Gold: recensione del film con Matthew McConaughey

27 aprile 2017
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Una versione ruspante e kitsch del sogno americano, un Matthew McConaughey bravo ma un po’ gigione.

Gold: recensione del film con Matthew McConaughey

Aiuto: Matthew McConaughey semipelato, pallido e sudaticcio, con i denti storti e ingialliti e lo stomaco prominente per il consumo smodato di alcool è uno spettacolo a cui non eravamo preparati, uno spettacolo esteticamente sgradevole, non c’è dubbio, ben più di quello contemplato in Dallas Buyers Club, in cui il carisma e il rispetto per un uomo realmente esistito non privavano il True Detective texano del suo inconfutabile e sempiterno fascino. Ma c'è di che stare tranquilli: il talento del premio Oscar non viene offuscato dalla bruttezza nel nuovo film di Stephen Gaghan e comunque un vero attore è colui che sa accordare a copioni e registi uno strumento prezioso come il corpo, trasformandolo nel contenitore di un’anima che da sola non riuscirebbe a esprimere la personalità di un individuo e a rendere giustizia al segno che lascia nel mondo.

Ciò detto, per il suo imprenditore minerario che ingolla litri di whisky e birra, macina sigarette Winston e parla con le vocali allungate e la voce profonda di Rusty Cohle il Premio Oscar non si è limitato a sottoporsi a una dieta ingrassante e ad abbandonare panca e bilancieri. Con la stessa cura ha abbracciato nella sua totalità il personaggio, si è fatto strada dentro di lui e ha dato voce al suo particolarissimo sogno americano, un sogno chiassoso, kitsch, ruspante e semi-onesto informato del ricordo degli insegnamenti paterni e dominato solo in parte dal desiderio di diventare uno che conta. Un sogno non alla Gordon Gekko, per intenderci, né alla Jordan Belfort di The Wolf of Wall Street, film a cui verrebbe da pensare rammentando la scena in cui McConaughey in versione broker dalle palle fumanti canta una canzoncina propiziatoria a un DiCaprio ancora naif. 

No, qui lo scorsesiano ritratto del ben noto squalo della finanza non va chiamato in causa e Kenny Wells non può neanche assurgere al ruolo di furbo antieroe. E questo per diverse ragioni: innazitutto perchè Matthew, nonostante la bravura, gigioneggia, finendo per essere troppo sopra le righe, troppo fremente, vibrante e delirante, troppo compagnone ed entusiasta. Siccome solitamente non lo fa, viene da pensare che a monte dell'esagerazione ci sia come un'ansia di reggere sulle proprie spalle l’intero film e di rendere unitario un racconto che unitario in fondo non è, e non solo in quanto sovraccarico di "ups" e "downs" e di mutamenti repentini dei destini dei protagonisti. Il vero "buco" da riempire di Gold, è in realtà la debolezza di quello che avrebbe dovuto essere il personaggio più importante: l’oro, perché conoscendo Gaghan (in particolare Syriana e la sceneggiatura di Traffic) non è possibile credere che a muoverlo non sia stato il desiderio di esplorare, accanto alla giungla indonesiana, l’avidità del sistema economico USA e perfino dei governanti, in un’indagine capace di muoversi sul doppio binario analisi di un impulso primordiale e atavico e denuncia di un capitalismo già crudele alla fine degli anni ’80 e ora malato. Non che un simile aspetto manchi, ma al regista interessa anche evidenziare il lato avventuroso di Gold, che nella figura del geologo Michael Acosta (Edgar Ramirez) ammicca ai vari Indiana Jones

Ora, questo coté di intrattenimento - che vedrebbe McConaughey non alla sua prima caccia al metallo prezioso e che contribuisce a non renderlo un "bad guy" - è esemplificato dal sottotitolo spoiler La grande truffa e, se non altro, rende il film comprensibile a tutti, seppure lo banalizza. A non essere banale, in due ore comunque avvincenti, è invece la scelta di non mostrare Wells sedotto più di tanto dal denaro e dal bisogno di lusso. Il personaggio, per fortuna, conserva sempre una certa purezza, così come la sua dolce e burrosa compagna, interpretata da una sensuale e stavolta giunonica Bryce Dallas Howard

Gold è stato presentato in anteprima nazionale al Bari International Film Festival 2017



  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
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