C'è ancora domani batte Barbie: il film di Paola Cortellesi è il più visto in Italia nel 2023
All'indomani del boxoffice della giornata del 28 dicembre, C'è ancora domani ha scalzato dal podio dei film più visti nel nostro paese il formidabile Barbie. Sarà casuale che il primo e il secondo incasso dell'anno siano storie di girl power? Forse no.
Chi scriveva che Barbie è stato il fenomeno cinematografico dell'anno anche in Italia, dovrà cestinare il proprio lavoro perché è appena arrivata la notizia che il film più visto in Italia è C'è ancora domani di Paola Cortellesi. Grazie all'incasso di ieri, 28 dicembre, l'esordio nella regia dell'attrice e sceneggiatrice ha battuto il lungometraggio con Margot Robbie e Ryan Gosling diretto da Greta Gerwig, che già di suo ha ottenuto un risultato strabiliante, diventando un happening. Ovviamente ha avuto la meglio anche su Oppenheimer di Christopher Nolan, che ha raccontato la storia dell'inventore della bomba atomica mescolando tre differenti linee temporali.
I numeri di C'è ancora domani
E arriviamo ai numeri del film che ha attirato il maggior numero di italiani al cinema. La cifra raggiunta da C'è ancora domani equivale a 32 milioni e 250 mila Euro, mentre Barbie è arrivato a quota 32 milioni e 122 mila Euro. Sul gradino più basso del podio c'è Oppenheimer con 27 milioni e 990 mila Euro.
C'è ancora domani, che è stato scelto come film d'apertura della Festa del Cinema di Roma 2023, dove ha vinto il Premio Concorso Progressive Cinema - Premio speciale della Giuria, il Premio Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas - Menzione speciale e il Premio del pubblico. Inoltre, il Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani lo ha scelto come destinatario del Nastro d'Argento per il Film dell'Anno. Il film è stato proiettato in contemporanea per oltre 56.000 studenti di 365 scuole di grado superiore al primo, con l'intervento di Paola Cortellesi presso il Cinema Moderno The Space di Roma, e in live streaming con gli altri duecento cinema italiani coinvolti. In più, dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin, la regione Campania ha organizzato una serie di proiezioni nelle scuole.
Le ragioni del successo di C'è ancora domani
Non è casuale che, al di là della qualità delle performance tanto dei protagonisti quanto degli attori secondari, e al di là della sua inconfondibile fotografia in bianco e nero, C'è ancora domani sia stato un caso cinematografico. In un periodo nel quale nel nostro paese non è stata ancora raggiunta la parità dei sessi e il numero dei casi di femminicidio è davvero troppo alto, una storia di violenza domestica e di girl power necessariamente fa leva sulla quasi totalità del pubblico femminile, esattamente com'è accaduto per Barbie, dove veniva affrontato, seppur in maniera spiritosa, lo scomodo tema del patriarcato. Che un film italiano abbia sorpassato un film americano è perfettamente comprensibile, perché C'è ancora domani celebra le nostre nonne e bisnonne che hanno affrontato a testa alta le difficoltà della guerra e hanno tenuto in piedi famiglie a volte disfunzionali, e noi queste donne ce le ricordiamo, perché le abbiamo conosciute di persona o dai racconti di mamme e di zie.
Barbie è una bellissima bambola a cui poche di noi si sentono di assomigliare, mentre Delia è una figura femminile nella quale molte donne arrivano a riconoscersi, sia fisicamente che caratterialmente. Quante Delie ci sono nel nostro paese? Quante madri coraggio hanno sognato di andare via lontano ma sono rimaste ad asciugare nasi colanti e a improvvisare un pasto accettabile per i propri cari con quello che c’era in casa? Lo abbiamo detto anche all'indomani dell'arrivo in sala di Barbie: le donne hanno smesso già da un po’ di credere nel principe azzurro, che spesso equiparano a un cretino totale proprio come il povero Ken di Ryan Gosling. Le donne, specialmente laddove vengono considerate ancora il sesso debole, nemmeno lo vogliono un principe azzurro, perché non sono d’accordo con i Beatles quando cantavano: "All you need is love". Al primo posto le donne hanno messo i loro diritti di esseri umani e di lavoratrici, di individui che non sentono prioritaria "la missione" di sfornare figli, in modo che la maternità torni ad essere cool, ma la propria realizzazione personale, sia essa in una guerra da raccontare, in un lavoro socialmente utile, in una sessualità libera o in una carriera su cui puntare tutto. Paola Cortellesi e Greta Gerwig, in questo senso, hanno reso il cinema "politico", "militante" e "femminista", parole a cui credevamo di aver recitato il De Profundis e che invece ci fanno sperare in definitivo congedo da quella frase di cui abbiamo più volte parlato e che detestiamo con tutta l'anima: "Stai zitta, cretina".