Indiana Jones e il quadrante del destino, James Mangold aveva una regola per la scelta del titolo
Non è stato semplice scegliere un titolo efficace per il quinto capitolo di Indiana Jones e il regista ha raccontato alcuni retroscena, come ad esempio l'unica regola da seguire.
Indiana Jones e il quadrante del destino è pronto a conquistare il botteghino. Inteso come l’ultimo capitolo del franchise con protagonista il coraggioso archeologo ed Harrison Ford che l’ha interpretato fedelmente in questi lunghi decenni, il quinto film su Indiana Jones ha rispettato una regola ben precisa per scovare il titolo perfetto. A raccontare di più è stato il regista James Mangold, che ha cercato di trarre spunto dagli errori commessi in passato ed evitare di replicarli.
Indiana Jones e il quadrante del destino, il regista rivela quale regola ha seguito per la scelta del titolo
Anche se questo è inteso come l’ultimo film del franchise con Harrison Ford, Indiana Jones ha effettuato in passato una scelta piuttosto discutibile in merito al proprio titolo. Nel 1989, il terzo film ha scelto come titolo Indiana Jones e l’ultima crociata, lasciando intendere una possibile conclusione del franchise. Ma così non è stato perché, anche se a distanza di tempo, un quarto film Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo è arrivato in sala nel 2008. Ma per quest’ultimo appuntamento sul grande schermo, Mangold ha raccontato di aver rispettato una regola ben precisa per la scelta del titolo, ovvero non inserire la parola “ultimo”. Intervistato da Uproxx, il regista infatti ha spiegato:
A causa di L’ultima crociata, non puoi usare la parola ultimo perché è già presente in quel titolo, anche se poi non è stato l’ultimo. Finale invece è in ogni film di Halloween, quindi non potevamo usare neppure questa.
Nel corso dell’intervista, il regista ha ammesso di aver valutato tantissime alternative di titoli, che non ricorda neppure più. Inoltre ha puntualizzato che, quando si è unito al progetto, ha voluto aggiungere dettagli importanti alla sceneggiatura.
Non ero sicuro che l’argomento del film fosse stato fissato a livello tematico. Si può sempre inventare una trama, con un malvagio che fa qualcosa di pericoloso e il protagonista deve fermarlo. Ma di cosa parla esattamente il film? Qual è la sua risonanza? Quando sono stato invitato a salire a bordo, quello che ho detto ad Harrison, Steven, Kathy e tutti gli altri coinvolti è stato che sentivo che non era un segreto che Harrison Ford a quel punto avesse più di 70 anni. Quella verità era davanti agli occhi di tutti, del pubblico. L’eroe che hanno seguito per 42 anni ora è un uomo anziano e non deve essere un bug, può essere una caratteristica. Questo può essere ciò di cui parla il nostro film, che è un eroe al crepuscolo la cui intera vita alle spalle ha collezionato grandi avventure e trionfi che porta con sé, ma anche ferite e rimpianti.
