Doctor Strange, qual era l'idea di Guillermo del Toro? Lo racconta Neil Gaiman
Lo scrittore Neil Gaiman ha svelato quale approccio lui e il regista Guillermo del Toro avevano in mente per Doctor Strange.
Sappiamo quale sia stata la storia cinematografica del Doctor Strange di Benedict Cumberbatch nei Marvel Studios: diretto da Scott Derrickson nel primo film, affidato alle cure di Sam Raimi per il secondo (arrivato in sala qualche mese fa). Sappiamo però anche che, prima della partenza del Marvel Cinematic Universe così come lo conosciamo, Guillermo del Toro aveva proposto a Kevin Feige una sua versione del marchio, pensata con lo scrittore Neil Gaiman, che ha rivelato come andarono le cose...
[foto di Guillermo del Toro a cura di Guillem Medina, da Wikimedia Commons]
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Neil Gaiman sul Doctor Strange mai fatto di Guillermo del Toro
Chiacchierandone nel podcast Happy Sad Confused, Neil Gaiman ha raccontato cosa lui e il regista Guillermo del Toro ebbero in mente per portare al cinema Doctor Strange. I due si incontrarono sul set di Hellboy - The Golden Army, pochi mesi prima che il Marvel Cinematic Universe di Kevin Feige partisse col primo Iron Man. Un'atmosfera ben diversa da quella che respiriamo oggi, più controllata e pianificata. Ecco cosa ha raccontato il creatore di Sandman:
Kevin e io negli anni abbiamo parlato di varie cose. Ce n'è una che mi sarebbe piaciuto vedere, anche se penso che il modo in cui l'hanno fatta loro abbia funzionato meglio commercialmente... mi ricordo che nel 2007 avevo parlato con Guillermo del Toro, Guillermo e io avevamo idee sul Doctor Strange, cominciai a parlarne con Kevin: "Potrei fare un Doctor Strange con Guillermo". In parole povere ci risposero: "Al momento vogliamo solo concentrarci sui personaggi chiave. Doctor Strange arriverà molto più avanti, per ora non vogliamo andare da quelle parti".
C'erano cose fighe. La mia idea preferita per il Doctor Strange... volevamo che vivesse le sue avventure negli anni Venti, mentre era diventato un alcolista e un medico radiato. La nostra idea era che avesse affrontato tutto questo e l'addestramento per diventare il più grande mago del mondo intorno ai primi anni Trenta o alla fine dei Venti, nel Greenwich Village, chiuso per novant'anni in casa sua, senza che nessuno lo notasse. Ci piaceva il concetto che fosse un po' fuori dal tempo. A parte quello, ci saremmo mossi sui binari di Steve Ditko, perché quello era il migliore.