Paternal Leave, un padre e una figlia: incontro con Luca Marinelli e Alissa Jung a Berlino
La storia di un padre e di una figlia che lo incontra per la prima volta da adolescente. Una delle sporadiche tracce italiane nella Berlinale 2025 è Paternal Leave opera prima di Alissa Jung, che incontrato alcuni giornalisti italiani insieme al protagonista e marito Luca Marinelli.

A poche ore dalla presentazione in una sala gremita, sezione Generation della Berlinale, quindi dedicata ai ragazzi, uno dei pochi film di questa edizione che hanno un contributo italiano, Paternal Leave, è stato presentato ai giornalisti presenti in questa edizione per ora molto mediocre della manifestazione tedesca, in passato capace di giocare in un campionato nobile fra i festival internazionali.
Si tratta di un’opera prima, prossimamente in sala per Vision, diretta dall’attrice Alissa Jung, con protagonista il marito, Luca Marinelli, insieme a una brava giovane interprete tedesca, Juli Grabenhenrich. Leo ha 15 anni ed è cresciuta in Germania senza mai conoscere suo padre. Quando scopre la sua identità, decide di mettersi in viaggio per trovarlo e arriva su una spiaggia deserta della costa italiana, in un chiosco chiuso per l’inverno. Lì incontra Paolo, il padre, che resta spiazzato e destabilizzato dal suo arrivo improvviso.
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Un esordio che arriva, per Jung, dopo alcuni corti. “Diciamo che ero abituata a lavorare tanto e con pochi soldi. Per un anno e mezzo ho fatto solo questo. È stato molto bello, un’esperienza aiutata da attori e una troupe spettacolari. La mia ricerca era di rispondere a due domande: esplorare più profondamente un rapporto così speciale come quello tra un genitore e una figlia e il perché un padre possa non voler conoscere un figlio. Dalla prima fase alla realizzazione sono passati sei anni. Abbiamo fatto delle prove in cui Luca recitava in italiano e Juli in tedesco, ma credo davvero che al di là delle parole il linguaggio del corpo, degli occhi, sia cruciale per esplorare la comunicazione non verbale. Per un rapporto sano fra genitori e figli penso sia cruciale l’ascolto e il non giudicare. Preparando il film ho incontrato persone abbandonate dai genitori, visto dei documentari, e mi sembra che spesso la reazione comunque dei figli sia il senso di colpa, l’idea di aver sbagliato qualcosa per portare il genitore a volerlo abbandonare. Volevo racontare proprio come in realtà non sia mai colpa loro, ma dipenda dai genitori”.
Di casa a Berlino, dove vive da molti anni ed è pienamente a suo agio con il tedesco, tanto da pensare con piacere a recitare in un film da queste parti, come già accaduto una decina d’anni fa, Luca Marinelli ha parlato con sincero entusiasmo di questa esperienza e del lavoro svolto insieme da tutti.
“Ci siamo comportati in maniera molto professionale”, ha detto parlando del rapporto con la moglie e regista sul set. “Abbiamo mantenuto saldi i ruoli. È stato bellissimo, per me non c’è una persona che conosco allo stesso modo nella vita, verso cui ho così tanta fiducia, oltre a condividere gli stessi gusti. Se l’atto di fiducia di affidarsi da attore a un regista passa magari per un incontro solo, questa volta è venuto molto naturale. Sapevo che avremmo raggiunto delle belle altezze e mi avrebbe portato a fare cose nuove, di fronte a lei non potevo nascondermi. È una regista molto attenta a sentire utile tutto il gruppo, a farlo stare bene, il che non è scontato. Una volta sola abbiamo litigato. Nel film si incontrano due persone che sono allo stesso momento della vita, ma una ne ha diretto, Leo, l’altro è in ritardo rispetto alle tappe che avrebbe dovuto fare. L’arrivo di lei è il regalo più bello della vita, uno specchio. Si spera che attraverso questa giovane donna e il suo spirito rivoluzionario possa cogliere questa occasione”.
I due protagonisti si sono trovati a recitare in un inglese quasi improvvisato, dopo aver studiato la parte in due copioni tradotti da loro, rispettivamente, in italiano e tedesco. “Così ci sono venuti dialoghi naturali e non troppo strutturati”, ha detto Marinelli. Ricorda anche lui l’importanza dell’ascolto per un genitore, oltre alla voglia di imparare dai figli, “che sono molto più collegati al presente di noi. Ci deve in ogni caso essere sempre uno scambio. Paternal Leave ci pone di fronte a quanto sia stratificata la vita, con le sue difficoltà e le sue meraviglie, come la vulnerabilità appartenga a ognuno di noi. Sicuramente scappare non aiuta. Siamo ancora fortemente vittime di un sistema patriarcale, penso che nessuno possa sapere cosa voglia dire essere padre o madre, ma si debba partire togliendo tutte le definizioni, non sappiamo cosa voglia dire essere un buon padre o una buona madre, ma sono fiducioso, e penso che questa rivoluzione sia solo all’inizio e le cose cambieranno”.
Nei titoli di coda si cimenta anche in veste di cantante, Marinelli, alle prese con Solo per gioco di Giorgio Poi (“un mio grande amico”) e liquida ogni possibile commento alle polemiche residue legate allo splendido lavoro nella serie M - Il figlio del secolo. Ma con decisione conferma che "se ci sarà la possibilità di riprenderla insieme a Joe Wright io ci sarò. È importante partecipare alla nostra vita sociale e abbandonare le orrende cose che ci portiamo dal passato”.