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BIOGRAFIA DI EMMANUELLE RIVA
Attrice. Cresce a Remiremont, un piccolo comune della Lorena. Determinata a diventare un'attrice sin da bambina, contro la volontà dei genitori, il 13 maggio 1953 si reca a Parigi per partecipare a un'audizione del Centro di Arte Drammatica di Rue Blanche, di fronte al grande regista della Comédie-Française Jean Meyer, che rimane molto colpito dalla sua performance. Nel 1954 debutta in teatro a Parigi, nello spettacolo "Uomo e Superuomo" di George Bernard Shaw, e successivamente recita in opere quali "La professione della signora Warren"(sempre di Shaw), "I dialoghi delle Carmelitane"(di Georges Bernanos) e "Il seduttore"(di Diego Fabbri). La prima apparizione sullo schermo arriva nel 1957, con il ruolo della Regina d'Inghilterra nell'episodio "Le Chevalier d'Éon" del televisivo "Énigmes de L'Histoire". L'esordio al cinema avviene l'anno successivo con il film "Le grandi famiglie"(Denys de La Patellière), nel quale recita una breve parte. Si rivela al pubblico internazionale nel 1959 con "Hiroshima mon amour" di Alain Resnais, tratto da un testo di Marguerite Duras, interpretando magistralmente - con un'intensa drammaticità - il personaggio di Elle. Nel 1960 è Teresa, prigioniera ebrea in un campo di concentramento, nel discusso "Kapò" di Gillo Pontecorvo, e Marilina in "Adua e le compagne" di Antonio Pietrangeli. Successivamente interpreta la vedova atea in "Léon Morin prete"(1961, di Jean-Pierre Melville), accanto a Jean-Paul Belmondo, nel ruolo di un prete giovane e seducente. Con "Il delitto di Thérèse Desqueyroux"(1962) di Georges Franju vince la Coppa Volpi a Venezia, grazie alla sua capacità di rappresentare lo spirito di ribellione e il desiderio di libertà del suo personaggio. Durante gli anni Sessanta - il suo periodo d'oro - continua a interpretare ruoli da protagonista in film sia francesi che italiani, aprendosi anche al piccolo schermo. Parallelamente a quella cinematografica e televisiva, prosegue anche la carriera teatrale: nel 1963 entra a far parte del Théâtre National Populaire, recitando in pièce come "Il ritorno"(1966) di Harold Pinter. Gli anni Settanta e Ottanta non sono facili per lei, che non replica il successo raggiunto grazie alle sue prime interpretazioni, nonostante i ruoli da protagonista che continua a ottenere per pellicole che però non riescono ad avere una risonanza internazionale. Negli anni successivi lavora in importanti produzioni di qualità con grandi registi come Krzysztof Kieslowski ("Film blu", 1993). Nel 2011 viene scelta da Michael Haneke per recitare con Jean-Louis Trintignant nel film "Amour", una profonda e struggente riflessione sui due più importanti aspetti della vita, l'amore e la morte. Il film vince la Palma d'Oro alla 65° edizione del Festival di Cannes, e fa guadagnare all'attrice il premio come miglior attrice europea agli European Film Awards 2012, nonché la nomination come miglior attrice ai BAFTA e agli Oscar 2013.