzman, Lesley Manville, David Lowery, Henrique Zaga, Lisandro Alonso, Drew Droege, Ariel Schulman, Colin Bates e Ronia Ava.