Imperdibile Marilyn: fino al 5 novembre al Palazzo degli Esami di Roma una mostra davvero unica
Un affascinante viaggio tra gli oggetti e le immagini che raccontano la vita della diva e della donna Marilyn Monroe.
Si intitola Imperdibile Marilyn, la mostra in corso al Palazzo degli Esami di via Induno a Roma, a cura del CEO di Da Vinci Grandi Eventi Fabio Di Gioia e di Ted Stampfer. E per fortuna di tutti i distratti e i ritardatari che altrimenti l'avrebbero persa, è stata prorogata fino al 5 novembre. Il biglietto d'ingresso è di 14 euro, tranne il lunedì che ne costa solo 10, un giusto prezzo per un'occasione davvero unica: vedere coi propri occhi abiti, sceneggiature, copioni, valigie e pezzi d'arredamento, foto e oggetti di uso comune appartenuti a quella che è forse l'icona più celebre del cinema mondiale. Simili a reliquie per i fan, sono proprio le cose più banali che ci comunicano il glamour di un'epoca passata, riescono a farcene sentire il profumo (e alla mostra possiamo annusare il dolce aroma dello Chanel nr. 5, con cui Marilyn diceva di dormire), ci restituiscono l'immagine di una diva di grande fascino e bellezza e di una una giovane donna sensibile, intelligente e moderna, infelice e sfortunata nelle sue relazioni, che il 5 agosto del 1962, a soli 36 anni, si addormentò per non risvegliarsi più, lasciando attoniti e increduli milioni di fan.
Decine di estranei entrarono non invitati nella sua casa così amata e curata, dita goffe e avide rovistarono tra le sue cose, giornalisti di gossip e complottisti calarono come avvoltoi in cerca di qualcosa che avvalorasse l'idea di un suicidio o di un omicidio mai provati. Nonostante i suoi problemi, era un momento in cui Marilyn faceva progetti, aveva ritrovato un'intesa felice con Joe Di Maggio e stava per sposarlo nuovamente. Il giorno delle previste nozze fu invece quello del suo funerale, e per l'ex campione sportivo fu la sconfitta finale e definitiva, quella che ti cambia la vita per sempre. In mostra, di lui, c'è addirittura il rasoio, oltre alla mazza da baseball e a una palla autografata (non possiamo fare a meno di pensare a quanto sarebb felice Nando Mericoni). Del marito intellettuale, invece, Arthur Miller, che finì per umiliarla, c'è un biglietto con cui le dichiara il suo amore. Paradossalmente il documento è sotto un faretto che il giorno in cui abbiamo visitato la mostra non funzionava, nascondendolo e suggerendo l'idea di una ironica vendetta postuma.
Tutti questi oggetti – in mostra pare ce ne siano oltre 400, ma non li abbiamo contati - sono stati per oltre 30 anni rinchiusi in casse e nel 1999 hanno iniziato a girare per le più rinomate case d'asta, a disposizione di facoltosi collezionisti privati e musei del cinema. A vederli lì, certi abiti, quasi non ci si crede che lei li abbia indossati. Non parliamo tanto o almeno non solo, del celebre abito a pieghe creato da William Travilla, che si alzava sulla grata della metropolitana a scoprirle le gambe in Quando la moglie è in vacanza, ma soprattutto di quei semplici, meravigliosi golfini d'angora, i maglioncini dolcevita neri, le casacche di Pucci, i pantaloni a scacchi con cui l'abbiamo vista in tante foto. Sulle pareti, che raccontano le tappe della sua vita e della sua carriera, le sue frasi sul successo, sull'essere donna, sulla necessità di infrangere le regole: sempre belle, mai banali, illuminanti.
Nella sala risuona la sua voce, sugli schermi scene dei suoi film più famosi, sulle pareti le foto di lei bambina, poi ragazzina coi capelli ricci, infine donna e diva platinata. In mostra c'è anche la Targa d'oro del David di Donatello che le fu assegnato in Italia e consegnato a New York, come si vede da un filmato con Ruggero Orlando per niente imbarazzato e Anna Magnani emozionata: due attrici così diverse eppure ugualmente grandi. Vedere gli oggetti appartenuti a una persona, per quanto banali possano essere – un cosmetico, dei bigodini, una mascherina per dormire, ma anche un libro, un contratto, un assegno - danno l'impressione di conoscerla, di entrare direttamente in contatto con lei. E' per questo che esistono collezionisti che creano sacrari per cose che altre persone, che non ne capiscono il potere perché prive di immaginazione e di sogni, butterebbero via.
Ricordare o immaginare Marilyn in quegli abiti, con quelle scarpe, sul set o nella vita di tutti i giorni è un regalo che nessun appassionato di cinema può farsi mancare. Alla fine della mostra, il signor Stampfer si riprenderà tutti quegli oggetti a volte sciupati e ingialliti dal tempo e li porterà in qualche altra città (Roma non è stata la prima e non sarà l'ultima a ospitare la mostra) prima di rinchiuderli in qualche misterioso magazzino di sua proprietà. Dunque c'è ancora poco tempo per andare in via Girolamo Induno, proprio di fronte alla ex Sala Troisi, in Trastevere, dove la mostra Imperdibile Marilyn sta aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20, il venerdì e il sabato dalle 10 alle 23 e la domenica dalle 10 alle 21. Molto bello il catalogo e i vari gadget acquistabili all'uscita. Un unico appunto (ma è un parere personale, altri la troveranno suggestiva) per la forse eccessiva oscurità dell'allestimento: proprio perché Marilyn era così vitale, chi scrive l'avrebbe vista più volentieri in un posto colorato e pieno di luce, che tra le buie navate di una cattedrale laica.
Per tutte le informazioni sulla mostra, vi rimandiamo al sito ufficiale.