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Topolino è davvero adesso di pubblico dominio? I termini della questione

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A partire dal 1° gennaio 2024, la legge americana sul copyright non dovrebbe proteggere più Mickey Mouse, nato nel 1928, il che renderebbe uno dei personaggi simbolo dell'animazione di pubblico dominio. Le cose sono davvero così semplici? No, ma ci sono dei punti fermi.

Topolino è davvero adesso di pubblico dominio? I termini della questione

L'avrete letto per ogni dove: Topolino alias Mickey Mouse dal 1° gennaio 2024 è diventato di pubblico dominio. Chi persegue un'informazione meno sensazionalistica circoscrive l'evento a una specifica versione del personaggio, ma qualcosa di grosso è senz'altro successo. Cerchiamo di capirne di più usando una fonte autorevole: Jennifer Jenkins, direttrice del Duke Center for the Study of the Public Domain, autrice di un articolo a riguardo, utile per capire la situazione.

Nell'ambito della legislazione americana, l'ultima revisione della legge sul copyright del 1998 porta il diritto d'autore su un'opera a estinguersi dopo 95 anni dalla registrazione. In altre parole, dal 1° gennaio 2024 i copyright registrati nel 1928 decadono, ergo anche quello di Topolino, simbolo suo malgrado di un'azienda molto gelosa dei suoi marchi (e, come ironicamente fa notare Jenkins, dipendente dal pubblico dominio per opere come "Alice nel Paese delle Meraviglie"). L'evento pesa parecchio non solo per l'importanza del personaggio, ma anche perché la Disney stessa, non da sola e in buona compagnia di altre potenti corporation, ha eseguito un lavoro di lobby in particolare per la suddetta ultima estensione del copyright, tanto che la legge fu soprannominata "Mickey Mouse Protection Act". Ad ogni modo, non si è andati oltre i 95 anni, quindi adesso... tempo scaduto. Ma nello specifico?
Per quanto riguarda il materiale cinematografico legato a Topolino, solo il suo leggendario primo cortometraggio Steamboat Willie è entrato nel pubblico dominio. Per gli altri due corti di quell'anno, Plane Crazy e Galoppin' Gaucho, il discorso è diverso: Plane Crazy (il primo a essere realizzato in ordine di tempo, ma distribuito dopo Steamboat Willie) è di pubblico dominio nella sua versione originale muta, ma fino all'anno prossimo la sua versione sonorizzata è ancora sotto copyright, perché quella fu regolarizzata all'inizio del 1929. Lo stesso discorso vale per il secondo.
Per quanto riguarda il personaggio Mickey Mouse, con le fattezze ideate da Walt Disney e Ub Iwerks (animatore factotum e coregista) per quei cortometraggi di quell'anno, è libero negli Usa di essere utilizzato in qualsiasi opera artistica, senza rendere conto alla Disney. L'azienda ha però nel corso dei decenni rinnovato il copyright sul personaggio, modificandolo graficamente per esempio una prima volta nel 1940 per Fantasia, perciò la libertà per ora è legata solo all'identificabilità di Topolino e degli altri personaggi con la loro versione di quello specifico periodo. Le altre versioni si sbloccheranno via via, col passare degli anni.

Mickey Mouse di pubblico dominio? Per il trademark no

Oltre il copyright esiste però per la legge americana il "trademark", che copre parole, immagini, loghi e altri elementi che identificano un brand e l'origine di un prodotto. A differenza del copyright il trademark non ha data di scadenza, ed è ben noto che la Disney ha sempre utilizzato Mickey Mouse come effettivo "marchio di garanzia" e di identificabilità dei suoi prodotti. È qui l' "inghippo"? La Corte Suprema americana aveva già fiutato la trappola e ha reso molto chiaro che il trademark non può servire come mezzo furbo per prolungare il diritto d'autore all'infinito. È necessario però, per evitare cause, che chi faccia uso di un personaggio libero da copyright, ma allo stesso tempo registrato come trademark, renda inequivocabile e molto chiaro che quella che presenta è una versione che non rappresenta in alcun modo chi detiene il trademark. In altre parole, il "vostro" Topolino stile 1928 dev'essere dichiarato come non affiliato né autorizzato dalla Disney in alcuna maniera. Questo vale in particolar modo per il merchandising e per attività commerciali affini, mentre per un nuovo fumetto o animazione è più semplice dichiarare la cosa.

Come la mettiamo con Topolino in Europa?

Attenzione: fino ad ora abbiamo parlato della legislazione americana. Sembra strano, ma quella europea si può trovare a estendere il diritto d'autore ben oltre quella americana, a seconda dei casi. Come infatti ufficialmente indicato sul sito europa.eu, la legislazione europea si concentra sugli autori e non sull'opera in sé: "Nei paesi dell'UE il copyright tutela la proprietà intellettuale fino a 70 anni dalla morte dell'autore, oppure 70 anni dalla morte dell'ultimo superstite in caso di opere realizzate collettivamente." In parole poverissime, nel caso del personaggio in sé, depositato da Disney stesso, sarà libero per tutti gli europei nel 2036, a settant'anni dalla morte di Walt. Considerando che per Steamboat Willie i nomi accreditati sono quelli di Walt Disney e Ub Iwerks, e che il secondo è morto dopo il primo nel 1971, il cortometraggio invece entrerà nel pubblico dominio qui da noi nel 2041! Noi ci accontentiamo di embeddare il film qui in basso, dal canale ufficiale dei Walt Disney Animation Studios, che lo caricarono su YouTube già quattordici anni or sono, sia pure in bassa qualità. Dove la legge non arrivava, era già arrivato il buon senso e un minimo di pragmatismo, lì dove ricordare a tutti le proprie origini può avere un'importanza al di là dei paletti.
Se vi interessano i dettagli più tecnici di questo discorso, vi rimandiamo all'articolo di Jennifer Jenkins, "Mickey, Disney, and the Public Domain: a 95-year Love Triangle". Leggi anche 100 anni di animazione Disney, le fasi di una lunga storia

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