Harry Potter e i doni della Morte Parte I, Daniel Racdliffe: "E' la perdita dell'innocenza"
Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint parlano del loro ultimo impegno sulla saga, Harry Potter e i doni della morte.

Harry Potter e i doni della morte - Parte I (2010) costituisce la prima metà dell'epilogo della saga di J. K. Rowling, spezzato al cinema in due capitoli strettamente legati, sempre interpretati da Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint, per la regia di David Yates. Giunti al termine della corsa, sul set di quello che per loro era un film unico, i tre attori discussero di vari argomenti con un giornalista di Collider. Vi proponiamo una selezione tradotta delle loro opinioni su una grande esperienza. Non possiamo che cominciare da Daniel.
Per me è il settimo un libro molto toccante. L'epilogo mi è piaciuto, so che non tutti l'hanno gradito, ma in realtà io non ho avuto nessun problema. Sistema le questioni lasciate in sospeso. Secondo me una cosa che non tutti realizzano dell'epilogo è che, se Jo Rowling non l'avesse scritto, per il resto della sua vita avrebbe dovuto rispondere alla domanda: ma poi Harry cosa ha fatto? Doveva dare alla gente qualcosa per mettere a tacere, per trovare una forma di conclusione.
Per me l'intera serie parla della perdita dell'innocenza di Harry, che passa da questo bambino che sgrana gli occhi a questo grigio giovane, alla fine. Anche se era essenziale che non si trasformasse nel film proprio in un uomo, perché ciò che rende le lotte nel finale così potenti e terribili da osservare è proprio il fatto che vedi un ragazzino colpito da un uomo molto forte e arrabbiato.
Emma Watson era contenta dell'evoluzione della sua Hermione, molto meno della lavorazione dei Doni della morte, sfibrante...
Questa Hermione è la più vicina alla mia vera personalità, senz'ombra di dubbio. [...] Ho la sensazione di aver interpretato prima una sorta di parodia di me stessa, aveva una personalità potente, ora si è tramutata in qualcosa di molto più umano, naturale.[...]
Ci sono stati in giorni in cui ho pianto con David, perché rimanere bagnati al freddo tutto il tempo ti sfibra. [...] A volte lo imploravo e diceva: "Così è meglio, sembrate più vulnerabili, è più realistico, siete eroi ma allo stesso tempo..." Ha ragione, sullo schermo veniamo bene. Sembriamo proprio eroi improbabili. inzaccherati. Funziona, però - Dio mio! - c'erano giorni in cui avrei voluto ucciderlo!
Anche Rupert Grint non può fare a meno di commentare le riprese, ma ci fa anche notare un aspetto del film parecchio interessante e caratterizzante.
Non avere la scuola è una grande differenza, Hogwarts è una sorta di simbolo di protezione, fuori c'è un mondo che fa paura. L'abbiamo trattato come un unico, lungo film, perché abbiamo girato le due parti contemporaneamente. E' stato lungo, l'abbiamo sentito tutto. Mi ha anche confuso, perché facendo le due parti insieme puntualmente non sapevo cosa stesse accadendo! Comunque non sembrava il tipico film di Harry Potter, abbiamo girato tanto in esterni, è stato bello uscire dallo studio.
Tra il bacio a Hermione e la grande tensione tra i tre eroi, Rupert si è proprio divertito nel dire addio al suo Ron...
Loro tre hanno sempre bisticciato prima, ma mai a questo livello, è una cosa molto seria. E' uno shock vederli cosi aggressivi, non li avevamo mai visti così. Figo. Ron in tutti i film precedenti è sempre stato quello più solare, ora è molto più complicato, vedi un aspetto più cupo di lui, è stato forte interpretarlo.[...]
Il bacio con Emma Watson? Beh, l'ho vista crescere, la conosco da quando aveva nove anni, non mi sembrava... una cosa corretta. C'era qualcosa di innaturale!