Odio l'estate - La recensione del film con Aldo Giovanni e Giacomo

28 gennaio 2020
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Il trio torna alla grande con una bella commedia corale dolceamara e balneare in pieno inverno, diretta da Massimo Venier e con tre partner femminili d'eccezione.

Odio l'estate - La recensione del film con Aldo Giovanni e Giacomo

Tre uomini che non si conoscono, con le rispettive famiglie, sono costretti per un disguido a condividere gli spazi di una villa al mare durante le sospirate vacanze estive. Non potrebbero essere più diversi e si portano come bagaglio un carico di problemi, frustrazioni e segreti che nascondono a mogli e figli. Istintivamente non si sopportano, ma pian piano impareranno molto su di sé, sui propri cari e su quel che veramente conta, anche in età matura. Su queste premesse è costruita Odio l'estate, la sorprendente commedia che riporta al cinema Aldo, Giovanni e Giacomo, nuovamente diretti, dopo 15 anni, dal regista e coautore dei loro primi successi televisivi e cinematografici Massimo Venier. La sorpresa non sta certo nella trama, ma nella riuscita di un film con una struttura narrativa solida e capace di valorizzare al massimo le capacità di tutti gli interpreti, grazie a una sceneggiatura ben scritta e divertente ma anche riflessiva e commovente.

Non ci sono sbavature o esagerazioni in questo nuovo lavoro del trio, che ricrea la casualità di un incontro e porta con sé una serie di riflessioni dolceamare (ma mai nostalgiche) sul tempo che passa e sul valore delle esperienze e della condivisione. Non è certo un caso che il soggetto sia l'estate, quella detestata da Bruno Martino nella celebre canzone che dà il titolo al film e che è la stagione per eccellenza della gioventù, dei primi amori e delle prime esperienze, dei bagni nudi in mare, della libertà e della speranza. Un periodo che è atteso spasmodicamente da piccoli e accolto quasi con fastidio da adulti, quando il peso della vita ci ha fatto dimenticare la gioia del passato e certe prime volte, purtroppo, sono irripetibili. Ma è ancora possibile ritrovare la magia di momenti che hanno segnato la nostra vita, e magari realizzare un sogno che non si è avuto il coraggio di concedersi prima.

Dei tre coinquilini per caso, Aldo è, in apparenza, il nullafacente pigro e un po' infantile, che ama teneramente mogli e figli ma è sempre scappato di fronte alle possibilità che la vita gli ha offerto. Giacomo è un affermato dentista con una moglie bella ma fredda e perennemente arrabbiata a cui non ha osato confidare i suoi problemi, e un rapporto problematico col figlio dodicenne di lei, che ha cresciuto. Giovanni infine, a cui paradossalmente mancano le parole, è convinto di avere la ricetta giusto per tutto, è un fautore delle regole che in realtà nasconde una grande fragilità e una fondata preoccupazione per il suo futuro lavorativo. Tre tipi umani in cui è facile riconoscersi o riconoscere genitori, amici o conoscenti che hanno raggiunto la mezza età e fanno i conti coi propri rimpianti o con quello a cui hanno rinunciato per costruire una famiglia e un posto nella società. Ma il bello di Odio l'estate è che non è un film incentrato solo sui protagonisti maschili: al contrario, l'innesto di tre bei personaggi femminili interpretati con grande forza e credibilità da tre bravissime attrici come Lucia Mascino (moglie di Giacomo), Carlotta Natoli (moglie di Giovanni) e Maria Di Biase (moglie di Aldo), bilancia la storia, dando loro spazio per raccontare il punto di vista femminile, in parallelo a quanto accade ai loro mariti.

E non è tutto: ci sono anche i figli, per cui l'estate e le vacanze sono ancora quello che deve essere: gioia, amore, divertimento e scoperta, e che si dimostrano, come spesso avviene nella vita, più maturi dei loro genitori. E poi c'è Michele Placido, che interpreta con gran gusto un maresciallo dei carabinieri a cui i nostri sono costretti a rivolgersi più volte: una grande performance da caratterista che a tratti ricorda il maresciallo Carotenuto di Vittorio De Sica. Si ride molto in Odio l'estate e si sta resta sempre col sorriso sulle labbra, ma a un certo punto (anche prima del finale che non riveliamo) ci si ritrova a sorpresa con le lacrime agli occhi. Alla conferenza stampa di presentazione del film – che si avvale, tra l'altro, di una bella colonna sonora con musica e canzoni di Brunori Sas, Vinicio Capossela (un bell'omaggio ai fan) e un cammeo in concerto di Massimo Ranieri, nume tutelare di Aldo – la parola più ricorrente è stata maturo, ed è questa la cifra di lettura che meglio connota un'opera che rasserena, desta ricordi e riflessioni e ci ricorda anche la riconoscenza che dobbiamo ad Aldo Giovanni e Giacomo, esponenti di un'epoca allegra ed anarchica della tv e del cinema, per tutte le risate che ci hanno regalato.

Se è vero che il passato è irripetibile, quello di Odio l'estate è un bel modo per guardare al futuro con uno sguardo un po' meno corrucciato: se anche questo fosse l'ultimo film del trio (e noi speriamo vivamente di no), sarebbe un bel modo per salutare il pubblico che lo ha sempre seguito e che lo scoprirà ancora in gran forma, capace di conquistare anche i più giovani con l'arte della commedia che solo in pochi sono in grado di praticare a questi livelli.



  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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