Ghostbusters, Leslie Jones sulle polemiche per il reboot al femminile: "Mi ha lasciato tristezza e controversie"
Leslie Jones, tra le quattro interpreti del reboot di Ghostbusters al femminile nel 2016, ha raccontato a Rolling Stone quanta sofferenza le abbia causato la rivolta aggressiva dei fan più isterici verso il progetto.
All'uscita del reboot al femminile Ghostbusters nel 2016, internet seppe mostrare il peggio di sé, ed è difficile negarlo, anche senza lodare necessariamente un film che chi scrive ritiene non riuscito e un po' spento. Un'onda anomala investì l'idea delle quattro attrici al timone della storia, cioè Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones. Ed è stata proprio quest'ultima a raccontare a Rolling Stone quanto l'esperienza sui social l'abbia distrutta emotivamente.
Leslie Jones e il reboot di Ghostbusters: "Non riuscivo a credere che si potesse arrivare a tanto"
In Ghostbusters del 2016 Leslie Jones interpretava Patty Tolan, dipendente del Metropolitan Transportation Authority di New York, sostanzialmente l'equivalente al femminile del personaggio di Ernie Hudson nella saga originale. Bastò poco tempo perché Leslie realizzasse che quella di molti fan non era una semplice delusione, non era scetticismo, ma era proprio una rabbia fuori controllo che prese diverse strade... e che a suo parere ha trovato una pericolosa sponda anche nell'ambito professionale (un giornalista in una conferenza stampa europea le disse "Non mi piace questo film, hai cinque minuti per provarmi che valga la pena guardarlo"). Ecco una selezione di quanto ha raccontato l'attrice comica.
In quanto comica, cercai di reagire, ero abituata all'idea di qualcuno che mi sfottesse, quindi per ogni stronzata su Twitter avevo una risposta. [...] Ci furono molteplici tentativi di hackerarmi il profilo. [...] Jark Dorsey [CEO di Twitter all'epoca, ndr] era consapevole dell'attacco brutale che stavo ricevendo, con esplosioni razziste e peggio, mise della gente a monitorarmi l'account. [...]
[Piansi per le minacce di morte]. Non riuscivo a credere che qualcuno facesse queste schifezze a qualcun altro, solo perché aveva lavorato. Ma che schifo. Io sono in un film. Le minacce di morte per una cosuccia del genere? [...] Mi mandavano clip con me impiccata, con tizi bianchi che si facevano le seghe sulla mia foto, dicendo "N- di merda, ti ammazziamo". Ma come si può essere così cattivi? Come puoi startene lì seduto e scrivere "Voglio ucciderti"? Ma chi fa una cosa del genere? [...]
Mi pagarono pure molto meno di Melissa McCarthy e Kristen Wiig. Non ce l'ho con loro, ma la prima offerta per il film fu di 67.000 dollari, dovetti combattere per arrivare a 150.000, ma il messaggio era chiaro: "Questo ti farà esplodere, dopo questo stai a posto per la vita" e via cazzate, come se non avessi avuto una carriera di successo già per decenni. E alla fine, tutto quello che mi è rimasto invece sono tristezza e una controversia grossa così.
Alla luce delle controversie che l'avevano travolta, Leslie Jones spiega a Rolling Stone di aver trovato "imperdonabile" l'uscita di Jason Reitman che, promuovendo il successivo Ghostbusters Legacy, disse che avrebbe "restituito il film ai fan", pur realizzando poco dopo di aver fatto una gaffe e scusandosi. "Il danno ormai era fatto. Quest'idea di restituire il film ai fan fu una bella pacca sulla spalla di tutti quei perdenti che non ci diedero tregua per aver fatto un film con le donne." Leggi anche Ghostbusters Legacy, Jason Reitman sul precedente reboot al femminile: "Ha fatto una cosa buona"