Elio della Pixar, flop oppure Elemental bis? Pete Docter: "Ma non possiamo rischiare di arrivare a Toy Story 27"
Elio della Pixar è partito nel mondo molto male. Accadde anche a Elemental due anni fa, ma quel film seppe riprendersi. Queste difficoltà sui soggetti originali potrebbero avere ripercussioni sulle strategie delle major? Reagire in difesa, puntando solo su sequel e remake, sul lungo termine azzererebbe la fucina di quegli stessi marchi.

Se seguite l'andamento del boxoffice, dovreste sapere che Elio, nuovo lungometraggio di animazione Pixar - Disney, ha registrato l'esordio più basso della storia Pixar, partendo persino peggio di Elemental di due anni fa: in quel caso, il film seppe riprendersi lentamente ma con decisione, però nell'attesa di un miracolo-bis, queste difficoltà fanno pensare alcuni analisti. Considerando l'esplosione l'anno scorso di Inside Out 2 e quest'anno del remake di Lilo & Stitch, manca poco perché le major come la Disney azzerino i rischi e si allontanino dai soggetti originali. Ma la cosa avrebbe una conseguenza contraddittoria.
Elio: flop o meno, cosa accadrebbe senza i soggetti originali?
Partito con 36 milioni di dollari incassati nel mondo, Elio targato Pixar è costato secondo Deadline 150 milioni, ma con questi chiari di luna sembra improbabile che possa raggiungere i 300 necessari ad andare in pari (escludendo le spese di marketing). Prima del boom di Inside Out 2 l'anno scorso con 1.700.000.000 dollari, Elemental si era trovato in una situazione analoga: per un budget di più o meno 200 milioni, riuscì alla fine a portarne a casa quasi 500 (anche se chi notava la sua tenuta sorprendente fu preso in giro da chi aveva fretta di cantare il requiem). Non è sicuro che a Elio accada la stessa cosa, perché il film in questo caso è uscito da subito nella maggior parte dei mercati, e non rimarrebbe che sperare nella Cina (territorio dalle reazioni imprevedibili ai prodotti occidentali). Se si tiene presente che il remake dal vero di Lilo & Stitch sfiora il miliardo di dollari d'introiti, la sentenza sembra scritta, con eco negli ultimi discorsi del CEO Disney Bob Iger agli azionisti: puntare di più sui cavalli di battaglia. C'è però un problema.
Doug Creutz, analista di Wall Street specializzato nel mercato dell'audiovisivo, ha spiegato a Deadline come nemmeno la strategia di sfornare solo sequel o remake si può reggere da sola sul lungo termine: "Ci aspettiamo che gli studios reagiscano a questa evidente tendenza approvando meno film animati a soggetto originale, ma non date la colpa agli executive, datela al pubblico. Il problema è che, naturalmente, senza nuove proprietà intellettuali di successo, uno studio non può alimentare quel portfolio di marchi. E questo potrebbe essere particolarmente problematico per la Disney, i cui film, merchandising e parchi a tema dipendono dall'animazione e aiutano la crescita della compagnia."
Già due settimane or sono, prima dell'uscita di Elio, il direttore creativo Pixar Pete Docter al Most Innovative Companies Summit commentò: "Realizzare un film che non fa soldi e realizzarne uno che ne fa implicano esattamente lo stesso sforzo e la stessa fatica. Non puoi prevedere questa roba. A volte centri la combinazione giusta. Dobbiamo capire cosa vuole il pubblico prima ancora che se ne renda conto. Perché se ci limitiamo a dargli quello che già conosce, arriveremo a Toy Story 27". Commento autoironico, visto che Toy Story 5 è in arrivo sul serio nel 2026, ma uscirà dopo l'originale Hoppers a marzo (e nel 2027 Gatto di Enrico Casarosa anticiperà Coco 2 e Incredibili 3). Insomma, la Pixar non vuole e non può mollare sui tentativi a soggetto originale: i personaggi amati nascono proprio da quelli, non esistono sequel o remake se qualcuno non rischia prima con nuovi mondi e protagonisti. Il paradosso è che Elio è piaciuto a gran parte del pubblico e della critica, eppure sta faticando a intercettare l'attenzione di spettatori e spettatrici paganti, complice anche forse il marketing stesso Disney: ogni tanto ci sembra aiutare più le opere che ne hanno meno bisogno, come appunto il nuovo Lilo & Stitch.
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