Intervista a Matt Bomer: Il reboot di White Collar, il genio Ryan Murphy e la bugia su Superman che ancora lo perseguita
Abbiamo incontrato al Filming Italy Sardegna Festival Matt Bomer. Gli abbiamo fatto una lunga intervista chiedendogli di Ryan Murphy, dell'inizio della sua carriera, di una fake news che ancora lo perseguita e del reboot di White Collar.
Abbiamo conosciuto Matt Bomer e i suoi favolosi occhi celesti nel 2010, quando è andata in onda su Fox Crime la prima stagione di White Collar, nella quale l'attore era il genio della truffa Neal Caffrey. Ne è passato di tempo da allora e Matt ha fatto la necessaria gavetta recitando per due anni in una soap opera e poi calcando le tavole dei palcoscenici e approdando sui set cinematografici. Stripper nella trilogia di Magic Mike e regista di un episodio di American Crime Story - The Assassination of Gianni Versace, Bomer ha recitato in In Time di Andrew Niccol, The Nice Guys di Shane Black, I magnifici 7 di Antoine Fuqua e Maestro, per citare soltanto alcuni titoli. La sua carriera di attore di serie tv è più ampia della sua filmografia e ci piace ricordare Chuck, la quarta stagione di American Horror Story, Doom Patrol e Compagni di viaggio.
Se parliamo di Matt Bomer è perché abbiamo avuto il piacere di incontrarlo al Filming Italy Sardegna Festival 2024. Quando arriva nel giardino di Forte Village, ci voltiamo in tanti e subito ci rendiamo conto che, oltre ad essere molto bello e a portare benissimo i suoi 46 anni, è di una gentilezza rara. Appena ci sediamo fra le palme e i banani, subito gli chiediamo del reboot di White Collar di cui si parla già da qualche mese: "Sarebbe bellissimo se ci fosse un reboot di White Collar sottoforma di film se non addirittura di aga cinematografica" - dice - "ma al momento è in programma una serie tv. La sceneggiatura è finita, ma sfortunatamente ancora non l'ho letta. Non ne ho avuto il tempo perché aspetto di capire se alcune modifiche che erano state suggerite sono state fatte e se c'è la conferma definitiva che la serie si girerà. In ogni modo Neal dovrebbe tornare. Dovete sapere che nei periodi in cui sono impegnato lavorativamente su più fronti, preferisco aspettare l'ok definitivo per qualcosa a cui tengo particolarmente, perché sennò diventa un'ossessione e dimentico tutto il resto".
Già che stiamo parlando con Bomer di serialità televisiva, gli chiediamo cosa ci può dire di Mid Century Modern, la nuova serie di quel geniaccio di Ryan Murphy. Matt, ça va sans dire, è un suo grande estimatore: "Ciò che adoro di Ryan Murphy è che so che, se dico di sì a un suo progetto, mi troverò a lavorare con un incredibile team creativo e che tutti, dal regista al costumista, dallo scenografo al direttore della fotografia, saranno i migliori sul mercato. Penso che Ryan sia un uomo e un artista fantastico, un grandissimo produttore e regista. Ha creduto in me molto prima che lo facesse la maggior parte della gente e mi ha spesso chiamato a recitare, così, quando mi offre un lavoro, se gli impegni lo consentono gli dico sempre di sì. Sono molto felice di essere parte di Mid Century Modern. Si tratta di una serie comica con Nathan Lane, che è davvero uno dei più grandi attori americani di tutti i tempi, una specie di monumento nazionale, insomma. Mid Century Modern non è un remake di Cuori senza età, è ispirata a Cuori senza età ma racconta la storia di un gruppo di amici che decidono di andare a vivere tutti insieme in una casa di Palm Springs. Hanno età diverse, alcuni somigliano ai personaggi di Cuori senza età, altri invece no, quindi la serie non è un remake di Cuori senza età, credo sia importante che la gente lo sappia".
Tornando a White Collar, secondo Matt Bomer il segreto della popolarità della serie sta nel fatto che Neal è un personaggio che ispira le persone, che riesce ad essere molto cool e sa restare calmo anche nelle situazioni di pericolo. A favore di White Collar gioca poi il cameratismo e l'affetto che lega i personaggi. proprio perché si parla di cameratismo, domandiamo a Matt se durante le riprese di Magic Mike, Magic Mike XXL e Magic Mike: The Last Dance ci fosse una certa fratellanza fra gli attori: "Non so bene per quale ragione, ma il tema dell'amicizia è comune a molti miei progetti" - risponde - "e comunque durante la lavorazione di tutti e tre i film c'è stato molto cameratismo fra noi attori. Conosco Joe Manganiello da quando avevo 18 anni, siamo andati al college insieme, quindi è stato semplice e naturale interpretare due grandi amici. Anche gli altri ragazzi del gruppo sono persone meravigliose, tanto che lavorerei con loro in qualunque film mi proponessero. Sono artisti eccezionali". Poi l’attore ci parla del suo rapporto con la danza: "Non so se riuscirei a ballare come ho fatto nei film di Magic Mike per tutta la vita, però mi piacerebbe ballare di più e più spesso. A New York c'è, vicino a casa mia, un molo dove la gente si ritrova la domenica per un corso di ballo. Danzano sul molo e, quando sono in città, ogni domenica li vado a guardare… Un momento: mi sono appena ricordato che, quando è scoppiata la pandemia ed eravamo tutti chiusi in casa, ho cominciato ad ascoltare un dee-jay e a ballare come un matto. Rammento che spegnevo la luce e ballavo per ore, molto probabilmente con una bottiglia di vino in mano. Questo dee-jay organizzava delle feste virtuali facendo dirette Instagram".
È sempre interessante quando un attore torna con la memoria a quando ha cominciato la sua carriera. Abbiamo detto che Matt Bomer ha iniziato dalle soap opera, esperienza di cui ci facciamo raccontare qualcosa in più: "Dopo l'11 settembre, ho perso l'impiego che avevo a New York, dove abitavo. Facevo il facchino in un hotel mentre aspettavo di cominciare uno spettacolo a Broadway. Un giorno ho letto su un giornale che cercavano un attore per una soap opera. Non era un lavoro che avrei pensato di fare ed è stato come venire pagato per frequentare il liceo, perché all'epoca avevo il terrore della telecamera. Ma poi, avendo recitato in quella soap per due anni consecutivi quasi ogni giorno, nel momento in cui il lavoro è terminato mi sentivo a mio agio a recitare qualsiasi scena. Insomma, la telecamera non mi angosciava più, per questo dico che mi sembra di essere stato pagato per andare a scuola".
Purtroppo, appena si cercano su Internet informazioni su Matt Bomer, appare la notizia che l'attore non ha ottenuto il ruolo di Superman in Superman Returns a causa della sua omosessualità. Veniamo a sapere che si tratta di una fake news dallo stesso Bomer, che ci tiene a spiegare: "In realtà le cose non sono andate così. Probabilmente quello che avete letto è un titolo acchiappa-click che strumentalizzava una mia affermazione. È una vera sfortuna che io non abbia in realtà tante occasioni per parlare di questo grosso equivoco, e comunque qualsiasi cosa io dica, la stampa tenderà sempre a modificare le mie parole trasformandomi in una vittima. Io non penso di essere una vittima e sono davvero felice di non aver fatto Superman, perché, se l'avessi interpretato, la mia carriera avrebbe preso una piega ben diversa, dal momento che il ruolo di Superman è così iconico che per l'attore che lo interpreta è quasi impossibile 'divorziare' dal personaggio. Forse sarò meno ricco, ma ho avuto tante parti diverse proprio perché non sono stato Superman. Potrebbe esistere un corso di laurea sulla domanda che mi avete appena fatto e per me rispondere con una frase è impossibile, quindi lascerò che sia la storia a narrare ciò che è accaduto veramente e ognuno poi potrà dare la risposta che crede a questo interrogativo. Voglio guardare avanti e pensare a me come a un attore e basta, non un attore gay. Questa diatriba riguarda una cosa che è accaduta 20 anni fa, e nonostante questo la gente mi spinge a scavare nel passato, a cercare gli scheletri nell'armadio. Invece io voglio guardare avanti e concentrarmi soltanto sul futuro".
Oltre ad essere stato uno degli interpreti principali di American Horror Story: Hotel, Matt Bomer è apparso in altre stagioni dell’arcinota serie tv. Inoltre, nel 2006 l'attore è stato il protagonista di Non aprite quella porta - L'inizio. Significa forse che Matt è appassionato di horror? "Quando ero giovane adoravo i film horror" - ci dice - "e quindi, quando mi hanno proposto di recitare in Non Aprite quella porta, siccome ero nato e cresciuto in Texas, ho pensato che, se dovevo recitare in un film horror, non poteva che essere proprio quello, perché c'è molto folclore texano. In ogni modo, quando hai 25, 26 anni come li avevo io, non capita tutti giorni di ottenere il ruolo del protagonista in un film, cosa che invece accade più facilmente con gli horror. Così, nel momento in cui Michael Bay mi ha proposto di fare il film, ho accettato. Adesso non guardo più gli horror con la stessa frequenza di prima, ma ancora mi piacciono quelli belli tipo Talk to me".