Forrest Gump, Jenny era una critica al femminismo? Robin Wright non è d'accordo
Nel corso dei decenni qualcuno ha voluto leggere nel personaggio di Jenny in Forrest Gump, interpretata da Robin Wright, una critica al femminismo. L'attrice, in un'intervista accompagnata da Tom Hanks per Here di Robert Zemeckis, non la vede così e invita a concentrarsi sull'aspetto romantico del loro legame.

L'uscita americana di Here con Tom Hanks e Robin Wright, di nuovo diretti da Robert Zemeckis a trent'anni di distanza da Forrest Gump, ha attivato i giornalisti USA su domande inerenti quel cult: il New York Times ha messo in tavola una delle interpretazioni della storia di Jenny, che Wright interpretava nel film, amore eterno di Forrest ma "alla deriva"... forse persino "punita" da una vita troppo libera? Concetto antifemminista? Robin non è d'accordo con questa interpretazione. Leggi anche Forrest Gump 2, Tom Hanks ha le idee chiare su un possibile sequel: "Grazie a Dio non accadrà mai!"
Forrest Gump, Jenny non è antifemminista, garantisce Robin Wright
Il legame nel tempo raccontato in Here di Robert Zemeckis, nei nostri cinema da gennaio, è un po' diverso da quello che Tom Hanks e Robin Wright portarono in scena in Forrest Gump, che ha da poco compiuto trent'anni. Nel film premio Oscar il grande amore del protagonista era Jenny, interpretata appunto da Robin: Forrest non era mai davvero ricambiato se non alla fine, mentre Jenny nei decenni sperimentava la vita in tutte le direzioni, anche autodistruttive, prima di dare alla luce suo figlio e morire, a quanto ha confermato tempo dopo Zemeckis, di un AIDS ancora non identificato. Trent'anni fa non ci ponemmo molto il problema, perché c'era comunque della dolcezza particolare nel loro legame e - cosa da non dimenticare - nel film si suggerisce che Jenny abbia avuto difficoltà ad affrontare la vita per un'infanzia di violenze. Oggi nell'America che inasprisce lo scontro tra conservatori e liberali è tornata a galla l'interpretazione "antifemminista" di Jenny, in sostanza "punita" per la sua libertà sessuale addirittura con la morte. Per Robin Wright non è quello il punto, anche se non la santifica: era una persona egocentrica.
No, la questione non è quella. La gente dice che lei è tipo il Voldemort di Forrest. Non userei un paragone del genere, ma in effetti lei era un po' egoista. Non vedo l'AIDS come una punizione. Era molto promiscua. È stata egoista nei riguardi di Forrest. [...] Lui l'amava dal primo giorno. E lei era volubile, scappava, si faceva di coca, frequentava uno delle Pantere Nere. Poi si ammala e dice: "Questo è il tuo bambino, ma io sto morendo". E lui comunque se la prende: "Ti porterò a casa di mamma". Voglio dire, è la storia d'amore più dolce di sempre.