The Batman e The Mandalorian uniti dalla tecnica rivoluzionaria dell'Industrial Light & Magic
I set semivirtuali Stagecraft, che si basano anche su ambienti ricostruiti con l'Unreal Engine, accomunano le riprese di The Mandalorian a quelle del prossimo The Batman.
Cosa accomuna alcune sequenze del prossimo The Batman, in uscita nel marzo 2022, con le scene di The Mandalorian, di cui vedremo la prossima stagione a partire dal 30 ottobre in streaming su Disney+? Una rivoluzionaria tecnica di ripresa chiamata Stagecraft, che proprio l'impegno di Jon Favreau e del team della Lucasfilm su The Mandalorian ha rifinito al punto da poterla applicare ad altri progetti. Rob Bredow dell'Industrial Light & Magic ha rivelato a Hollywood Reporter che The Batman sarà dopo Solo: A Star Wars Story un altro film che si avvarrà dello Stagecraft, in previsione di sfruttarlo ancora in Thor: Love and Thunder. Ma in cosa consiste esattamente lo Stagecraft?
Stagecraft, cos'è la nuova tecnica di ripresa ideata dalla Lucasfilm
Le tecniche di ripresa denominate "Stagecraft" usate in The Mandalorian sono in poche parole un modo di integrare riprese dal vero e set virtuali limitando tuttavia al minimo la post-produzione digitale. Sembra una contraddizione logica, invece l'affascinante genio artigianale dell'Industrial Light & Magic potrebbe avere sul serio sottomano una svolta. Normalmente un film che faccia un largo uso di effetti visivi e set ricreati digitalmente prevede la ripresa di attori circondanti dal green o blue screen, dove poi andranno appunto effetti e set in CGI.
Con lo Stagecraft, che si avvale peraltro di set virtuali creati con l'Unreal Engine della Epic Games (sì, quelli di Fortnite!), gli attori non sono invece circondati da teli verdi o blu, ma da uno schermo LED alto 6 metri ad altissima risoluzione, che intorno a loro proietta fino a 270° gli ambienti virtuali, mossi o corretti in tempo reale da chi dietro le quinte muove la camera virtuale su di essi, sincronizzandone i movimenti con la cinepresa reale sul set, puntata invece su chi recita, in un teatro di posa circolare di oltre 20 metri di diametro. Guardate questo backstage, poi proseguite nella lettura, perché cercheremo di spiegarvi più a fondo la questione.
Se vi state ricordando dei vecchi film, in cui gli attori erano seduti in macchina e dietro di loro si vedeva una strada in movimento goffamente proiettata, non siete molto lontani da quello che teoricamente lo Stagecraft è: soltanto immaginate lo stesso principio realizzato con una precisione enormemente migliore, un controllo totale sull'immagine proiettata (che non è un filmato in loop come allora), una coerenza totale di illuminazione tra ambiente proiettato e attori. Se avete visto The Mandalorian e non ci avete fatto caso, o per lo meno non avete notato differenze con film girati in green screen, vuol dire che il magico inganno è un successo.
Lo Stagecraft, oltre ad accelerare la postproduzione e la lavorazione in generale, è un aiuto enorme per regista e attori, che ricavano subito la maggior parte dell'inquadratura così come apparirà allo spettatore, con tutto quello che ne consegue in materia di immedesimazione di chi recita e soprattutto di eventuale improvvisazione: tecnici degli effetti visivi e troupe dal vero possono creare insieme soluzioni sul momento, non come al solito collaborando "in differita"! Rimane da sapere a quali sequenze di The Batman sarà applicato Stagecraft, ma soprattutto: ce ne accorgeremo?