Eva Green fa causa per un film cancellato e si scaglia contro il produttore: "È un subdolo sociopatico"
Eva Green ha fatto causa alla casa di produzione di A Patriot, film di cui avrebbe dovuto far parte nel 2019. Dalle chat emerse, pare però che l'attrice abbia pesantemente insultato uno dei produttori. Ecco tutto ciò che sappiamo sul procedimento legale che dovrebbe cominciare a breve.

Eva Green - fra le star più apprezzate del panorama cinematografico contemporaneo - è attualmente impegnata in una causa legale, di cui sono emersi alcuni dettagli piuttosto sioccanti, fra cui delle chat in cui la star attacca fortemente il produttore di un suo film. Per capire meglio quanto accaduto, bisogna però tornare indietro nel tempo di circa quattro anni, esattamente al 2019.
Eva Green - I retroscena della causa legale contro la produzione di A Patriot
Nel 2019 Eva Green aveva infatti firmato un contratto per recitare in A Patriot, uno sci-fi che avebbe dovuto includere nel cast anche Charles Dance ed Helen Hunt. Il progetto, però, non è mai andato in porto. L'attrice, quindi, ha deciso di fare causa alla società di produzione del film, la White Lantern Film, sostenendo di aver diritto al suo compenso - circa 1 milione di dollari - indipendentemente dalla cancellazione - in base alla formula "pay or play". La produzione, dal canto suo, ha deciso di querelare Eva Green, in quanto la pellicola non sarebbe stata realizzata proprio a causa dei sabotaggi della star. Il processo che ne è scaturito inizierà martedì, a Londra, e dovrebbe durare circa otto giorni. Fra i documenti in possesso del tribunale - riportati dal The Guardian - figurerebbero anche alcune chat di Whatsapp piuttosto dirette, che hanno già suscitato scalpore in rete.
Nello scambio di messaggi l'attrice si scaglia infatti contro il produttore esecutivo di A Patriot, Jake Seal, definendolo "malvagio", "pazzo", "subdolo sociopatico" e persino "puro vomito". Epiteti del genere sono stati rivolti anche a Terry Bird - l'altro produttore della pellicola -, apostrofato come un "fottuto deficiente". Sempre stando a quanto condiviso dal The Guardian, la rabbia della star sarebbe stata scatenata da un improvviso taglio del budget stanziato per il suo coinvolgimento e il mancato rispetto di una clausola, che le garantiva "il diritto di approvazione" sui membri dello staff assunti. La produzione, invece, sostiene che l'attrice ha semplicemente cercato di far assumere un autista personale, un coach per il dialetto, un make-up artist che si occupasse solo di lei e un assistente. Richieste però negate, come ha fatto notare, con parole poco gentili, Eva Green al suo agente: "sono obbligata a prendermi questi cafoni della troupe dell'Hempshire". Non resta dunque che attendere per scoprire la sentenza della Corte Suprema, di fronte alla quale comparirà la stessa attrice. Nel frattempo, Eva Green è attesa nelle sale italiane ad aprile 2023, con l'avventura in costume I tre moschettieri - D'Artagnan.