Titanic al cinema per il 25° anniversario, James Cameron: "Non è mai stato più rilevante"
James Cameron ha discusso con i giornalisti di Titanic, in tempo per l'uscita dei cinema dell'edizione 4K 3D, in occasione del 25° anniversario di un film praticamente eterno.

- Titanic, James Cameron: "Mi ricordo la lavorazione più del film stesso!"
- Titanic, una storia eterna per il passato e per il futuro
- Leonardo DiCaprio, Kate Winslet e il mito di Titanic
- Titanic per la grande esperienza in sala e contro i pregiudizi
"In realtà gli anni sarebbero 30", scherza James Cameron con i giornalisti, facendo riferimento al tempo trascorso dal momento in cui decise di realizzare Titanic, che dal 9 febbraio è di nuovo al cinema, per celebrare ufficialmente invece i 25 anni dalla sua trionfale uscita. Ormai il film con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet è diventato parte della cultura comune, e Cameron ha accettato di guardarsi un po' indietro e di raccontarci qualcosa sulla lavorazione, proponendoci anche interessanti considerazioni sull'eredità di un'opera così ambiziosa.
Titanic, James Cameron: "Mi ricordo la lavorazione più del film stesso!"
"Mi ricordo la lavorazione più del film", ammette James Cameron, ma non ci sarebbe bisogno di sottolinearlo: la produzione fu ciclopica, tanto che molti predissero (sbagliando) che la carriera del regista sarebbe finita lì, nell'autodistruzione. James richiama alla mente per esempio l'ultimo ciak battuto, la scena in cui la cabina del capitano viene travolta dall'acqua ad altissima pressione: ricorda la controfigura con tutte le procedure di sicurezza, ricorda il momento dell'immersione in quell'inondazione, il buio. "Non sapevo nemmeno se la controfigura o io fossimo sopravvissuti. Stavo già pensando a quanto sarebbe stata difficile la post-produzione, mi venne la tentazione: Signore, prendimi ora!"
Non è vero che ricostruirono il Titanic in scala, perché Cameron giura: gli attori si muovevano in set scala 1:1, solo non esisteva una versione intera della nave in scala 1:1, solamente pezzi sfusi. Ammette però che, per essere certo di restituire l'idea di una nave colossale, puntò ad avere come comparse persone piccole, per enfatizzare la cosa!
Se girasse oggi Titanic, sarebbe diverso? Per quanto riguarda la produzione sì, perché userebbe meno set fisici e più CGI ("Mica oggi abbiamo ricostruito dal vero Pandora per gli Avatar!"), ma il risultato nello spirito sarebbe uguale, il film per il pubblico non cambierebbe di una virgola. Il producer Jon Landau, sodale di James proprio a partire da Titanic, ricorda però quanto fosse bello vedere una parte della replica del Titanic da lontano a Rosarito in Messico, dalla collina... un set gigantesco. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo e vedere il vero Titanic.
Titanic, una storia eterna per il passato e per il futuro
James Cameron ricorda che l'idea per Titanic arrivò dal suo approfondimento delle esplorazioni sottomarine, studiato durante la lavorazione di The Abyss (1989) con il Woods Hole Oceanographic Institute, che aveva sondato proprio il relitto del Titanic. Sommozzatore dall'età di quindici anni, affascinato da Jacques Costeau, e cineasta da 26: James sa che ama l'oceano tanto quanto il cinema e la narrazione, e le sue due anime si sono fuse in Titanic. Dopo le riprese di Titanic si lasciò andare a una pausa di otto-nove anni dalla fiction, proprio per immergersi negli oceani, ed è un'attività che tuttora svolge tra un un film e l'altro.
"La presentazione allo studio del progetto per il film fu proprio: Romeo e Giulietta là sopra". Amore, sacrificio e mortalità sono alla base del mito di Titanic, ci dice Jim, ed è un mito che sopravvive nonostante successive tragedie peggiori come le due guerre mondiali: sono in gioco l'eleganza della storia, il monito sulla presunzione umana. È una lezione che spezza il cuore. "La nostra storia di finzione poggiava già su una storia fantastica, avevamo basi storiche forti e abbiamo contribuito a ricordare la tragedia."
Perché il film non smette di funzionare? Ha ancora qualcosa da dire al pubblico di oggi? "Non è mai stato più rilevante", James ne è certo. Basti pensare al concetto della disparità di trattamento tra i ricchi e i poveri, all'idea delle emergenze che si sottovalutano (il cambiamento climatico è metaforicamente il nostro nuovo iceberg). E i due concetti sono collegati: i ricchi hanno fretta, perché sanno in qualche modo di non subire troppo le conseguenze della loro fretta, e i poveri soffrono di questa fretta.
Al di là dei temi sociali, politici e ambientali, c'è il fattore storia d'amore: "l'emozione pura, funziona sempre". Inoltre la storia d'amore con separazione funziona di più di una con l'idillio, perché scatta quel desiderio di ritrovare un'unione speciale che quasi trascende la vita fisica, riflesso di una necessità che ti scatta dentro quando scopri l'affetto profondo per qualcuno. In più, Cameron ritiene che la vicenda funzioni molto per le giovani donne, al di là del fascino di Jack: "Dopo l'adolescenza rischiano di essere ingannate, si chiede loro di dover essere chi non sono. Rose diventa la persona che vuole. Jack è stato il catalizzatore di quello che poi diventerà, come si vede dalla galleria di foto. Come padre di figlie femmine, a questa cosa tengo moltissimo".
Leonardo DiCaprio, Kate Winslet e il mito di Titanic
Si capiva che Leonardo DiCaprio sarebbe diventato un grande attore? "Mi piacerebbe essere uno con la sfera di cristallo per queste cose, ma posso dirvi che si capiva che era forte e bravo, però le potenzialità non necessariamente portano a una grande carriera." Nel suo caso ovviamente è successo. Leonardo compì 20 anni durante la lavorazione, era giovanissimo ma già molto deciso: non voleva nemmeno partecipare al film, non perché lo ritenesse noioso (come erroneamente a volte si è detto), ma perché riteneva la sua parte poco motivante, dopo ruoli più complessi come quello di Buon compleanno Mr. Grape. "Voleva una sfida e gliela diedi: lui era quello emozionalmente maturo e doveva trasferire questa sicurezza a Rose. Mica era così semplice." Il casting, riflette Cameron, è uno dei tanti momenti fragili e delicati, che avrebbero potuto far deragliare anche film molto amati come questo.
Per quanto riguarda Kate Winslet, Cameron confida invece che invece inizialmente era proprio lui a non volerla, perché aveva già fatto cose in costume e si stava fossilizzando su quelle... però era oggettivamente perfetta per il ruolo. Organizzarono per lei un provino regolare in costume ("Volevo anche mettere alla prova me stesso in un contesto del genere"), faendola recitare con i potenziali Jack, Leo incluso. Al termine del provino con DiCaprio, Kate fu strumentale nello sceglierlo: "È lui, è lui!" Jim scherza sul carattere deciso di Kate Winslet: "Ci mandò persino una rosa con un biglietto che diceva 'Sono la vostra Rose!' Ok Kate, abbiamo capito che ci tieni!"
Titanic per la grande esperienza in sala e contro i pregiudizi
È naturale considerare la visione di Titanic come un'esperienza legata naturalmente alla grandezza del cinema, alla sala. Ma Cameron non parla di tecnica: "La visione al cinema è un momento di condivisione, c'è l'importanza di un appuntamento che ti dai con qualcuno." Il cinema, in sostanza, per lui ti sequestra in modo totalizzante, in senso buono, senza distrazioni. "Non è questione di grande schermo, è questione di impegno. [...] La gente voleva rivederlo in compagnia di altre persone, voleva condurle in quest'esperienza con la propria testimonianza: 'So che non mi credi, ma vieni con me a vederlo, abbi fiducia'. Titanic avrà sempre questo valore, la gente vedendolo ricorderà dove l'ha visto e con chi si trovava".
Titanic abbattè anche il pregiudizio degli studios sui film troppo lunghi, che avrebbero autolimitato i propri incassi: "Se la finestra è lunga, in un momento non troppo affollato tipo gennaio-marzo [come fu all'epoca, ndr], il problema è relativo: se non ci vai questa settimana, ci andrai la prossima", interviene Landau. Cameron è lapidario: "Un film può risultarti troppo lungo in un'ora e mezza e può volare in tre ore e un quarto!"
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