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Lucca Comics & Games 2024: riflessioni in libertà su cinque giorni di festa baciati dal sole

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Si è conclusa domenica 3 novembre la grande manifestazione multimediale del divertimento che è diventata Lucca Comics & Games. Le nostre impressioni e gli highlight di questa edizione.

Lucca Comics & Games 2024: riflessioni in libertà su cinque giorni di festa baciati dal sole

Si è conclusa domenica 3 novembre l’edizione annuale di Lucca Comics & Games, nell’anno del centenario della morte di Giacomo Puccini, omaggiato in uno spettacolo teatrale con Alessio Boni e coi tre splendidi poster (Madama Butterfly, Tosca e Turandot) dipinti da Yoshitaka Amano, ospite d’onore dell’evento e il claim “The Butterfly Effect”, riferito al famoso effetto farfalla e ovviamente all’opera del nostro. Dopo l’edizione sommersa dal diluvio dello scorso anno, il tempo ha regalato cinque splendide giornate quasi primaverili, portando a Lucca 275.000 spettatori paganti, anche se probabilmente, complice il fatto che il venerdì era festivo, quasi il doppio costituito da curiosi passeggiatori, visto che gli eventi non a pagamento non mancavano certo. L’anno scorso, se ricordate, l’evento fu oscurato anche da polemiche politiche, dopo la rinuncia di Zerocalcare e di altri artisti a partecipare in segno di protesta per la presenza dei due incolpevoli Tomer e Hasuf Haruka, israeliani, che a loro volta avevano deciso poi di non venire. Nel nostro riassunto eravamo stati abbastanza critici sulle difficoltà logistiche, aggravate ovviamente dal maltempo, e sul fatto che “non si può crescere per sempre”. Ma a quanto pare l’inglobamento di Lucca all’interno di questa gigantesca manifestazione, nota in tutto il mondo, è davvero inarrestabile. E dunque come è andata quest’anno?

Lucca Comics & Games: com’era e cos’è diventata

Chi scrive frequenta, per motivi di nascita nella città toscana, quello che allora si chiamava il Salone dei Comics, fin da quando era bambina e poteva chiedere e ottenere senza pagare o comprare qualcosa, i “disegnetti” di gente del calibro di Hugo Pratt, Andrea Pazienza, John Buscema, Bonvi, Quino e tantissimi altri. All’epoca ovviamente (il festival ha avuto inizio nel 1966 e per moltissimi anni la direzione e l’organizzazione era “straniera”, cioè aveva sede a Roma nella persona del compianto Rinaldo Traini) si parlava solo di fumetti e cinema d’animazione, con rassegne indimenticabili di corti di tutto il mondo e ospiti di prestigio come il regista di Yellow Submarine, George Dunning, gli autori dei più celebri caroselli, star del fumetto come Will Eisner, e la proiezione dei primi lungometraggi animati russi e italiani. Per un’adolescente era un mondo da sogno, un circo che arrivava, sostava una settimana e apriva le sue porte a un universo variopinto di colori e costumi da cui era facile lasciarsi ammaliare. Quando il circo levava le tende, ci sentivamo tristi e orfani nel ripiombare nella monotona routine di una città di provincia non ancora scoperta (e saccheggiata) dal turismo.

Poi, con gli anni e col progresso tecnologico, si sono aggiunti i videogames, i cosplayer, i cantanti delle sigle tv coi relativi concerti (quest’anno un concertone per i 20 anni dell’Area Music li ha uniti tutti), fino all’invasione dei manga e degli anime, dei cosiddetti content creator, youtuber, influencer e tiktoker, l’arrivo in massa di canali televisivi e radio nazionali, podcast, spettacoli teatrali e proiezioni coi relativi red carpet, associazioni di volontariato, Chiesa, grandi banche, colossi dello streaming, padiglioni pubblicitari e di vendita di costosi gadget, Japan Town, Poste Italiane (mai vista tanta fila allo stand per gli annulli), le ferrovie, lo sport e addirittura l’Esercito, che occupa “militarmente” il cortile degli Svizzeri, con bellissime esibizioni delle unità cinofile e meno belle immagini di esercizi alla Full Metal Jacket e mostra di mezzi militari (un’occupazione, quest’ultima, che sembra cresciuta negli ultimi anni, ma non vogliamo pensar male). Insomma, da Lucca Comics & Games si è passati a Lucca Tutto Quanto fa spettacolo, il che ha inevitabilmente finito per moltiplicare l’occupazione degli spazi cittadini e snaturare la natura di una manifestazione in cui i fumetti, sia pure premiati e con autori di pregio invitati, restano un po’ (assai) schiacciati.

Chiaramente, una manifestazione del genere costa uno sproposito, dunque gli sponsor sono benvenuti, ma contemporaneamente lievitano i prezzi degli stand, dei biglietti e dei pernottamenti (per mangiare va ancora discretamente). A parte questo, il fatto è che è diventato sempre più difficile seguire per lavoro una manifestazione che costringe a fare chilometri tra le folle per passare da un evento all’altro e spesso a dover uscire prima da uno per arrivare in tempo all'altro (per chi non c’è mai stato: dalle 9 di mattina a notte ogni ora c’è qualcosa). Meglio dunque, invece dell’approfondimento ormai inutile in tutti i settori culturali, dieci secondi di video tutti uguali sui vari eventi, in un turbinio di immagini che confonde e non lascia spazio alla ricerca individuale. Ma chi scrive, lo avete capito, ha una certa età e dunque deve trovare da ridire a tutti i costi, anche perché davvero non riesce a capire come il direttore Emanuele Vietina, che assomiglia sempre di più al coniglietto delle inesauribili pile Duracell, riesca a star dietro a tutto con lo stesso entusiasmo: chapeau e un po' di invidia!

I miei personali highlight di questa edizione di Lucca Comics & Games

Ovviamente l’evento principale è stato l’arrivo a Lucca del creatore e regista della serie tv Netflix Squid Game, accompagnato da due dei protagonisti. Da ammiratori dello show siamo stati felicissimi di poterli ascoltare in conferenza stampa, anche se abbiamo un po’ invidiato i fan che fuori dal Teatro del Giglio, al cui interno li abbiamo attesi per un’ora, hanno potuto avvicinarli sul red carpet. Ma l’emozione è stata davvero tanta, soprattutto per le bellissime parole che hanno pronunciato sullo stato delle cose nel mondo, sulle ingiustizie sociali e su una serie che non solo diverte e intrattiene in modo superlativo, ma parla davvero di noi. Per chi scrive, un altro momento alto è stato l’incontro con Giovanni Lindo Ferretti, carismatico leader dei CCCP di recente riuniti per una serie di splendidi concerti e dei CSI, montanaro, poeta e addestratore di cavalli, che è arrivato nei fumetti grazie alla tenacia e alla bravura di disegnatore Michele Petrucci, che è riuscito a conquistarlo mettendolo quasi di fronte al fatto compiuto: ne è nato Tanno (Saldapress), un bellissimo graphic novel biografica che prende il nome dal cavallo preferito di Giovanni Lindo, Tancredi. Parole mai banali, riflessioni personali, l’affabulazione di un artista di raro carisma che si sposa alla perfezione coi bellissimi disegni di Petrucci. Sempre nel campo dei fumetti, segnaliamo un’altra opera notevole: Franz Kafka. Frammenti nella notte (24ore Cultura Comics) di Otto Gabos, che offre uno sguardo empatico, intelligente e inedito sulla vita (ma non è una biografia) e la scrittura di questo immenso artista, scomparso 100 anni fa. E tra i nostri must il nuovo libro del grande Stefano Bessoni, ormai dedito esclusivamente alla scrittura e al disegno, che riporta alla luce col suo inconfondibile tratto una favola crudele e morale del 1893, Le tribolazioni di Tommy Tiptop (Logos Edizioni).

Uno dei momenti più belli e partecipati di questa edizione, sempre per chi scrive, viene dall'Area Movie ed è stata la serata horror introdotta da Gabriele Mainetti e Roberto De Feo dedicata a Demoni, prodotto nel 1985 da Dario Argento e diretto da Lamberto Bava, accolto dal pubblico come una rockstar. Rivedere questo film sul grande schermo fa rimpiangere un’epoca molto creativa (forse l'ultima) del cinema di genere italiano, dove l’unione degli effetti speciali di Sergio Stivaletti, delle musiche di Claudio Simonetti, della bella regia di Lamberto Bava e di una storia metafilmica estremamente suggestiva, era capace di produrre una pellicola piena d’azione, divertente, splatter, con bellissime hit rock del periodo e le belle faccia della ragazza "acqua e sapone", Natasha Hovey, e di Urbano Barberini (ma tutto il cast è perfetto). Bava ha introdotto il film raccontando diversi aneddoti relativi alla sua concezione, realizzazione e alla folle accoglienza del pubblico, e non c’è dubbio che Demoni, ancora amatissimo all'estero, resti una delle sue prove migliori, che ancora funziona nonostante il quasi mezzo secolo trascorso. Bellissimo poi, introdotto a sorpresa con grande affetto da Paolo Hendel, ma purtroppo poco partecipato (era il pomeriggio dell'ultimo giorno), il Concerto per matita e orchestra dedicato al grande Sergio Staino, creatore di Bobo e di Cuore, ex direttore de L'Unità, regista e molto altro, scomparso purtroppo lo scorso anno, dove una bravissima band in cui suona il figlio dell'artista, Michele Staino, accompagna con celebri brani swing riproposti in inediti arrangiamenti, le sue indimenticabili storie disegnate, al centro delle quali c'era spesso la sua famiglia, presente in sala. In un paio d'occasioni ci si commuove nel rivedere Staino, in due filmati, che introduce la storia che vedremo. Tutto l'immenso archivio lasciato dall'artista di Scandicci è in corso di digitalizzazione, grazie anche ai proventi dell'asta di Lucca, e questo ci fa particolarmente piacere.

Qua mi fermo perché non posso elencare tutto quello che c’era e che purtroppo non sono riusciti a vedere, aggiungo solo un plauso per la app, completa e fatta benissimo, la maggiore scorrevolezza delle file praticamente ovunque e le experience legate alle varie serie tv e film, come Hazbin Hotel, Squid Game, Wicked, Secret Level – di cui vi presenteremo presto la nostra intervista a Tim Miller - Flow, Prophecy e moltissimi altri. Quanto al resto, ammettiamo la nostra ignoranza generazionale di non appassionati, di anime, manga, webtoon e di tutti i Sensei presenti (alcuni dei quali un po' troppo giovani per fregiarsi del titolo, o no?), ma, se posso azzardare, mi sembra che questo gemellaggio conveniente e praticamente obbligato con le potenze giapponesi del settore (a cui si aggiungono adesso le nuove realtà sud coreane) sia diventato un po’ troppo invadente e rischi di lasciare in ombra altre creatività mondiali. Le mostre, quest’anno, mi sono parse un po’ meno interessanti del solito. Ma mia figlia, che ha 23 anni e segue Lucca Comics & Games con passione fin da quando era piccola, si è divertita moltissimo, ha visto tutto quello che voleva, ha incontrato lo scrittore Stuart Turnton che adora e molti altri dei suoi modelli di riferimento e dunque, vi ripeto, non mi prendete troppo sul serio. Magari è per me che è arrivato il momento di dire Goodbye Lucca Comics & Games, prima di diventare inutilmente nostalgica, visto che ho sempre odiato la retorica del “si stava meglio quando si stava peggio”: Ad ogni modo, il prossimo appuntamento con questa kermesse è dal 29 ottobre al 2 novembre 2025 e vedremo che succederà. Mai dire mai, come dice anche Lindo Ferretti, perché la vita ti sorprende sempre.

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HODTV
  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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