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BAFTA, le conferme e le sorprese: da Mikey Madison a Kieran Culkin: i video e le reazioni dei vincitori

I BAFTA britannici si sono espressi e hanno premiato film diversi da quelli dati per favoriti, con qualche eccezione e premi di consolazione minori a qualcuno. Vediamo le principali sorprese e i discorsi di ringraziamento dei vincitori.

BAFTA, le conferme e le sorprese: da Mikey Madison a Kieran Culkin: i video e le  reazioni dei vincitori

Come ogni anno, è stata una serata piena di glamour, quella di ieri sera alla Royal Festival Hall di Londra per la consegna dei BAFTA 2025, i premi britannici per il cinema non solo nazionale, che precedono tradizionalmente gli Oscar. La cerimonia si è aperta con la brillante introduzione (per la seconda volta) di David Tennant, in kilt, che ha cantato scatenato e fatto cantare ad alcuni dei celebri ospiti in platea la canzone dei Proclaimers “I'm Gonna Be (500 Miles)" e non ha lesinato battute sul presidente Donald Trump, fino ad accorgersi di averlo nominato 3 volte e a temere di averlo evocato come Beetlejuice. Sotto, la sua performance, non censurata, con le battute incriminate dopo il minuto 7.30, a differenza di quello che - non sappiamo perché - ha scritto Variety. Passando ai premi, oltre alle conferme ci sono state alcune notevoli sorprese.

Le conferme, le sorprese e le reazioni dei premiati ai BAFTA

Le aspettative erano divise tra le 12 candidature di Conclave, le 11 di Emilia Pérez e le 7 di The Brutalist e il primo l'ha spuntata nella categoria miglior film, a cui ha aggiunto il premio come miglior film britannico, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio. The Brutalist è stato premiato per la regia di Brady Corbet, la fotografia, la splendida colonna sonora e l'interpretazione (ormai Oscar sicuro) di Adrien Brody, che ha ringraziato tutti, dai colleghi, ai votanti, ai produttori, alla mamma e alla fidanzata Georgina Chapman, ex consorte di Harvey Weinstein, per averlo portato fin lì. Emilia Perez, in assenza della protagonistta ostracizzata, Karla Sofia Gascòn, ha confermato le aspettative con il premio come miglior attrice non protagonista a Zoe Saldana, che nel suo discorso di ringraziamento ha esordito dicendo di aver promesso ai figli di non piangere ma poi ha pianto copiosissime lacrime, anche lei in un profluvio di ringraziamenti, in cui ha incluso la sua truccatrice e il suo “bellissimo marito” e padre dei suoi figli, che ha sposato nel 2013 e che è il regista italiano trapiantato a Hollywood Marco Perego. Il suo è stato sicuramente il discorso di accettazione più emozionato visto durante la serata e non osiamo pensare a come reagirà se, come probabile, vincerà anche l'Oscar. Emilia Pérez ha vinto anche come miglior film non in inglese.

Non per la prima volta di recente, Wallace & Gromit – Le piume della vendetta, ha battuto il favorito per l'Oscar, Flow – Un mondo da salvare e di premi ne ha vinti due, incluso quello come miglior film per bambini e famiglie. Del resto la Aardman è una gloria nazionale, ma peniamo che questo non influenzerà i giurati dell'Academy.

Le vere sorprese sono arrivate però dal cinema indipendente, dove Mikey Madison ha battuto la favorita Demi Moore con la sua bellissima performance in Anora di Sean Baker, portando a casa il BAFTA come migliore attrice non protagonista. Ha esordito dicendo che non se lo aspettava minimamente e che forse avrebbe dovuto dar retta al suo agente e preparare un discorso. Maoltre che sorpresa è apparsa felice e spigliata, e non ha dimenticato al termine dei molti ringraziamenti ai colleghi, a Baker e alla mamma, di mandare un messaggio di affetto e solidarietà ai sex worker, al centro del film. Demi Moore ha fatto buon viso a cattivo gioco, applaudendola. Anora ha vinto anche come miglior casting.

Due premi importanti e altrettanto meritati sono andati a A Real Pain, bel debutto registico di Jesse Eisenberg, che ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura originale, mentre Kieran Culkin, con la sua toccante performance nei panni del cugino problematico, ha battuto il pur bravissimo Guy Pearce come miglior attore non protagonista. Culkin era assente e per lui ha riturato il premio Eisenberg, spiegando che un membro della famiglia del collega stava male e che per lui, per quanto avrebbe voluto esserci, i figli e i familiari hanno la priorità su tutto il resto. Spiritosamente, ha anche aggiunto che anche se aveva appena vinto un premio per il film, quello era tipo il quinto che ritirava per Culkin, il che confermava che anche se hanno vite molto simili, “la sua è per il 27% migliore della mia”. Il video lo trovate qua sotto. Per chiudere, ci ha fatto molto piacere il riconoscimento come miglior documentario a Super/Man: The Christopher Reeve Story e il Fellowship Award a Warvick Davis. E adesso la parola passa agli Oscar.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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