Elvis, Baz Lurhmann conferma l'esistenza di una versione da quattro ore
Non è stata ufficializzata la sua disponibilità futura, ma Baz Luhrmann ha confermato che del suo Elvis, al cinema dal 22 giugno, esiste una versione molto più lunga sulle quattro ore. Cosa c'è in più?
Elvis sarà nei cinema italiani dal 22 giugno: il film di Baz Luhrmann interpretato da Austin Butler nel ruolo di "The King" è un biopic del cantante che ha rivoluzionato il mondo del rock 'n' roll, raccontato però nella consueta chiave ipervivace e sopra le righe del suo regista. Un impeto che, stando allo stesso Luhrmann in un'intervista rilasciata a Radio Times, lo ha spinto a girare molto di più di quanto vedremo nelle due ore e quaranta in sala. Possibile una Director's Cut futura? Leggi anche Elvis: la recensione del biopic musicale di Baz Luhrmann presentato al Festival di Cannes 2022
Baz Luhrmann rivela: c'è una versione di quattro ore di Elvis
Elvis narra l'ascesa e la carriera di Elvis Presley (Austin Butler), dando adeguata importanza nel racconto a sua moglie Priscilla Presley (Olivia DeJonge) e al suo storico manager per vent'anni, il "Colonnello" Tom Parker (Tom Hanks). Una narrazione epica e visionaria, sullo sfondo di un'America che cambiava rapidamente nei costumi: chiacchierando del film passato dall'ultimo Festival di Cannes, il suo regista Baz Luhrmann ha spiegato di aver girato un film molto più lungo di quello che vedremo in sala (dove pure la durata si assesta sui 159 minuti!). Ecco cosa ha raccontato Baz, che tra l'altro avrebbe voluto dare più spazio alla prima fidanzata del Re, Dixie, e alla creazione della celebre "Jailhouse Rock":
A dir il vero ne ho una versione da quattro ore. [...] Mi sarebbe piaciuto lasciare qualche altra cosa, c'è così tanto di più. C'è un sacco di roba che ho girato, tipo il rapporto con la band, quello l'ho dovuto scremare. Ed è così interessante come il Colonnello se ne libera. [...] Succede poi che comincia a fare cose strambe, come andare a vedere Nixon. Ce l'avevo lasciato per un po', ma arrivi a un punto in cui non puoi lasciarci tutto, quindi ho cercato di concentrarmi sullo spirito del personaggio.
Sul mancato ingaggio di Harry Styles nei panni di Elvis, Luhrmann ha risposto con un ragionamento ineccepibile: non sono state le capacità attoriali di Styles il problema, anzi lo riteneva all'altezza, però cercava qualcuno che non fosse già un'icona, per evitare un'interferenza con l'uomo rappresentato, una delle icone per antonomasia della cultura di massa occidentale.
