Elio, emergono dietro le quinte sulle modifiche al film Pixar: cos'è successo?
The Hollywood Reporter, usando fonti anonime e non, vicine alla produzione di Elio targato Pixar-Disney, ha dettagli da condividere sul cambio di regia che il progetto ha visto. Cosa ha spinto a rivedere le intenzioni originali di Adrian Molina?

Premessa: il cambio di regia e di direzione in Elio, film di animazione Pixar-Disney, non è una storia nuova in questo tipo di progetto. È accaduto in passato a grandi successi (Ratatouille) e scivoloni al boxoffice (Il viaggio di Arlo): capita, non ha nesso immediato con gli esiti commerciali dell'opera. La vicenda ricostruita da The Hollywood Reporter tuttavia è significativa perché registra il legame attuale tra Hollywood e la politica, e fa capire qualcosa della temperatura sociale degli Stati Uniti in questo momento. Di questa tenerissima (e a nostro parere riuscita) fiaba di fantascienza si sta facendo un gran parlare, in merito al flop che quasi sicuramente si rivelerà al termine del suo percorso in sala. Ma cos'è successo dietro le quinte?
Elio, il protagonista era queer e si è fatto dietro front?
Come mai Elio è passato dalla regia di Adrian Molina, coregista di Coco, a quella di Domee Shi e Madeline Sharafian? Secondo le testimonianze raccolte da Hollywood Reporter, Molina aveva caratterizzato il protagonista come queer e latino, infondendovi in sostanza una buona parte di se stesso. Da notare che non c'era intenzione da parte di Molina di arrivare a un coming out, tenendo presente che si parlava di un ragazzino/bambino di soli undici anni, ma la sua caratterizzazione in tal senso era legata per esempio al gusto per il "trash fashion", in parte rimasto nel film in sala, ma senza spiegazioni [vedendo il film, non ci siamo nemmeno posti domande sul suo costume buffo, onestamente: Elio ha undici anni, appunto! ndr]. La cosa è stata confermata dall'assistente al montaggio Sarah Ligatich, membro del gruppo PixPRIDE, portavoce LGBTQ+ all'interno dell'azienda: a un certo punto si è deciso di correggere il tiro su questa caratterizzazione, a fronte di un clima politico turbolento, che si poteva riflettere sulle dinamiche commerciali, visti i boicottaggi invocati spesso in questi casi dalla fronda "anti-woke". Una prova generale si era già vista dall'eliminazione di una caratterizzazione trans di un personaggio nella serie Win or Lose. Un altro artista Pixar anonimo non è nemmeno così convinto che questo tipo di decisione sia imposta dalla nuova direzione Disney preoccupata dai boicottaggi, ma anzi suggerisce che possa essere arrivata dall'interno, da qualcuno "più realista del re".
Secondo Ligatich e altri impiegati Pixar che hanno scelto di rimanere anonimi, le progressive modifiche, decise anche dopo una proiezione di prova che aveva lasciato il pubblico piuttosto freddo, hanno spinto diversi artisti attivi sulla prima versione di Elio ad abbandonare il progetto, inclusa America Ferrera. L'attrice interpretava la mamma di Elio, ma sarebbe rimasta delusa dai continui rifacimenti del copione, via via sfrondato dalla caratterizzazione più latina. Come sa chi ha visto il film, nel cartoon finito esiste solo una zia di Elio, doppiata da Zoe Saldana. Per ultimo è stato Molina stesso a sventolare bandiera bianca. Pare che Pete Docter, direttore creativo dell'azienda, gli abbia proposto prima l'affiancamento di Madeleine Sharafian, per poi essere costretto a sostituirlo con Domee Shi, quando Adrian ha deciso che voleva staccare, preferendo dedicarsi a Coco 2.
Le voci anonime Pixar, deluse da come sono andate le cose, ritengono che il film così modificato "non parli più di niente", pur ammettendo che Shi e Sharafian abbiano fatto molto professionalmente tutto il possibile, per chiudere una produzione così tribolata nel migliore dei modi. Comprendendo la delusione, pensiamo tuttavia che Elio, così com'è arrivato al cinema, sia tutt'altro che un film vuoto, seppur diverso da quello che non vedremo mai: anzi, a maggior ragione pensando a queste premesse a sfavore, il risultato ci appare sorprendente nella sua coerenza.
Il paradosso è che le modifiche per de-politicizzare il film e salvarlo da un flop non hanno aiutato Elio a evitare questo destino. "Go Woke Go Broke", "Vai di woke, vai in rosso", ama minacciare chi si oppone ai contenuti "woke", promettendo il boicottaggio e una campagna contro le opere accusate di propaganda. In questo specifico caso però il cartoon sta andando in rosso a prescindere, il che ci fa pensare che il discorso sia tutt'altro che semplice, né poi tanto politico: forse sono soltanto i soggetti originali a faticare, in un mondo in cui Inside Out 2, certo riuscito ma a nostro modesto parere meno fresco di Elio, ha portato a casa l'anno scorso 1.700.000.000 dollari.
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