La casa dei fantasmi, la recensione del film Disney ispirato alla celebre attrazione
A vent'anni di distanza da un primo tentativo con Eddie Murphy, la Disney rigioca la carta della Casa dei Fantasmi, schierando Lakeith Stanfield, Rosario Dawson, Owen Wilson, Danny DeVito e Tiffany Haddish. Non è andata molto meglio. La nostra recensione.
Ben Matthias (LaKeith Stanfield) è uno scienziato, vedovo di una moglie che aveva sempre rappresentato il sogno nella vita di uno scettico. Viene reclutato dal prete Kent (Owen Wilson) per aiutare una madre single (Rosario Dawson), col piccolo Travis a carico, indagando con un suo armamentario sperimentale sui fantasmi nella tenuta dove i due si sono appena trasferiti. C'è una maledizione che grava sulla magione, e presto altri bizzarri personaggi saranno coinvolti nel tentativo di venire a capo del mistero: tra loro un professore svalvolato (Danny DeVito) e una medium improbabile (Tiffany Haddish).
Questo La Casa dei Fantasmi è il secondo tentativo, dopo La casa dei fantasmi del 2003 con Eddie Murphy, di trasporre al cinema l'attrazione The Haunted Mansion, che debuttò a Disneyland nel 1969 (avviata da Walt Disney stesso prima della morte) e si può visitare anche nel Magic Kingdom in Florida e nella Tokyo Disneyland. Un Pirati dei Caraibi non fa primavera: già il film precedente, diretto peraltro dal Robert Minkoff del Re Leone originale (!!!), per un budget di 90 milioni di dollari a stento ne portò a casa 180, faticando non poco. Il progetto di un remake/reboot si è trascinato per anni, con Guillermo del Toro che ha tentato di farlo funzionare, prima di sventolare bandiera bianca. Il nuovo lungometraggio è stato alla fine affidato alla sceneggiatura di Katie Dippold (il Ghostbusters del 2016) e alla regia di Justin Simien, reduce dalla serie tv su Netflix Dear White People.
La casa dei fantasmi appartiene a quel filone di film "per Halloween", molto americani, che in qualche caso sono riusciti anche a riscuotere un successo di pubblico notevole, però di rado al cinema: un caso eclatante è Hocus Pocus, flop in sala ma poi con un notevole seguito in tv. Onestamente ci pare che anche questo nuovo lavoro avrebbe avuto una collocazione più consona sullo streaming, magari su Disney+ e a ridosso del 31 ottobre, non perché manchi un'ambizione di fondo, a cominciare dal casting prestigioso, quanto perché la sua esecuzione e i suoi risultati sono quelli di un tv movie per chi si accontenti facilmente di uno spettacolo alquanto blando.
Non importa quanto vengano evocate possessioni e infestazioni, naturalmente La casa dei fantasmi non può fare davvero paura, perché rimane nell'anima "finto" e per famiglie come l'attrazione. In un'ottica promozionale questo non scandalizza nessuno, e questi luoghi storici dei parchi a tema più celebri hanno un seguito di fan appassionati, ma per lo meno la chiave umoristica dovrebbe essere sostenuta, specialmente con un dispiego di attori e attrici di questo calibro. Eppure non si ride, più che altro ci si scontra con registri spiritosi non amalgamati tra loro e fuori controllo (Wilson, DeVito, Haddish), che rendono inoltre difficile l'immedesimazione nei tentativi di racconto più emotivo: LaKeith Stanfield s'impegna, ma è chiaramente un attore fuori contesto in questo tipo di produzione, dove uno come Murphy avrebbe funzionato meglio sulla carta (se si fosse riusciti poi a farlo funzionare nel film del 2003!). Della cultura black, che Simien e buona parte del cast dovrebbero sostenere, rimane l'ambientazione di New Orleans, più scopertamente fedele al sapore dell'attrazione, ma è un sapore che arrivava meglio nel recente remake della Sirenetta. Tra cambi di registro continui e una durata sulle due ore, La casa dei fantasmi gira a vuoto, e le performance di attori e attrici (ci sono persino Jamie Lee Curtis e Jared Leto!) sono più divertite che divertenti. Forse è il caso di arrendersi alla maledizione e di lasciare che la Haunted Mansion sia solo un'attrazione di Disneyland.
- Giornalista specializzato in audiovisivi
- Autore di "La stirpe di Topolino"