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Oscar 2023: Paul Schrader vorrebbe che il premio tornasse a celebrare Hollywood come un tempo

Abituato a scrivere su Facebook le sue opinioni, Paul Schrader in una confusa tirata critica gli Oscar per come sono diventati e li vorrebbe meno internazionali.

Oscar 2023: Paul Schrader vorrebbe che il premio tornasse a celebrare Hollywood come un tempo

Tra i commenti del dopo Oscar, non poteva mancare quello di Paul Schrader, attivissimo su Facebook dove da un pezzo esprime le sue opinioni, spesso in modo tutt'altro che diplomatico. Il regista e sceneggiatore, che solo nel 2019 è stato candidato all'Oscar per la sceneggiatura di First Reformed (inspiegabilmente ignorati nella storia del premio, per citarne solo due, il suo apporto a Taxi Driver e la regia di Mishima), invecchiando sta diventando sempre più conservatore, per non dire reazionario. Di tanto in tanto esprime giudizi negativi sui colleghi (anche sull'amico Brian De Palma, con cui ha collaborato in passato) e anche se a volte li cancella, raramente se ne pente. Ma cosa ha da dire stavolta sugli Oscar? Nel post un po' confuso che trovate qua sotto e che vi traduciamo, se la prende un po' con tutti e auspica un ritorno al passato.

Come dovrebbero essere gli Oscar secondo Paul Schrader

Paul Schrader scrive su Facebook: "OSCARS SO NOT HOLLYWOOD. Diversificare gli iscritti, ricalibrare il modo di contare i voti: questi cambiamenti hanno trasformato gli Oscar di Hollywood negli Oscar Internazionali. Preferisco l'origine provinciale degli Oscar, Hollywood che si riunisce per celebrare quel che le appartiene. La maggior parte delle nazioni che fanno cinema - Gran Bretagna, Francia, Germania... - ha i propri premi nazionali. Perché Hollywood deve essere Colpo Grosso? Barry Diller ha ragione. Se gli Oscar vogliono salvarsi devono tornare alla loro origine. Gli Oscar hanno sempre meno significato ogni anno che passa. I motivi sono chiari: il bisogno di entrate, unito al debito del museo, ai ridotti incassi cinematografici e alla corsa per essere woke".

Insomma, se abbiamo ben capito, Paul Schrader vorrebbe tornare ai vecchi tempi, quando l'Oscar era il premio con cui Hollywood celebrava se stessa e premiava occasionalmente i film stranieri. Più che provinciale, la sua ci appare una visione assai ristretta. Su alcune cose non ha torto e i premi di quest'anno lo dimostrano, ma non ci sembra che la soluzione sia premiare solo i film americani. Schrader nel post fa riferimento ad un'intervista pubblicata sul Los Angeles Magazine a Barry Diller, ex presidente Paramount, che senza mezzi termini dice che gli Oscar sono finiti e, purtroppo, lo è anche il cinema. Sembra comunque che questa cerimonia degli Oscar, che ha premiato più continenti (in pratica mezzo mondo), sia stata una delle più viste, il che smentirebbe in parte le opinioni di entrambi, ma è pur vero che è un premio sempre meno rappresentativo della qualità delle opere che lo ottengono.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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