Odio l'estate: le tre protagoniste femminili, il valore aggiunto del film
Lucia Mascino, Carlotta Natoli e Maria Di Biase rendono corale e ficcante il nuovo film del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Erano anni che Aldo, Giovanni e Giacomo non ricevevano critiche così positive per un loro film. Negli ultimi tempi avevano dimostrato una stanchezza e una ripetitività evidenti, che hanno portato una certa disaffezione da parte del pubblico. Sono però ancora molti a volergli bene, ne è convinto il regista storico dei loro film, Massimo Venier, che è tornato a lavorare con loro per Odio l’estate dopo quindici anni di separazione. Ne ha parlato in conferenza stampa, insieme a un trio chiaramente particolarmente emozionato e anche soddisfatto di quest’ultimo film, appena uscito nei cinema.
Il merito è di una buona scrittura e di una storia che prende atto del tempo e anche della fatica dei tre comici, rendendola uno dei tratti caratteristici dei loro alter ego sul grande schermo, rigorosamente rappresentati con veri nomi e cognomi. Si fanno prendere in giro dalle loro mogli, che hanno un ruolo cruciale e non sono certo solo comparse, oltre a lottare per comunicare con i figli piccoli o adolescenti. La vita ha fatto il suo corso, e per la prima volta Aldo, Giovanni e Giacomo sono invecchiati anche nelle loro storie al cinema. Ne è venuto fuori un ritratto malinconico, oltre che divertente, e soprattutto corale. Oltre a piccoli ruoli ficcanti, come un carabiniere interpretato da Michele Placido, o Massimo Ranieri nei panni di sé stesso, la vera sorpresa del film sono le tre mogli, sempre all’altezza dei "mariti comici". Stiamo parlando di Lucia Mascino, Carlotta Natoli e Maria Di Biase, che non si sono sottratte al racconto dell’esperienza in un film al fianco di presenze così forti come quelle del trio comico milanese.
“È stato facilissimo inserirci, lo sono stati molto accoglienti”, ha dichiarato Lucia Mascino. “Devo dire che è stata una sorpresa lavorare con loro, una cosa inaspettata nel mio percorso lavorativo incontrare tre come loro. Mi sono sempre piaciuti per la loro comicità poetica e fisica, e in Odio l’estate c’è stato uno scambio fra il loro modo di recitare e il nostro, in una combinazione felice, guidata da Massimo Venier, un nuovo territorio comune. Mi sembra che anche noi abbiamo messo qualcosa”.
Non c’è alcun dubbio al riguardo, come conferma lla sorprendente Maria Di Biase, particolarmente efficace come moglie di Aldo, una coppia ad alta frequentazione erotica. “C’è stata una simbiosi, è stato subito bellissimo sul set, ci ha permesso di essere naturali e sciolte. Poi io in costume da bagno do sempre il meglio di me. Lo dico sempre, sono un’attrice invernale, non mi vedrete mai più in costume. Una commedia è efficace se fa ridere e anche emozionare, cosa mi sembra succeda con Odio l’estate, grazie al lavoro di Massimo Venier che ci ha diretto tenendo le redini di tutti. Sono fiera poi della bella amicizia nata con Carlotta e Lucia. Sono cresciuta poi con gli sketch del trio, sono tre miti della comicità, per me è stato il massimo”.
Da buon ultima, Carlotta Natoli non può che confermare le belle parole delle sue due colleghe. “Già è stato detto tutto, sicuramente abbiamo portato il nostro approccio euforico e spero un po’ di gioia. Esistono esperienze e artistiche e altre umane, queste ultime sono quelle per cui faccio questo mestiere, vanno oltre quelle artistiche e il rapporto con loro è stato più di un film fatto insieme. Sono sempre convinta che se c’è stima reciproca e affetto questo emerge nel film, sono cose che escono fuori proprio nei momenti di silenzio, nei sguardi intensi di cui è anche fatto Odio l’estate, oltre alle battute divertenti. Fare un film corale è difficilissimo, ci vuole un equilibrio incredibile, il grande merito quindi è stato della regia, noi ci siamo divertiti molto, del resto fare da spalla a chi reputi artisticamente di grande livello è un piacere”.
Le musiche del film sono di Brunori sas, coinvolto suo malgrado nel corso della conferenza stampa, mentre se ne stava in disparte seduto in prima fila fra il pubblico. “A loro devo tante risate e chi mi fa ridere nella vita lo ringrazierò sempre. Oltretutto risate condivise con la mia famiglia e con mio padre, che era uno vecchia maniera, lavorava sempre e ci vedevamo poco. Stavo sul divano con lui fino a tarda serata a guardare Mai dire goal. All’inizio ero insicuro, pensavo che le mie musiche non fossero adatte a una commedia, c’è una certa tragicità nei miei lavori, ma questo è un film agrodolce, abbiamo lavorato vecchia maniera, con un proiettore e le immagini del film mentre lavoravamo. Con Massimo abbiamo cercato di dare una nota malinconica anche nelle scene gioiose in spiaggia. È un’esperienza che mi ha fatto crescere dal punto di vista umano e professionale”.
foto di Paolo Galletta