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Oh, Canada - I tradimenti: Paul Schrader e Richard Gere di nuovo insieme dopo American Gigolò

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44 anni dopo il film che ha definito un'epoca, e lanciato l'attore come un sex symbol imperituro, Paul Schrader e Richard Gere tornano a collaborare a un progetto molto diverso, ma ugualmente intenso. Ecco quel che c'è da sapere su Oh, Canada - I tradimenti, al cinema dal 16 gennaio con Be Water.

Oh, Canada - I tradimenti: Paul Schrader e Richard Gere di nuovo insieme dopo American Gigolò

Era il 1980, l’alba di un decennio che avrebbe ribaltato e sconvolto l’estetica e la politica dei due precedenti, e che ancora oggi ha una profonda influenza sul presente. Era il 1980 e tutto quello che ci sarebbe stato da dire sui dieci anni a venire Paul Schrader lo disse in un film diventato leggendario: American Gigolò, thriller che fotografava un’epoca raccontando la storia di un prestante, affascinante e elegante giovane accompagnatore di signore ricche e annoiate e più o meno insoddisfatte che viene accusato ingiustamente di un omicidio. A interpretare Julian, il gigolò del titolo, c’era un giovane Richard Gere che, sebbene già lanciato da Terrence Malick in I giorni del cielo, grazie a questo film divenne popolarissimo, nonché immediatamente un sex symbol.
Dopo quarantaquattro anni, Schrader e Gere sono tornati a lavorare assieme per la prima volta da American Gigolò in un film che, con quello, ha apparentemente ben poco a che vedere.

Presentato in prima mondiale a Cannes, in concorso, nel 2024, Oh, Canada - I tradimenti è la versione cinematografica di un romanzo dello scrittore americano Russell Banks, amico di lunga data di Schrader, che già in passato si era basato su una sua opera per realizzare, nel 1997, Affliction. Pubblicato in Italia da Einaudi col titolo “I tradimenti”, negli USA il libro di Banks si intitola “Foregone”, anche se il titolo sognato dall’autore era proprio quello che ha chiesto a Schrader di utilizzare per il film, Oh, Canada.
La storia è quella di Leonard Fife, stimatissimo e premiatissimo documentarista che, malato terminale e quasi alla fine dei suoi giorni, accetta di farsi intervistare in video da un suo ex allievo. Quell’intervista, in maniera in parte cosciente e in parte meno, diverrà per lui la possibilità di redimersi, di confessare a sé stesso e al prossimo gli errori, le omissioni e le vigliaccherie del suo passato: dai rapporti con le donne che lo hanno amato alla sua poco onorevole fuga oltreconfine (dagli Stati Uniti al Canada, appunto) per evitare di essere arruolato e spedito a combattere la guerra del Vietnam.

Oh Canada - I tradimenti: il trailer italiano ufficiale del film

Tornare a lavorare con Gere in questo film, è stato per Paul Schrader sia un modo per “far drizzare le orecchie al pubblico” sia di utilizzare in maniera funzionale al racconto tutto quello che la loro precedente collaborazione portava con sé in termini di immaginario e che qui viene in qualche modo ribaltata. Per Schrader, Leonard Fife è una sorta di versione “essiccata” e morente del Julian di quasi cinquant’anni fa. Dal canto suo, Richard Gere ha messo nel film e nel suo ritratto del personaggio che interpreta tutto il bagaglio di esperienze vissute al fianco del padre, morto a 101 anni di tumore, che ha assistito personalmente negli ultimi mesi di vita.

Oh, Canada - I tradimenti - che sia nella versione letteraria sia in quella cinematografica ha tratto ispirazione dal celebre racconto “La morte di Ivan Il'ič” di Lev Tolstoj - è raccontato da Schrader attraverso l’alternanza tra due linee temporali differenti: quella del presente, il cui in Leonard di Gere si fa intervistare e rievoca la sua storia, e quella del passato, in cui vediamo il Leonard giovane (col volto di Jacob Elordi: "Ho visto Euphoria e mi è sembrato molto simile al personaggio che avrei scelto per American Gigolo. È così che al tempo scelsi il giovane Richard!", ha detto Schrader) alle prese con una serie di vicende che segneranno la sua vita e alimenteranno il suo senso di colpa. In questo modo Oh, Canada mette sullo schermo il mosaico avvincente di una vita che viene messa a nudo davanti al mondo.

Pur non avendo mai avuto esperienza diretta in campo documentaristico, Paul Schrader si è avvalso per questo film dell’aiuto e della consulenza di alcuni esperti del settore: uno è il direttore della fotografia Andrew Wonder, che come regista ha diretto alcuni documentari ("Andrew era il mio assistente d’ufficio, vent'anni fa, e poi è diventato un documentarista. È il tipo di persona che inventa i propri sistemi di ripresa", ha raccontato Schrader); l’altro è il celebre Errol Morris, uno dei più grandi documentaristi contemporanei nonché amico di Schrader, che ha ispirato il sistema di ripresa che vediamo sullo schermo quando Leonard si fa intervistare dal suo ex studente e inizia la sua personalissima attività di confessione, intima e pubblica al tempo stesso.

Grazie all’unione di tutti questi elementi, e di molti altri, Oh, Canada - I tradimenti diventa l’ennesimo ritratto schraderiano, diretto e mai compromissorio, di un uomo sull'orlo del precipizio che non può più rimandare la resa dei conti con sé stesso e con la sua storia, con le decisioni giuste e sbagliate prede di fronte ai tanti bivi morali ed etici che la vita gli ha messo di fronte.
Un film che parla di vita e di morte, di verità e di menzogna, e che riflette filosoficamente anche sulla grande ambivalenza di un’immagine cinematografica che, come viene detto esplicitamente, se da un lato è scorciatoia per la verità e per l’eternità, dall’altro può essere anche sogno, fantasia, menzogna. Eternizzazione non della vita, ma della morte.

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