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Olivia Wilde spiega perché le donne alla regia sono ancora troppo poche: "Non dipende dal pubblico"

Olivia Wilde riflette sul numero esiguo di donne alla regia e rivela il suo punto di vista: tutto dipenderebbe dai messaggi rivolti ai bambini.

Olivia Wilde spiega perché le donne alla regia sono ancora troppo poche: "Non dipende dal pubblico"

Olivia Wilde torna ancora una volta sulla disparità tra uomini e donne nell’industria dell’intrattenimento, soprattutto per quanto riguarda le scelte di carriera. Oltre ad essere un’attrice, negli ultimi anni Olivia Wilde si è avvicinata molto anche al campo della regia e, in una recente intervista, ha condiviso una riflessione interessante sul perché ad oggi le registe donne siano ancora troppo poche rispetto agli uomini. A detta della Wilde, è “colpa” del messaggio trasmesso ai bambini quando si manifesta interesse per il cinema. Ma scopriamo nel dettaglio cosa intende.

Olivia Wilde su perché le donne registe sono così poche: “Alle bambine viene detto di fare l’attrice, ai bambini di fare i registi”

Ospite del Red Sea International Film Festival in Arabia Saudita, Olivia Wilde ha riflettuto sui propri successi in qualità di regista, essendo una delle poche attrici ad Hollywood ad aver macinato successi anche come regista. Secondo il suo punto di vista, il numero attualmente è esiguo a causa del messaggio trasmesso ai bambini quando questi esprimono interesse nei confronti del cinema:

Credo che a molte giovani donne, quando da bambine amiamo i film, venga detto: ‘Dovresti fare l’attrice’, mentre ai ragazzini che dicono di amare il cinema viene detto: ‘Dovresti fare il regista’.

A tale proposito, Olivia Wilde ha anche commentato il numero cospicuo di uomini dietro la telecamera.

I film diretti da donne non fanno meno soldi. Non è un problema del pubblico. Sono i finanziatori, sono gli studi. Devono assumersi quello che percepiscono come un rischio. Penso che dobbiamo crescere le donne a credere che è loro concesso di occupare spazio, che è loro concesso di essere leader. È difficile dirigere una produzione, ed è difficile anche per gli uomini. Ma come donne, ci viene in un certo senso detto che dovremmo, in molti modi, scusarci costantemente per la nostra esistenza. E come regista, non puoi farlo. Penso che si tratti di cambiare il modo in cui cresciamo le donne a considerare come dovrebbero comportarsi e incoraggiare quel tipo di coraggio.
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