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Memory e la sua lotta contro la violenza sulle donne: Jessica Chastain racconta il film in concorso a Venezia

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Un principio guida della sua vita. Così definisce l'impegno contro la violenza sulla donna Jessica Chastain, presente a Venezia nonostante lo sciopero, che appoggia con grande forza, per presentare il film indipendente in concorso, Memory, diretto da Michel Franco. L'abbiamo incontrata.

Memory e la sua lotta contro la violenza sulle donne: Jessica Chastain racconta il film in concorso a Venezia

Molte star hanno dovuto rinunciare alla presentazione dei loro film a Venezia. Non Jessica Chastain, che ha avuto un permesso speciale per raccontare direttamente al Lido il suo film americano indipendente diretto dal messicano Michel Franco. Si intitola Memory, e ne è protagonista insieme a Peter Sarsgaard. Due anime ferite, provocate da un passato che riemerge quando una sera lui insegue lei mentre torna a casa dopo una riunione di ex compagni di scuola.

In una conferenza stampa affollata ed emozionata, come la proiezione per la stampa, Chastain ha subito risposto alla sollecitazione sulla sua lotta sindacale. “Sì, ero nervosa all’idea di essere qui oggi, di partecipare al festival nonostante lo sciopero, alcune persone persone del mio team mi avevano consigliato di non farlo. Sono una persona molto fortunata, svolgo una professione meravigliosa, ma spesso succede che per garantire la protezione e la tranquillità futura a questa professione bisogna lottare, pretendere che cessino decenni di abusi sul posto di lavoro, che diventi un ambiente sano. I membri del sindacato hanno previsto delle modalità per supportare la protesta e i produttori indipendenti di Memory hanno firmato l’accordo che prevede proprio il rispetto delle richieste per le quali stiamo lottando contro gli studios. È importante supportare loro e spero che la controparte si ripresenti prima possibile al tavolo delle trattative e questo sciopero finisca presto”.

Una storia, quella di Memory, che parla anche di demenza, quella che colpisce a poco più di 50 anni il personaggio di Peter Sarsgaard, che si è commosso ricordando una zio a cui era molto legato, scomparso proprio pochi anni fa, durante il covid. “Era un giocatore di football, poi ha fatto il pugile e il pompiere, è stato una presenza cruciale per la mia vita da quando avevo 13 anni. Trovo magico che sia poi arrivato questo film. Era una persona positiva e sempre felice, anche il giorno in cui è morto, in una clinica quasi senza personale per il covid. Sarà sempre il mio Bubba, come chiamiamo uno zio nel sud degli Stati Uniti”.

Parlando proprio del lavoro insieme a Sarsgaard, Chastain ha detto di aver sempre voluto lavorare con lui. “Ci eravamo incontrati prima alcune volte, non ho mai nascosto di essere una sua fan, amo i suoi film, è un artista vero. Ci sono attori che chiedono cambiamenti nella sceneggiatura per aderire meglio al personaggio, lui è uno di quelli che preferisce cambiare lui per avvicinarsi. È stato un grande piacere". Per quanto riguarda Michel Franco, conosceva il suo lavoro, e si è detta “eccitata subito dal leggere subito dopo la pandemia questa storia, si era anche già in pieno movimento metoo e sembrava una storia di vendetta che si inseriva in quel filone, poi mi sono commossa vedendo la totale assenza di cliché. La storia di una donna che aveva accolto il trauma nella sua vita per proteggere sé stessa e la figlia, che per farlo ha smesso di vivere. È stato bello vederla aprirsi e vivere di nuovo una relazione con qualcuno che non la vede legata al passato. Una rinascita piena di ispirazione, Michel non scrive per provocare un impatto, ma in maniera pura. Spero che per il pubblico che lo vedrà potrà essere un’esperienza catartica e una proiezione verso un periodo più leggero”.

Il suo impegno contro la violenza sulle donne è noto e costante, come ha avuto occasione di confermare anche oggi in conferenza stampa. “Viviamo un momento incredibilmente importante, l’ultimo decennio ha dato modo alla nostra società di riconoscere il dramma della violenza e del crimine contro la donna, che accade in ogni singolo minuto in tutto il mondo. Il secondo passaggio è capire come guarire, alimentare la conversazione al riguardo. Per me proteggere le donne è una passione e sento come un forte principio guida della mia vita usare la mia popolarità per supportare questa lotta per avere finalmente uno spazio sicuro in cui vivere e lavorare per tutte. Bisogna sempre parlarne e andare avanti, come società, verso la fine della violenza contro le donne”.

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