Nicolas Cage: "La gente mi crede pazzo, vi consiglio un mio film calmo"
Intervistato dal New Yorker, Nicolas Cage, serial killer nel film Longlegs, è tornato su alcune dichiarazioni dell'anno scorso, riguardanti il suo ritiro. E ha consigliato un film della sua filmografia, uno per abbattere uno stereotipo duro a morire che lo riguarda...
Esce in questi giorni negli USA l'horror-thriller Longlegs con Nicolas Cage, dove l'attore interpreta un serial killer: promuovendo il suo nuovo lavoro, l'infaticabile Nic è stato incalzato dal New Yorker su una dichiarazione dell'anno scorso rilasciata a Vanity Fair, dove ipotizzava di ritirarsi dalla recitazione, ritenendo di avere davanti a sé massimo tre o quattro film. Forse ha cambiato idea, forse ha allungato di poco la lista... in ogni caso Cage ha un'opera da consigliare dalla sua ormai sterminata filmografia. Leggi anche Nicolas Cage sarà Spider-Man Noir dal vero in una serie Prime Video
Nicolas Cage presenta Longlegs, pensa al ritiro e consiglia un suo film
Longlegs di Oz Perkins è interpretato da Maika Monroe, agente dell'FBI sulle tracce di un serial killer (Nicolas Cage), ossessionato dall'occulto. Un assassino che nel film non si vede molto, tanto che Cage lo considera un ruolo da non protagonista: "Non bisogna far vedere che lo squalo è fatto di gomma, non so se mi spiego. Devi lasciare lo squalo sott'acqua per la maggior parte del tempo, se vuoi renderlo terrificante." Ma come rientra la parte avuta in Longlegs nel suo piano per il ritiro, che un anno fa quantificava in "tre o quattro film ancora"? Nicolas rilegge i suoi propositi in modo più aperto: "Beh, ho fatto due o tre ruoli da non protagonista. Quindi forse me ne rimangono tre o quattro da protagonista." Lo rivedremo anche dopo, mosso dall'IA, previa autorizzazione? Nemmeno per idea: "Mi pongo la domanda: dove finirà la verità di un artista? Sarà sostituita da qualcos'altro? Cosa combinerete col mio corpo e la mia faccia quando sarò morto? Giù le mani!"
Negli ultimi tempi, nonostante continui ad accettare le parti sopra le righe per le quali è diventato celebre, Nicolas Cage mostra una crescente stanchezza verso una visione stereotipata della sua ormai lunghissima carriera. Quando gli si domanda quale suo film consiglierebbe a chi non lo conosce, non a caso sceglie Pig (2021) di Michael Sarnoski, perché...
Perché secondo me la gente può ricavarci qualcosa. La tragedia prima o poi ci colpirà tutti. Si tratta solo di capire quando. Per me è anche un film che sembra una canzone folk. È un film molto tranquillo, gentile, l'opposto delle premesse della nostra conversazione, questa storia della gente che pensa che io sia pazzo.