Lucy Liu riceverà un premio al Locarno Film Festival e presenterà Rosemead
L'attrice americana Lucy Liu sarà omaggiata al prossimo Festival di Locarno con il Career Achievement Award e presenterà il suo ultimo film in cui è protagonista e produttrice, Rosemead.

Lucy Liu riceverà il Career Achievement Award in occasione della 78esima edizione del Locarno Film Festival. La stessa sera, l’attrice presenterà il nuovo film di Eric Lin, Rosemead, in compagnia del resto del cast. Inoltre prenderà parte a una conversazione aperta al pubblico.
Come non ricordarla per la grinta feroce e gli schizzi di sangue dell’indimenticabile ruolo in Kill Bill. Ma la carriera di Lucy Liu è variegata, anche come regista, e lunga una trentina d’anni. I film in cui hanno recitato sono stati spesso campioni di incasso, dal citato Kill Bill a Charlie’s Angels, Chicago, Come far perdere la testa al capo e molti altri. Si è conquistata uno spazio personale che ha contribuito a ridefinire cosa significhi essere una donna di successo a Hollywood. Nel suo ultimo film, Rosemead, dramma ispirato a una storia vera di cui è anche produttrice, Liu interpreta una malata terminale in corsa contro il tempo per proteggere il figlio dalle sue violente ossessioni.
Salita alla ribalta con il ruolo interpretato in Ally McBeal, che le è valso le candidature agli Emmy e ai SAG, si è subito imposta come figura pionieristica della televisione. Ha inoltre diretto episodi di Marvel’s Luke Cage, Elementary, Why Women Kill e American Born Chinese (2023). Anche il suo Meena (2014), cortometraggio documentario dedicato al traffico di esseri umani, è stato accolto con favore. Recentemente ha prodotto e prestato la voce a The Pirate Queen (2024), esperienza in VR candidata agli Emmy e prossimamente disponibile anche in formato graphic novel.
Lucy Liu è anche un’apprezzata artista visiva: le sue sculture e i suoi dipinti a tecnica mista sono stati esposti in gallerie e musei internazionali come il National Museum di Singapore, il Napa Valley Museum e la New York Studio School. Per il suo contributo al mondo dell’arte ha ricevuto anche la Harvard University Arts Medal. Attualmente sta lavorando a una serie di dipinti commissionati per il 2026 dall’Australian Centre for Contemporary Art di Melbourne. Ambasciatrice UNICEF da più di vent’anni, per il suo impegno umanitario ha ricevuto onorificenze prestigiose quali il Danny Kaye Humanitarian Award e il Women’s World Award. Lucy Liu è la seconda donna statunitense di origini asiatiche a ricevere una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, ha così commentato il riconoscimento: “La presenza di Lucy Liu al cinema e in televisione è a dir poco straordinaria. Nella sua carriera s’intrecciano interpretazioni iconiche per il piccolo e il grande schermo: dal ruolo che l’ha resa celebre in Ally McBeal, per il quale ha ricevuto nomination agli Emmy e ai SAG Award, fino alla memorabile interpretazione di O-Ren Ishii in Kill Bill: Vol. 1, Liu ha tracciato un percorso artistico unico. Attraversando con disinvoltura generi e linguaggi diversi – dai blockbuster come Charlie’s Angels ai drammi più intimi come Presence di Steven Soderbergh – Lucy Liu ha aggiunto complessità e profondità a ogni personaggio cui ha dato forma. In televisione ha brillato in ruoli da protagonista in serie di successo come Why Women Kill ed Elementary, consolidando la sua reputazione come una delle attrici più versatili della sua generazione. La sua influenza non si esaurisce nell’ambito della recitazione: come produttrice, regista e attivista umanitaria, si è distinta con documentari potenti come Meena e con progetti innovativi come l’esperienza in realtà virtuale The Pirate Queen, candidata agli Emmy. In Piazza Grande Lucy Liu presenterà Rosemead, un progetto intimo che celebra una sua nuova metamorfosi attoriale: è un sogno che si avvera non solo per il Locarno Film Festival ma anche per tutti gli spettatori e cinefili. Le sue scelte coraggiose e la sua costante capacità di reinventarsi continuano a ridefinire cosa significhi essere un’artista nel ventunesimo secolo.”